Putin vi sta prendendo le misure, ma non tutto è perduto

Il mondo nel 1498


Il vostro amico Putin vi sta prendendo le misure, dopo avervi conosciuto, per anni, da vicino, nel business, spesso prendendo atto del poco amore per la vostra gente e le vostre rispettive patrie.

Voi pensavate che vi fosse complice quando vi vendevate ciò che non era vostro e quello, viceversa, prendeva nota delle vostre debolezze e limiti. Putin è ciò che è ma ritengo/temo che, da vecchio “cechista”, abbia una pessima opinione di molti di voi. Quelli che ha conosciuto di persona e quelli che sono stati coltivati dai suoi servizi segreti. Ora ha dato ordine di bombardare i luoghi dove “casualmente” potrebbero cadere dei militari americani, canadesi, inglesi, polacchi, rumeni. O i convogli che trasportano (con grave ritardo) armi per l’esercito ucraino. E nel farlo misurare fin dove vi “regge la pompa”, direbbe il più piccolo dei criminali dell’ultima periferia di una qualunque capitale europea.

Temo, a sentire le dichiarazioni tremebonde di alcuni di voi, che a coraggio stiamo messi molto molto molto male. A visione, peggio. Se non la salva l’eroico popolo ucraino questa Europa dei lanci delle monetine nella Fontana di Trevi, contrapporrà poco o niente al macho di San Pietroburgo. Tenete conto che non solo non abbiamo un esercito europeo ma neanche un vero inno da cantare. Perché, come scrivo da anni, alla fine, non so da chi, è stato scelto un brano musicale (bello) ma senza parole. E quindi senza un’anima. Temo per voi che, senza anima, contro l’accoppiata dei satanassi Kirill – Putin, lo scontro sia impari. E poi volete cominciare a chiedervi perché mai non si è riusciti neanche a candidare lo Stato Vaticano (cioè Roma/Italia) come luogo di garanzia per la salvaguardia delle delegazioni che, prima o poi, dovranno provare a negoziare davvero la fine del conflitto? Eppure lo Stato Vaticano/Santa Sede, pur essendo uno stato minuscolo ha una proiezione esterna, sul mondo, certamente più grande ed autorevole di quella del nostro stesso paese. I cittadini di questo minuscolo stato sono in realtà ovunque e a milioni e la rete dei suoi esponenti, in veste di maestri o di proseliti è immensa e ha ramificazioni ovunque. Le famose “divisioni” della Santa Sede sono sparse in tutta la terra, hanno ovunque le loro atipiche armi e strutture, le armi dello spirito , della fede, dell’intelletto, della cultura transdisciplinare, hanno la loro  politica e pertanto la loro diplomazia di cui sono ben noti serietà e antica tradizione. Sarebbe ora che, con rispetto a Tel Aviv ed Ankara, si facesse strada la terza via rappresentata appunto dallo Stato Vaticano, che è a Roma, Italia. Come da settimane alcuni propongono per ora inascoltati.
Oreste Grani/Leo Rugens