Dare vita subito ad una coalizione militare contro Putin

A prescindere dalla NATO e dalle sanzioni “devastanti”.
Come dice il vostro amico Matteo Salvini, senza se e senza ma. In realtà non so cosa dica lui, che, in una stagione, sa dire tutto e il contrario di tutto, ma a mia opinione è ora di dare vita, con modalità creative e tempestive, ad una coalizione politico-militare europea (intendo dire costituita da paesi europei) contro Putin. A prescindere dalla NATO e dalle sanzioni “devastanti”.
L’esercito ucraino e il suo popolo in armi devono sapere che se resistono, strada per strada, finestra alta per finestra alta, bottiglia “molotov” per bottiglia “molotov”, “qualcosa” si sta organizzando per arrivare in loro soccorso. L’esercito ucraino deve sapere che non è solo e non a chiacchiere e sanzioni farlocche, con le borse che, non a caso, brindano “euforiche”.

Si deve promuovere una coalizione, a prescindere dalla NATO, che purtroppo sta mostrando tutta la sua inadeguatezza. Si discutono confini pretesi da Putin? Perché si dovrebbero concedere dei confini sicuri ad un dittatore sanguinario? Di quali confini da difendere parla a sua volta la NATO? La NATO che vogliamo rispettare è quella che sa difendere la bandiera della libertà, ovunque venga issata e coraggiosamente sventolata. A prescindere se un Paese è o meno membro del “club”. Soprattutto se al club non lo hanno fatto “iscrivere”. Se non sa usare le armi (a prescindere da sfumature di forma e regolamento) questa NATO (che costa un patrimonio) che cazzo sa fare? Serve evidentemente per giustificare stipendi maggiorati per ufficiali carrieristi e per “consumare” quantitativi di equipaggiamenti a prescindere da un loro reale utilizzo. Non ne sentivamo il bisogno.
Oreste Grani/Leo Rugens
Leggo ed ascolto a più non posso in questi giorni.
E, in conclusione, mi domando:
1) perché mai nelle cosiddette “trattative” (che tali non mi sembra siano state) e, più in generale, in tutte le occasioni in cui, almeno dal 2014, a livello internazionale, si è discusso della questione ucraina, si è sempre parlato di NATO e mai di Patto Atlantico , che è cosa diversa in quanto alleanza difensiva (come è noto, la Francia è uscita, rimanendone fuori per anni, dalla NATO, ma NON dal Patto Atlantico)?
2) come mai nessuno ha tirato in ballo l’ONU (in realtà lo ha fatto Putin e questo è davvero imbarazzante!)?
3) perché l’eventuale adesione dell’Ucraina alla UE deve necessariamente implicare l’adesione alla NATO?
4) drammatica crisi ucraina a parte, non è arrivato il momento di almeno ripensare questa benedetta NATO, visto che viene tirata fuori solo in alcune occasioni, con l’effetto di esasperare conflitti che sarebbe meglio pacificare, e in altre no? Se ben ricordo, per l’Afghanistan e la seconda Guerra del Golfo l’alleanza che sostenne l’intervento fu la cosiddetta “coalizione dei volenterosi” e NON la NATO.
In ultimo, non una domanda, ma un’amara constatazione: mi sembra (e siamo solo all’inizio) che al malcontento (reale ed indotto) legato alle misure per la pandemia (il Green Pass per lavorare è sempre più vissuto come provvedimento odioso) si stia già aggiungendo quello connesso al rialzo dei prezzi non soltanto dei prodotti energetici, ma anche dei beni di consumo.
Sui social si parla di camionisti pronti a bloccare le strade, sul modello canadese. Oggi per fare benzina ho dovuto girare ben 4 stazioni di servizio, perché dicevano che il carburante era esaurito (ho pensato che, invece, lo avessero, ma che aspettassero il rialzo dei prezzi).
C’è, ovviamente, chi sta fomentando a tutto spiano (fa parte della nuova “guerra ibrida”), soffiando sul fuoco. Ma ciò su cui soffiano non sono affatto poche scintille, ma è già un fuocherello. Anche su questo blog, alcuni commenti si vanno facendo più duri negli ultimi tempi. E, per di più, questo fuocherello non sembra riconoscere alcun riferimento nelle rappresentanze parlamentari.
Direi che quanto sta accadendo interessa, e molto, la sicurezza nazionale.
Non vedo (e non solo in Italia) NESSUNO in grado di affrontare una situazione così complessa. Temo che una partecipazione ad una offensiva “tradizionale” (per altre tipologie di offensive il discorso è diverso) possa drammaticamente lacerare gli ultimi brandelli di coesione sociale.
Il pazzo ha appiccato l’incendio nel cuore dell’Europa (nei cuori degli europei). Ai sani di mente il difficile compito di spegnerlo, non di attizzarlo.
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Francesco
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/02/25/papa-francesco-annulla-tutte-le-udienze-e-si-presenta-a-sorpresa-dallambasciatore-russo-per-chiedere-la-fine-dei-bombardamenti/6507359/
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Sono le o:39 del 26 febbraio 2022.
Pur lasciati soli (anche da un’Italia tiepida), gli ucraini proveranno a resistere. Questa notte potrebbe essere quella scelta da Putin per conquistare il centro di Kiev, occupare le sedi istituzionali, trovare dove si nasconde il Governo, arrestare, se non uccidere, il presidente Zelens’kyj.
Questo le forze soverchianti russe potrebbero consentire. Ci vuole una specie di miracolo perché tutto questo non accada e perché gli ucraini, dovendo salvare se stessi, paradossalmente riescano a difendere l’onore del Patto Atlantico che non li ha protetti e di tutti gli europei (loro questo si sentono di essere) che li stanno sostanzialmente lasciando soli.
Oreste Grani/Leo Rugens
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Anche qui un popolo martire come in Iraq. Un leader che incita il nazionalismo e la resistenza contro l’ aggressore russo. Ucraina una nazione già martoriata da Stalin con le sue purghe e deportazioni ed i milioni di piccoli proprietari deportati ed uccisi nei campi in Siberia in nome del collettivismo e del comunismo: è Storia.
Una organizzazione militare come la Nato che probabilmente se solo lo volesse potrebbe fermare in un solo giorno o quasi l’ aggressione dell’ orso russo alla Ucraina. Potremmo definirlo come un fatto interno alla vecchia URSS, ma potrebbe essere la spia che è necessario il superamento del sistema delle vecchie alleanze nate all’ indomani del 1945 per fare fronte alle nuove emergenze politiche sociali sanitarie e climatiche del globo, provocate anche dall’ ingresso nella scena (anche militare) del dragone cinese.
Ucraina potrebbe essere solo il casus belli. Un casus da libro di testo.
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L’ha ripubblicato su Leo Rugens.
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