Tutti prenderanno l’infezione Omicron?


Sembra proprio che questo (tutti prenderanno l’infezione Omicron e annessi), finalmente, con il dovuto coraggio e trasparenza, vi verrà spiegato, potrebbe avvenire. Finalmente qualcuno che comincia a non trattarvi da bambini e che rinuncia alla strategia della gradualità (per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce/vaccino per vaccino). Come bambini perché, come vedrete, tra poco non sarà più possibile usare linguaggi e argomenti infantili per trattare i “numeri” che vi aspettano. Una “pandemia” (anche etimologicamente) è una cosa che se non mira ad impadronirsi di “tutti”, tale non è. Tutti quindi e si salverà chi si potrà (ricordate il grido drammatico “si salvi chi può?”). In realtà si salverà chi ha fibra forte e potrà praticare il mitico distanziamento sociale (Massimo Zuppini dove sei?) di cui so molto dal 2009 e l’uso adeguato delle mascherine. E soprattutto chi vivrà in condizioni igieniche adeguate. Quel lavatevi spesso le mani inserito nelle raccomandazioni sin dalla prima ora. Chi potrà approvvigionarsi senza dover passare frequentemente sotto le Forche Caudine dell’entrare nei luoghi affollati, avrà vantaggio nella maratona sanitaria che aspetta l’umanità.

Il nemico invisibile sarà per anni in agguato come nei peggiori/migliori romanzi di fantascienza. Fanta un cazzo, come si è visto. “Fantascienza” per Beatrice Lorenzin (ministra della Sanità per cinque anni, 28 aprile 2013 al 1° giugno 2018, senza predisporre niente di attinente a quanto sta accadendo) così come la lunga lista di chi aveva la possibilità di attuare prevenzione e non ha fatto un cazzo di raccontabile. Dentro alla lista ci metto la Giulia Grillo (laureata in medicina) desaparecida ma stipendiata fino all’ultimo giorno della legislatura in corso. Senza dimenticare la campionessa del mondo (di cosa i lettori di Leo lo sanno), anch’essa medico, Dorina Bianchi. Siamo alla fine del primo tempo in cui si è consumata la strategia della distrazione e del cazzeggio informativo (anche, per alcuni assuefatti al ladrocinio di Stato, delle opportunità di rubare a mani basse) e, ciò che era previsto e prevedibile, si sta attuando. Per un decennio (dal 2009 prima dello scoppio dell’ordigno sono trascorsi inutilmente dieci anni) qualcuno (dobbiamo cominciare a cercarlo con sistematicità) ha mantenuto il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità favorendo, a pandemia avviata, il sorgere di quelle sacche di disinformazione sulla salute (e le relative minacce) che viceversa avrebbero fatto argine al dilagare di tutto il ciarpame “no-vax” che impera e rende, paradossalmente, difficile ogni azione consapevole contro il sistema di interessi che ha consentito di farci trovare tanto impreparati.

Ma sapete che a pochi mesi dall’attacco dei virus dei veri mascalzoni organizzavano convegni (e che convegni se ricordo la qualità delle abbondanti tartine e libagioni!) su come si dovesse lasciare ulteriormente spazio alla privatizzazione nel settore sanitario e al marketing delle polizze assicurative? Ho una lista di quei cretini (anche uomini che oggi si occupano di intelligence e sicurezza dello Stato) che quel giorno hanno sproloquiato, in una cornice fantasmagorica ben foraggiata dall’industria che non si può più chiamare Big Pharma (ma io, per Dio, così la chiamavo oltre venti anni addietro e così, con disprezzo, la continuerò a chiamare fino all’ultimo giorno della mia vita) per non essere tacciati di complottismo. Quando ho letto del pericolo imminente di una pandemia e della necessità di organizzare la prevenzione era, come vi ho detto fino allo sfinimento, il 2009. Con me, oltre a Massimo Zuppini (l’autore del testo che mi aveva allarmato e illuminato) non potevano non sapere come stessero le cose perfino altissimi servitori dello Stato quali Alessandro Marangoni (poi divenuto Vice Capo Vicario della Polizia ma all’epoca della stampa del testo, mi sembra, Questore di Palermo) e Fabio Padoin, Prefetto di Torino. Sapete perché dico che questi due altissimi funzionari non potevano non sapere le stesse cose che sapevo io? Perché escludo, a prova logica, che comparsi i loro interventi (MarangoniSicurezza: attività istituzionali e partenariato con Enti privati” e PadoinLa sicurezza nelle città: città inclusiva, città sicura“) sul volume Security Forum 2009, rileggendo se stessi non abbiano spinto lo sguardo e la lettura poche pagine più avanti fino a trovare il testo di Massimo Zuppini (GlaxoSmithKline Spa) “Pandemia e Business Continuty: perché le aziende si devono preparare a questa emergenza” e, da quel momento in poi, come cittadini e alti dirigenti dell Stato, allarmarsi. Cosa che evidentemente non è avvenuta.

Non sto scrivendo, che, sia chiaro (così evitiamo un po’ di carta semplice/bollata) che i due (poi aggiungo altri) abbiano alcuna responsabilità in ciò che le autorità preposte non non non hanno, a tempo debito, fatto. Dico solo che difficilmente un prefetto e un questore possono non aver colto la gravità dello scenario che si delineava nel saggio di Massimo Zuppini. Se una nullità come Grani aveva capito che Zuppini era nel giusto ci si sarebbe dovuto aspettare che uno, poi diventato il Vice Capo della Polizia, in termini di indizi allarmanti se ne doveva intendere certamente più del vostro Leo. Non voglio rafforzare nessun senso di auto-colpevolezza (direbbe Noam Chomsky) ma certamente di “mascherine”, di lavaggio di mani frequenti, di distanziamento sociale i due (più tutti gli altri che trovate in calce al post) non possono dire di non aver, a tempo debito, sentito parlare. Almeno noi (e mi ci metto quindi) sapevamo. Io ho fatto quel che potevo, scrivendone fin dal 2013. Gli altri riflettessero sulla propria eventuale indifferenza, distrazione o inadeguatezza. Sapevamo di misure di contenimento e di ciò che ora, con gli organici segnati dall’assenteismo si innescherà a cominciare dai trasporti, ospedali, caserme fino a dover scoprire che i veri danni il COVID (certo oltre che i morti e i feriti) li arrecherà se si dovesse scoprire che, oltre all’assenza totale di piani sanitari (spero che nessun mascalzone possa sostenere il contrario), non esiste nessuna “pianificazione di come poter garantire il funzionamento delle attività nei settori pubblico, privato e più in generale della società civile durante una pandemia”. E il virgolettato è preso dal testo di Massimo Zuppini del 2009 a cui faccio, con testardaggine sannita, riferimento – da anni – in questo marginale blog.

Oreste Grani/Leo Rugens
P.S. Oltre a Massimo Zuppini, lui stesso autore dell’allarme professionale a cui mi riferisco e ai già citati Alessandro Marangoni e Fabio Padoin, ritengo che si sarebbe scatenato l’inferno e che ci si dovesse preparare per tempo lo sapessero, sin dal 2009, tali Giannantonio De Roni, Gianfranco Bonfante, Roberto Invernizzi, Luigi Ferrara, Vittorfranco Pisano, Antonio Papisca, Ernesto Calvanese, Elena Mariani, Carlo Alfredo Clerici, Angelo de’ MicheliLaura Veneroni, Diana D’Alterio, Pasquale Soccio, Luca Quadri, Rudi Triban, Alessio De Paoli, Romano Lovison, Stefano Quintarelli, Luigi Brambilla, Nicola Bartesaghi, Stefano Fratucello, Nello Balossino, Simona Siracusa, Maurizio Lucenteforte

Ripeto: dico solo che ragionevolmente questi signori hanno letto come me il testo di Massimo Zuppini. Non gli competeva di fare nulla di specifico e quindi non accuso nessuno di niente. Li elenco per sentirmi meno solo nell’auto-colpevolezza di non essere stato sufficiente, dopo il 2013, nel lanciare gli allarmi. Visto che nessuno mi ha prestato ascolto. Io quindi, come marginale e ininfluente Leo Rugens, non ho ruggito a sufficienza ma il Vice Capo Vicario della Polizia di Stato, Alessandro Marangoni (ma non è lo stesso del “Caso Ablyazov – Shalabayeva“?) forse, beato lui, qualcosa più di me poteva fare. Ma non mi risulta lo abbia fatto. Comunque che nessuno si offenda per queste mie incursioni nelle vostre coscienze. Rischiereste di fare due fatiche. E ri-firmo vista la delicatezza dell’argomento.

Oreste Grani/Leo rugens