Vecchie cartoline da Vilnius


Nel mese di novembre del 2016 e del 2018 mi sono recato a Vilnius per partecipare a un importante evento organizzato in seno alla NATO che si chiama “IESMA – Innovative energy solutions for military applications”.
In esposizione si possono trovare batterie di nuova generazione, pannelli fotovoltaici, gruppi elettrogeni, potabilizatori dell’acqua, sistemi informatici di difesa degli accessi o del perimetro di una base e via dicendo, non armi.
Il pubblico è composto ovviamente da militari e ingegneri di varia natura oltre che da imprenditori di paesi appartenenti alla NATO, il che forma un quadro di natura civile-militare molto interessante.
Giova ricordare che la Lituania, che ospita l’evento, al pari della Lettonia e dell’Estonia, è un paese membro a tutti gli effetti della NATO e che, a diffenenza dell’Ucraina, confina direttamente con la Russia, in quanto a sud si trova l’enclave russa che ha come città principale Kaliningrad / Koenigsberg. A molti, mi permetto un inciso, questa città fa un po’ battere il cuore, giacché è la città in cui visse Kant, che non è un filosofo russo, città che si trova a pochi chilometri dal confine settentrionale della Polonia e che durante un viaggio in quella regione, alla fine degli anni Novanta, pensai di visitare. Ricordo bene il nastro di cemento dell’autostrada vuota con ciuffi d’erba che spuntavano dalle giunzioni delle colate del materiale grigio e intatto diretta a nord verso il territorio russo e ricordo che decidemmo di non varcare il confine perché 120 USD di visto a testa ci pareva troppo.
Tornando a Vilnius, dopo un incontro con l’ambasciatore italiano, si era nel 2016, osservai nel parco del complesso militare un gruppo di giovanissimi, minorenni, fare esercitazioni al freddo e al buio, aggiungo che a 16 anni un giovane riceve un fucile e con quello se ne va a casa, dove lo custodisce.
Vilnius, per quel poco che ho potuto visitarla, ha un centro storico, ricostruito, molto bello con una serie di chiese suggestive lungo le rive del Vilnia, mentre la sede di Oracle e dell’HSBC si affacciano sul più importante fiume Neris (chi sa se linguisticamente è affine al Nera che attraversa Terni). Oltre all’ambra e al lino non c’è molto altro in Lituania, se non il suo affacciarsi sul Mar Baltico e costituire una porta di accesso alla Polonia oppure, attraverso le sue banche, consentire agli oligarchi russi di far transitare i capitali illeciti verso Londra o paradisi fiscali assortiti.
Le repubbliche baltiche, quindi, ospitano sul loro territorio diversi contingenti NATO, di sicuro insufficienti a fermare un attacco russo, sufficienti però a scatenare la reazione obbligata della NATO; ciò mi fa pensare che Putin non ci proverà a fare qualche numero speciale in quei territori a meno di volere la Terza guerra mondiale.
I paesi della antica Lega Anseatica, fieri della propria identità e memori dell’orrore staliniano nonché dell’oppressione russa, insisto russo non sovietica, hanno un conto aperto ma anche uno spirito da mercanti che non va sottovalutato.
Alberto Massari
