Il colbacco di Guido Vitiello

Macché, sono trent’anni che viviamo in un mondo di caricature viventi, e la furbizia di Berlusconi è consistita proprio nel neutralizzare la satira nemica, compresa quella di Serra, diventando la parodia di sé stesso, un’iperbole umana – che t’inventi, davanti alla nipote di Mubarak?
Guido Vitiello
Classe 1980 letterato scrive per il Foglio ha un blog e pubblica libri anche con Einaudi (in compagnia di Fusaro, peraltro).
In questi giorni si è svegliato e ha scoperto che c’è un sacco di gente abile nei distinguo, lui li battezza “complessisti”, colpevoli di non essere come lui schierato contro Putin “tutti i giorni, da un mese e mezzo a questa parte – mi si affaccia alla mente un’immagine cara a Leonardo Sciascia, quella del berretto di Charles Bovary: Flaubert spende parecchie righe nel tentativo di descriverlo – dice che ha qualcosa del cappuccio di pelo, del colbacco, del cappello rotondo, del berretto di lontra, del berretto da notte – salvo concludere, alla fine del tour de force, che ricordava la faccia di un imbecille“.
Fermi tutti, ha ragione a insultare il nostro Vitiello e da vendere. Ma, c’è sempre un ma.
Come insegna il grande saggio “prima è prima dopo è dopo” sicché se hai inzuppato il biscotto nel giornale che ha leccato le orecchie a Berlusconi e continua a leccargliele e pensi di cavartela da “liberale” rifugiandoti nel paradosso: “Berlusconi è un surrealista” a me iniziano a fumare.
Se poi, e qui mi concedo anch’io la vertigine della lista, hai fatto parte di un consesso di pensatori che si offriva a Berlusconi per fini politici, affermo con fermezza: mi fai schifo.
Serve una rivoluzione liberale. Se non ora, quando? Il ruolo di Berlusconi nella possibile alleanza con questo contenitore politico.
Di Marcel Vulpis | 26/09/2014 Formiche
Oltre “Salerno”: Benedetto Croce, Ignazio Silone e la loro attualità politica. Due giornate di convegno (sabato e domenica) a Pescasseroli e Pescina in Abruzzo, dove esponenti liberali ed ex comunisti (come il popolare politico Fausto Bertinotti) si incontreranno per parlare del futuro/presente dell’ideologia liberale nel Terzo Millennio (partendo dalla lezione “crociana” e dalle riflessioni dello scrittore Silone). Una ideologia invocata dai più (si pensi solo allo spirito della discesa in campo di Silvio Berlusconi nel ’94 – nella foto con il “liberale” Martino), ma mai realizzata concetramente.
Tra i relatori dei due giorni di convegno: Angiolo Bandinelli, Giuseppe Bedeschi, Rita Bernardini, Walter Capezzali, Raffaele Colapietra, Luigi Compagna, Luciano D’Amico, Stefano De Luca, Maurizio Di Nicola, Arturo Diaconale, Giuseppe Gargani, Maurizio Griffo, Antonio Iulianella, Stefano Iulianella, Fulco Lanchester, Anna Nanni, Corrado Ocone, Giovanni Orsina, Giuseppe Pardini, Gaetano Pecora, Carlo Alberto Pinelli, Aldo Loris Rossi, Angelo Guido Sabatini, Paolo Simoncelli, Valter Vecellio, Guido Vitiello e Maurizio Facchettin. Luciano D’Alfonso (Presidente Regione Abruzzo), Stefania Giannini (Ministro della Pubblica Istruzione), Gianni Letta (Politico), Marco Pannella (Leader Radicale). Modera Alessio Falconio (Direttore di Radio Radicale).
_________________________________________________________________
Facciamo un salto nel passato, a quando Napolitano e Cossutta, i compagni Napolitano e Cossutta, presero per mano Berlusconi e lo introdussero al Cremlino, era il 1989 o ’88. Ragione del viaggio, lautamente ripagato ai due compagni di merende con pubblicità e un appalto per pulire i cessi di Mediaset (l’intelligence dei compagni è da paura), era un contratto per gestire la pubblicità dei canali statali sovietici. Faccio presente che all’epoca Putin era un anonimo agente del KGB, quindi Berlusconi è entrato al Cremlino prima di lui, latomisticamente sta sopra di lui e mafiosamente tace.
Non ha colpe il nostro Vitiello, all’epoca un bimbetto che immagino già vorace lettore, ma il Vitiello odierno qualche domanda se la deve fare perlomeno sui più recenti trascorsi del Cav, come Ferrara ama appellarlo.
L’uomo del gas
E qui si inserisce anche la figura del giovane Massimo Marino De Caro, poi coinvolto nello scandalo dei preziosi libri trafugati alla Biblioteca dei Girolamini, di cui divenne (senza troppi titoli) direttore. Ad appena 34 anni, De Caro era diventato vicepresidente della Avelar Energy (gruppo Renova), che ha sede in Svizzera ma appartiene al magnate russo Viktor Vekselberg. Più ricco di Rupert Murdoch, Vekselberg acquisterà anche diversi beni in Italia, sul lago di Garda e a Rimini. Difficile spiegare perché il giovane De Caro raggiunga i vertici di una società così importante. La risposta arriverà dalle intercettazioni.
Marcello Dell’Utri
Proprio alla presenza dei De Caro, Dell’Utri chiamerà Miccichè che, ovviamente si trova in Venezuela. Il faccendiere originario di Maropati gli consiglierà di acquistare greggio dalla compagnia venezuelana Pdvsa. Affari da diversi milioni di euro che sarebbero stati approntati sull’asse Mosca-Caracas, con in mezzo l’Italia, per volontà di Marcello Dell’Utri: «Io vado lì e dico: mi manda Picone, e quando dico Picone intendo Marcello…», dice Miccichè in una conversazione intercettata. Lo stesso Dell’Utri, secondo diverse intercettazioni, avrebbe “piazzato” Marino De Caro ai vertici della Avelar. A occuparsi proprio di quel gas che ora è uno degli argomenti principali nel conflitto tra Russia e Ucraina. Mentre la gente continua a morire sotto il cielo di Kiev. Fonte I Calabresi
Diteme voi se il nostro Vitiello non se lo merita un bel colbacco.
Alberto Massari