Da un cretino ad un’altro. Costante e permanente lo studio Robert Allen Law di Miami

E poi diciamolo ad altissima voce (anche in ore in cui rombano i cannoni per altri e ben più gravi motivi non si devono rimuovere le questioni di casa nostra) Leo Rugens/Oreste Grani e, soprattutto Alberto Massari/Dionisia, avevano, quattro anni addietro, ampiamente richiamato l’attenzione sullo studio “Robert Allen Law” che oggi è al centro dell’attenzione per le trame affaristico-furbesco-imprenditoriali di Massimo D’Alema e della sua ragnatela relazionale.
Quattro anni addietro citavamo lo Studio Robert Allen Law quando davamo del cretino (siamo in attesa di giudizio) a Luca Lanzalone. Davamo del cretino a Lanzalone perché in questo luogo telematico consideriamo quelli che si comportano a danno della collettività dei perfetti cretini. Come adesso siamo pronti a dare del cretino a Massimo D’Alema che, avido e maldestro (il tempo passa per tutti), prova a spacciarsi per un patriota interessato al bene dell’Italia. Cercando di farcelo credere nonostante le inequivocabili intercettazioni.
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S. Da sempre penso che l’avvocato scelto ti qualifichi. Perché, come abbiamo lasciato scritto in altro post, non ci sono solo i Palamara (magistrato) ad intossicare la giustizia. Anche gli Amara (avvocato) hanno le loro gravi responsabilità.

LUCA LANZALONE, TRA GENOVA E MIAMI

Se risultasse innocente, Lanzalone, e non lo credo, quando uscirà dai domiciliari, la prima cosa che gli chiederei è che genere di rapporti intrattiene con l’avvocato americano Robert Allen, presso il quale si appoggia a NY e a Miami.
Miami, oltre a essere la meta dei più o meno ricchi pensionati americani, è luogo di riciclaggio, anzi è una delle aree urbane più ricche del mondo come racconta Fisco Oggi.
Che affari intrattiene da quelle parti uno che dovrebbe svegliarsi pensando tutti i giorni all’impoverimento di milioni di italiani e come contrastare il malaffare?
Perché a Lanzalone sia permesso cenare con Giorgetti e nella più totale opacità decidere incarichi è un vero e proprio tradimento dei principi ispiratori del MoVimento e di ciò saranno chiamati a rispondere i responsabili.
Il Mr. Wolff, un vero cretino a quanto pare, ci deve dire in nome e per conto di chi agisce come ha agito e se davvero pensava che nessuno lo avrebbe intercettato. Da qui il dubbio che sia uno che ci fa o uno che ci è. Ce l’hanno mandato o trovandosi nel cuore del MoVimento ha ritenuto di poter fare come voleva? Da uno che se la fa con lo studio di Robert Allen c’era da farsi venire qualche dubbio circa la fame di denaro.
Invito i lettori o frequentatori di Miami e della opulenta Florida a battere un colpo.



Dionisia
Lo chef Gianfranco Vissani, che impazzava alle Feste dell’Unità, lo ha definito un suo “mentore”…
https://formiche.net/2022/03/guide-lespresso-federico-umberto-damato/
"Mi piace""Mi piace"