A quale Grande gioco pensate si stia giocando in Ucraina?

Rudyard Kipling

Come certamente sapete l’oggetto del Grande Gioco, definizione immaginifica inventata dal massone scrittore britannico Rudyard Kipling, nel XIX secolo, fu l’Afghanistan.
Se quella terra era la tavola su cui, per decenni, si era giocato il Grande Gioco, a maggior ragione non era opportuno, qualche mese addietro, lasciare il campo con quella ignominiosa fuga, che non pochi cretini di turno provarono a giustificare parlandoci di “talebani buoni”. Spesso tali idiozie (o coscienti mascalzonate?) alle nostre latitudini e nei nostri palazzi sono state dette e argomentate andando a coincidere con quei criminali politici che oggi non vedono l’ora che il popolo ucraino si faccia “terminare” da Vladimir Putin. Mascalzoni cretini che ignorano sostanzialmente, questo penso, che Kipling soleva indicare con Grande Gioco quella sorta di guerra fredda ante litteram che si svolse tra la fine dell’Ottocento e inizio del Novecento fra, udite udite, l’Impero zarista e quello britannico per il controllo dell’Asia centrale. Quando dico che la geografia viaggia di pari passo con la geopolitica a questo mi riferisco.

Faccio questi sforzi di memoria e di ragionamenti nella mia semplicità e profonda ignoranza perché con uno (Putin) che si ispira ai bei vecchi tempi andati e che oggi addirittura farnetica di Gerusalemme, Chiesa Ortodossa e dei suoi amici di Hamas (il resto sono chiacchiere che mascherano l’odio zarista per gli ebrei e per Israele) bisogna tenere presente non pochi fattori per provare a prevedere mosse future dell’aspirante dittatore di tutte le Russie. Chissà cosa pensa il folle (uno che si comporta come Putin perché non deve essere considerato folle?) quando premia i sanguinari soldati della 64ma Brigata? E quando ordina di fare prigionieri quanti più ucraini possibile facendoli deportare in Russia (ormai sono migliaia), come si vede questo schifoso nel futuro prossimo venturo, forte di tali ostaggi? Se non sono forme di violenza estrema, degne di uno sterminatore macellaio, quella di trascinare in catene (anche se i polsi sono serrati in altro modo) poveri innocenti, colpevoli solo di voler difendere case, figli, mogli, lavoro, Patria? Cosa deve fare di più perché lo si accusi di genocidio? Deve uccidere tutti gli ucraini? La volete smettere di difenderlo e nel farlo cercare di non far affiorare quanto vi univa o ancora sperate che vi unisca al criminale?

Cosa pensa di fare questo pezzo di sterco quando smentisce Elvira Nabiullina, Governatrice della Banca Centrale russa, cioè una che sa esattamente come stanno le cose? Nabiullina che doveva essere sostenuta con altre modalità e intelligenza (ma qualcuno sa fare ancora cose intelligenti?) quando la mimica facciale e la dinamica di quella famosa riunione avevano fatto capire perfino ai ciechi che la signora non ci stava a coprire tanto orrore. Perché si tratta di orrore e del tentativo (va bene così?) di sterminare (così è solo un “tentativo” di sterminio e ho diritto a scrivere quel che scrivo senza puntualizzazioni dei soliti nevrotici cacadubbi), il popolo ucraino che nel frattempo, nella misura di 10 milioni di disperati ha già perso casa, lavoro, parenti e amici, molti morti ammazzati, alcuni sadicamente torturati. Che le armi americane e inglesi facciano il miracolo. Poi chi vivrà, vedrà.


Oreste Grani/Leo Rugens