Tangentopoli 1992

Ma quale vittime! Stiamo ricordando della gentaccia!

In queste ore molti vi stanno riportando a trent’anni addietro, cioè all’arresto di Mario Chiesa. Chiesa sarebbe il ladro (mariuolo secondo il siculo-milanese Bettino Craxi) o il corrotto dal cui arresto si dice sia iniziata la stagione di Tangentopoli.

In realtà in alcuni di quelli che stanno raccontando quella storia c’è il fine primario di fare i conti con quella parte sana della magistratura che allora ed oggi li investiga e li giudica. 

Alcuni che raccontano, lo fanno infatti per denigrare la magistratura, facendo di tutta l’erba un fascio, cento volte di più di quanto stiano riuscendo a fare i Palamara, prima con il loro stile di vita e poi con i loro libri.  

A fronte di modalità con cui sento raccontare quelle vicende complesse a me sembra doveroso ricordare un dato che ancora oggi dovrebbe stupire i cittadini probi: il piccolo ladro (mariuolo è il termine dispregiativo che Craxi scelse di usare nel tentativo malsano di disconoscere il suo – viceversa – preziosissimo compagno di PSI), quando fu arrestato, stava ricevendo un rateo di 7 milioni di lire di una cifra corruttiva complessiva di 14, per un appalto di 140 milioni. Il 10% quindi era quanto il ladro/corrotto chiedeva all’imprenditore bisognoso della commessa. 

L’imprenditore, così appurarono i carabinieri, a cui si era rivolto disperato per la violenza che stava subendo, era in stato di bisogno. 

Un vero pezzo di m. vessatore dei deboli questo Chiesa, più che un semplice ladruncolo “socialista”. 

E sapete da cosa mi feci subito l’idea che fosse un individuo abietto? Quando dopo 45 giorni di carcerazione preventiva (non 45 settimane o mesi!) cominciò a collaborare indicò i conti correnti Levissima e Fiuggi in Svizzera dove furono trovati oltre 10 miliardi di lire. Avete idea di quante volte stanno dentro 10 miliardi, 7 milioni? Questo per dire che Chiesa in realtà era una termite che passava il suo tempo a divorare il reddito degli imprenditori. E quindi dell’Italia che non a caso, quando scoppia, Tangentopoli, era “alla frutta/canna del gas”. I per bene politici dell’epoca l’avevano tanto spolpata che nelle casse della Repubblica non c’erano più neanche i soldi per l’ordinaria amministrazione. Un insetto parassita preso come primo esempio/esemplare di un sistema che trasferiva nei conti non solo dei partiti (e il PSI di Craxi, Pillitteri, Martelli era uno dei più voraci e costosi per lo stile di vita dei suoi dirigenti) ma dei politici stessi (Chiesa era un esponente di partito da sempre) quella ricchezza che viceversa veniva prodotta da gente che lavorava

E poi diciamolo: altro che Craxi Bettino galantuomo garantito nella sua innocenza dal sopravvissuti figli Bobo e Stefania!

Mario Chiesa era stato il collettore di oltre 7.000 voti che servivano al PSI a Milano e in particolare a Bobo, il “trota” dei socialisti lombardi. Che sarebbe come dire, anni dopo, il figlio di Bossi a cui qualcosa bisognava pur trovargli da fare. 

Mario Chiesa quindi come antesignano di quel voto di scambio che andava punito con maggiore severità di quanto alla fine toccò al capostipite dei mariuoli socialisti. 

Ma quale complotto! Tutti rei confessi! Anzi, se proprio devo dire la mia, alla fine in troppi se la cavarono con troppo poco. Tanto e vero che in molti (troppi come ho detto) ricominciarono a fare danni. Alcuni, continuano a fare il male. 

Quel periodo (trent’anni addietro) a me ricorda molte altre cose inquietanti e non certo le sofferenze dei poveri oligarchi socialisti a cui, per una stagione troppo breve, fu impedito di portare a termine il saccheggio delle “casse dello Stato“. Socialisti, democristiani, comunisti, repubblicani, liberali, socialdemocratici, tranne i morti per morte naturale, sono ancora in circolazione a sussurrare cose oscene ai giovani politici tra quelli a loro volta pronti a tutto. Pronti soprattutto ad affidarsi alle cure amorevoli di quei gran mascalzoni che furono i capi delle legioni di termiti devastatrici. L’Italia era stata ridotta tanto in povertà (l’Italia ma non loro e lo loro famiglie) che una notte fu autorizzato il prelievo forzoso di un x% dai conto correnti di tutti i cittadini che ne fossero titolari per dare liquidità allo Stato che, sentite a me che c’ero, stava per non avere più denaro per pagare la spesa corrente.

Mentre loro pippavano cocaina da anni, ripianavano i debiti di  televisioni senza pubblico e senza senso, pagavano notti folli di sesso alla pornostar di turno, vivevano in alberghi a cinque stelle, non pagavano i vestiti nei punti vendita degli stilisti loro amici e complici, bevevano, da mattina a sera, aperitivi a go-go, se ne andavano in Cina in visita di piacere (alcuni offrendosi da quel momento come cavallini/e di Troia del Dragone Rosso), trafficavano in armi con i paesi con cui, a nome dello Stato, avrebbero dovuto, viceversa, garantire aiuti umanitari, organizzavano sceneggiate a Sigonella (un giorno si saprà meglio come è andata) tutto a favore di un rilassamento dei costumi che favorirono da quel momento di tutto e il contrario di tutto fino al “sequestro dell’Achille Lauro” e le complicità che da quell’episodio sordido si dipanarono per tutto il Mediterraneo. Con altri morti e feriti. E poi migliaia di termiti piazzate ovunque ci fosse da spennare la collettività, ammantandosi di cultura e celandosi dietro a piramidi simboliche ed evocative poteri esoterici e massonici. 

Una banda di criminali come poche volte (se non mai) si era messa all’opera alle nostre latitudini. 

Ma quale “comblotto”! Ma quale trama oscura per far fuori i montanti socialisti! Si parla di loro come vittime e si cerca di semplificare riconducendo tutto ai modi inopportuni con cui Pier Camillo Davigo sta invecchiando. Cazzi suoi, del medico che lo cura, degli avvocati che si è scelto ed eventualmente di Nicola Morra se non ha fatto tutto quello che avrebbe dovuto fare. Tenendo conto della consecuzio temporum nel caso qualcuno mi volesse querelare. 

Rimane per intero quanto avveniva prima di quel 17 febbraio 1992 anche, se non soprattutto, ad opera dei socialisti, dei comunisti (certo anche loro), dei democristiani, dei liberali, dei repubblicani, dei socialdemocratici. E altra gentaccia in ordine sparso. Gentaccia non vittime.

Oreste Grani/Leo Rugens