Chi vigila sul mercato parallelo delle armi? A cominciare dagli elicotteri

Ogni santo giorno avete ormai modo di riflettere su guerre, armi, massacri, arricchimenti, amoralità, connivenze che consentono tutto questo, politica e burocrazia di Stato impotenti se non – in troppi casi – complici. Complici nei vari e spesso indecifrabili business connessi alla compravendita delle armi.
Perchè, per arrivare a comprare o vendere armi, sentite a me, bisogna saper navigare per alcuni mari e saper pescare alcuni pesci. Che, tranne rarissimi casi, non sono pesci volanti che vi cadono provvidenzialmente in barca.

Per arrivare a vendere armi (e dormire sonni tranquilli) ci si deve “armare” di buona volontà e tanta tanta determinazione. Perché senza tenacia di fare il male e capacità di scegliersi i compagni di merenda, arrivare ad essere l’Alberto Sordi di turno è quasi impossibile. Da anni ciclicamente spuntano notizie di cronaca giudiziaria che, se lette e trattate opportunamente, rivelano dei veri e propri mondi paralleli che consentono, quando va tutto bene, agli abitanti /trafficanti di quei Pianeti, di creare le condizioni perché le armi in qualche luogo ideate, fabbricate e messe in catalogo, vengano comprate e consegnate a persone che poi le useranno per massacrare altre persone.
Il resto sono chiacchiere ipocrite.


Se devo andare a qualche ricordo tra i più intriganti (anche pescato tra quelli che in qualche modo hanno attratto la mia curiosità per più e diversi motivi), scelgo quelli attinenti alla compravendita di un mezzo bellico tra i più duttili e devastanti utilizzati sui campi di battaglia: l’elicottero. In questi casi gli elicotteri mi sembra che fossero modello Mil Mi-35 e mi attirava l’informazione che tali velivoli fossero russi. Allora dall’archivio escono alcuni ritagli stampa con cui ci si può rinfrescare la memoria. Escono certamente i nomi di Andrea Pardi, Riccardo Migliori, Ludmila Smeian Tawkeht (russa), Meir Hefer Gatan (israeliano), Vincenzo Picciolo, Sulaiman Fortia (libico). Certamente Andrea Pardi mi si ri-associa (vado meglio dopo l’esito positivo al cuore), nuovamente lui, con quelli di Riccardo Migliori (ma è lo stesso?), Mario di Leva e la solita inossidabile Annamaria Fontana. Pardi quindi costante e permanente, così come Riccardo Migliori, con dei nomi di contorno quali Maria Grazia Cerone, Walter Pilati, Gian Carlo Carpi, Mohamed Omaar Jama (somalo), Alessandro Ghidoni.

Ma tutta questa gente come fa ad interessarsi di compra vendita di armi come se fossero spille da balia?E come può succedere che frequentino parlamentari (anche del COPASIR come fu il caso di Angelo Tofalo, attenzionato da Anna Maria Fontana) senza che i nostri servizi intervengano e fermino il tutto?
Chi vigila su questo mercato e su questi lucrosi affari?
Me lo chiedo ora più che mai che le armi si abbinano all’orrore quotidiano in Ucraina e nel resto del mondo.
E soprattutto: che fine fanno questi processi e queste ipotetiche punizioni?
Oreste Grani/Leo Rugens