Al Bano è sotto choc – Canta che ti passa
Al Bano [che è console onorario del Kazakhstan per la Puglia ndr] è sotto choc: lui che in Russia è considerato una star, adesso si trova a condannare l’azione militare di Putin. “In questo momento la guerra è tra la Nato e la Russia. Dalle cose che ho saputo, a Putin avevano prospettato che la Nato stava per prendere sotto il suo protettorato l’Ucraina. Io per lui ho cantato cinque volte, non mi sarei mai aspettato una reazione simile”, dice il cantante. Ma soprattutto è sconvolto perché “non dimentichiamoci che gli stavano per conferire il premio Nobel per la Pace”. Tutto vero, Putin era candidato. Fonte Il Giornale

ATTENZIONE QUELLO CHE SEGUE È FICTION È IL MONDO DEI SOGNI È COME DOVREBBE ESSERE E NON È. È UN GIOCO.
La Redazione
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C’era una volta, una amica mi confidò tempo fa, un noto cantante che trovò al check point dell’aereporto di Bari ad aspettarlo un paio di signori che gentilmente e discretamente lo pregarono di seguirli. Alla sua esitazione, un ufficiale della dogana lo rassicurò così il nostro eroe decise di muoversi da lì, licenziando con una scusa il suo codazzo di assistenti.
Corridoio dopo corridoio, i tre giunsero di fronte a una porta che fu aperta dal più giovane degli accompagnatori che fecero accomodare il cantante, tutto sommato un po’ perplesso ma in fondo contento di ricevere tali attenzioni.
Fatto accomodare su una sedia di fronte a un tavolo vuoto, dopo alcuni minuti di solitudine, la porta si aprì e il nostro si trovò alle spalle un signore vestito di grigio, un po’ gobbo con degli occhiali dalla montatura nera e pesante.
“Buongiorno e mi scusi per averla fatta attendere – mentre porgeva la mano all’artista che era balzato in piedi – prego si accomodi, non voglio trattenerla a lungo, capisco la stanchezza del viaggio; immagino abbia fatto molto freddo in questi giorni. Vuole un caffé qualcosa?”
“Buongiorno – e mentre stringeva la mano – meno 20 gradi e tanta neve; no grazie va bene così. Lei è?”
“Sa, da giovane ero innamorato anch’io della sua bellissima fidanzata e la ricordo quando frequentava Villa Medici prima di conoscerla; mi dispiace anche molto per la scomparsa di” – non pronunciò il nome della ragazza osservando il volto incupito del padre.
Il cantante sembrò barcolarre ma da contadino duro come il legno di ulivo, riprese il controllo delle linee del volto che tornò calmo, così come le foglie della sacra pianta mosse dal vento mostrano il loro lato argenteo per poi ricomporsi nel loro verde scuro.
“Si, in effetti sono un po’ stanco, gli anni passano per tutti e nei giorni scorsi non ho avuto molto tempo per riposare.”
“Non ho dubbi – lo interruppe l’uomo grigio – cantare per il presidente deve essere molto emozionante e faticoso.”
“Un uomo eccezionale, Volodya, sentisse come canta e che generosità, mi ha voluto anche accompagnare al pianoforte e fare un duetto…”
L’uomo grigio ebbe un fremito impercettibile gli si indurirono i lineamente e per chi lo conosceva sapeva che era pronto a colpire o a uccidere.
“Non ho dubbi – ripetè, brusco, interrompendo il cantante che percepì di non trovarsi di fronte uno dei suoi fan – “non ho dubbi circa la generosità del presidente” il cui nome non era stato ancora pronunciato ma che aleggiava sulle loro teste com una nube carica di pioggia.
“Senta, oggi proprio non ho molto tempo e contrariamente ai miei modi voglio arrivare al punto; ho da fare e lei è stanco. Le piacerebbe lavorare per il suo paese, per l’Italia intendo? Come, si chiederà, non si preoccupi, glie lo illustrerò la prossima volta con calma. Lei deve mettere una firma in fondo a questo foglio, dove si dice che le domande che le faremo e le risposte che lei ci fornirà non ha diritto a riferirle a nessuno, nemmeno al suo piede destro. Se infrangerà il patto la aspetta la galera e almeno tre lustri a cantare ai secondini, da solo. Se invece non firma, la Guardia di Finanza sa cosa fare.”
Fine della storia.
All’amica dissi che queste storie si leggono solo nei romanzi mentre nel nostro paese, chi avesse avvicinato un soggetto del genere lo avrebbe fatto solo per essere introdotto a Mosca per fare affari e quant’altro, altro che “servire il Paese”, al massimo gli avrebbe chiesto vino e olio gratis.
L’amica ne convenne ma mi assicurò che era andata proprio così. Non so se crederle, è un po’ svitata.
Certo è che dai tempi in cui Giuseppe Verdi veniva insignito dell’Ordine di San Stanislao per la Traviata messa in scena a San Pietroburgo, la città di Putin, a oggi, viene da dare ragione a Dugin che l’Occidente sia oltre il tramonto mentre a Mosca il sole non si è ancora visto, aggiungo io.
Marianne Beausejour
locus delicti suppongo in italia
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