Il vero oggetto del desiderio di quel porco di Putin: il mais ucraino. E non solo

Per la Cina, circa un terzo delle sue importazioni di mais, proviene dall’Ucraina. Il mais viene utilizzato per alimentare il più grande “allevamento” di maiali del mondo. E questo a proposito di chi dipende da chi e a cosa, segretamente, si mira quando si fa dell’espansionismo geopolitico.

Ai cinesi, che notoriamente devono fare i conti quotidiani con le pance di oltre un miliardo di affamati, tutto questo casino in Ucraina, alla lunga, potrebbe creare qualche fastidio. Se sono, come si dice, persone pragmatiche e ossessionate dalla stabilità e dalla sicurezza interna, questi maiali e questo mais devono andare d’accordo. A prescindere di cosa ne pensino al Cremlino. Se Putin si sbriga ad impadronirsi dell’Ucraina va bene, ma se la questione dovesse andare per le lunghe, anche a Pechino potrebbero ritirare il credito al settantenne di Pietroburgo ora che appare appesantito e un po’ ottenebrato dai farmaci che presuppongono delle malattie. Anche per questo l’Europa non deve perdere l’occasione di scoprirsi coesa e con un po’ di sale in zucca. E questo paradossalmente grazie al sangue versato dai cittadini di Kiev, non ancora formalmente europei. Patrioti ucraini martiri perché l’Europa prenda finalmente forma? Siamo a questo? Direi di farsi rapidamente un esame di coscienza e osare. Non tutto il male vien per nuocere, dicevano i nostri vecchi. 

Oreste Grani/Leo Rugens