Chi è Sandro Teti e perché Leo Rugens scrive di lui

Non è l’arena” ospita Sandro Teti per discutere di quale “macello” stia avvenendo o meno in Ucraina, ad opera dei soldati putiniani.
E, nell’ospitarlo, sentite a me, offre al politologo (così viene presentato) di disinformare gli spettatori su come stiano in realtà le cose in quella guerra feroce che Putin ha scatenato contro il popolo ucraino. Perché Giletti faccia questa scelta bizzarra non sta a me dirlo.
Teti è infatti un editore che opera in italia sul libero mercato dal 2002 ma è organico (intendendo dire che è scientemente totalmente sinergico a tutto quanto si pensa e si attua a Mosca in chiave politico-culturale da generazioni familiari) a quella feroce dittatura.
Ai tempi degli intelligenti amici del Male questo Teti sarebbe stato raffigurato come una trombetta del PCUS o della Pravda. O del GRU. O del KGB. O di Novosti.
Eppure nella redazione di “Non è l’arena” non c’è nessuno che sembra sapere chi sia stato invitato. Direte che in Italia c’è la democrazia e quindi per onorare la libertà uno invita Teti. Ma Teti, torno a dirlo, non è uno qualunque. E per correttezza, agli ingenui spettatori sarebbe “leale” dirlo.
Capisco che ormai il problema è passare ad altro dopo aver consumato anche l’eroico popolo ucraino ma evitiamo di presentare Sandro Teti come un “editore-politologo” rimuovendo di aggiungere che uno dei megafoni ufficiali di Putin e dei suoi sodali.

In attesa di essere smentito o querelato.
Oreste Grani/Leo Rugens