Ivan Timofeev non consigliava la guerra con l’Ucraina

Ivan Timofeev è uno studioso noto in Italia, fu ospite dell’ISPI il 13 maggio 2019 a un convegno dal titolo significativo: “Russian foreing policy: facing international turbulence”, anzi nel mondo, da quando Joseph Mifsud lo tirò in ballo durante un interrogatorio dell’FBI sostenendo di averlo messo in contatto con George Papadopulos.

Timofeev è soprattutto membro di primo piano del RIAC – Russian International Affairs Council, think tank del ministero degli esteri russo insieme a Lavrov e Peskov; non mancano nell’elenco degli esperti alcuni italiani anche giovani formatisi alla Link Campus e attivi nel delicato settore della cyber security.

A leggere l’analisi di Timofeev riportata di seguito non v’è dubbio che lo scenario di guerra è quello che a suo parere fosse il meno auspicabile. Non è stato ascoltato

Alberto Massari

Ivan Timofeev has been a Director of Programs at the Russian International Affairs Council (RIAC) since 2011. RIAC member since 2016. He is responsible for the intellectual performance of RIAC, managing its programs and projects. His personal background at RIAC includes working with Russian and foreign diplomats, governmental officials, experts, businessmen and NGO-leaders regarding Russia’s foreign policy and public diplomacy.
Since 2015 he also heads a “Euro-Atlantic Security” program at Valdai Discussion Club.
Before joining RIAC, Dr. Timofeev was the Head of Analytical Monitoring Center and Associate Professor at MGIMO-University (2009–2011). He was awarded a doctoral degree in Political Science at MGIMO in 2006. He has a Master of Arts in Society and Politics (Lancaster University and Central European University, 2003) and a B.A. in Sociology (Saint-Petersburg State University, 2002).
Dr. Timofeev is an author and co-author of more than 80 publications, issued in Russian and foreign academic press. He is a member of editorial board at the “Comparative Politics” – an academic journal on foreign policy and political science. In 2013 Dr. Timofeev was elected as a Professor of the Academy for Military Science. Fonte RIAC

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Ivan Timofeev

L’Antidiplomatico

di Ivan Timofeev* – RT  31 gennaio 2022

(Traduzione di Laura Ru)

Nel quadro delle tensioni tra Russia e Ucraina alimentate da USA-NATO quali sviluppi possiamo attenderci?  
Scenario uno: guerra
L’Ucraina sta seguendo una politica apertamente anti-russa. Nel paese si e’ installato un regime per il quale sono impossibili compromessi con la Russia.
Il governo ucraino non vede altro modo per garantire la sicurezza del paese se non attraverso l’adesione alla NATO. È quindi impossibile cambiare la traiettoria dell’Ucraina senza una guerra. Anche se l’adesione alla NATO non avrà luogo per motivi formali nei prossimi anni o decenni, nulla impedisce il dispiegamento di sistemi di attacco e di altro tipo sul territorio del paese, nonché il riarmo su larga scala delle forze armate ucraine finanziato dai paesi occidentali.  Prima o poi, l’Ucraina si trasformerebbe in una piattaforma di lancio per possibili operazioni militari contro la Russia. Data la lunghezza del confine, questa situazione rappresenterebbe una minaccia molto seria per la Russia.
L’esercito ucraino potrebbe essere sconfitto in tempi relativamente brevi ed è possibile evitare una guerra prolungata effettuando un’operazione lampo. Inoltre, sarebbe poi possibile o dividere il Paese in due stati, di cui uno (Ucraina orientale) rimane nell’orbita russa, e l’altro (Ucraina occidentale) in quella occidentale. Oppure, un’altra opzione è imporre un cambio di regime in Ucraina, sperando che non ci sia una massiccia resistenza da parte della popolazione. Le sanzioni occidentali sarebbero un duro colpo per la Russia, ma non fatale. I vantaggi per la sicurezza militare sarebbero maggiori del danno economico. Le sanzioni contro la Russia indebolirebbero ulteriormente la fiducia nel sistema finanziario a guida americana.  Un’uscita dall’economia globale è possibile, e persino auspicabile. L’Occidente stesso è in declino. La sua fine imminente è inevitabile. Una vittoria in Ucraina infliggerebbe un altro colpo all’autorità degli Stati Uniti e dell’Occidente accelerandone la ritirata globale.
In questo scenario, dovremmo aspettarci una rottura radicale dei rapporti tra Russia e Occidente. Porterebbe a (1) una massiccia perdita di vite umane; (2) una crisi economica grave e lunga in Russia; (3) una significativa militarizzazione dell’Europa orientale da parte della NATO. Si formerebbe un ordine radicalmente nuovo in Europa. A causa delle armi nucleari la guerra non si estenderebbe, anche se non si possono escludere nemmeno i rischi di un’escalation in un conflitto tra Russia e NATO. La Russia in questo scenario diventa una specie di Corea del Nord europea, ma con opportunità molto più ampie.
Scenario due: tensione permanente
I costi di una soluzione militare alla questione ucraina sono troppo alti. Anche in caso di una rapida sconfitta delle forze armate ucraine, si pone il problema del controllo del territorio. Il regime fantoccio richiederebbe iniezioni significative di denaro. Allo stesso tempo, sarebbe certamente un regime inefficiente e corrotto. Di fronte ai danni causati dalle sanzioni, alimentare il regime aggraverebbe ulteriormente la carenza di risorse all’interno della Russia stessa.
Anche il controllo completo del territorio dell’Ucraina non impedirebbe all’Occidente di addestrare e armare formazioni ucraine nei territori adiacenti, e finanziare gruppi clandestini nella stessa Ucraina. La guerra porterebbe al declino economico nei territori occupati, cosa che renderebbe la loro popolazione ancora più suscettibile alla propaganda occidentale. Se parte del territorio resta nelle mani del regime filo-occidentale, il conflitto diventerebbe permanente. Allo stesso tempo, nessuno dei problemi di sicurezza della Russia sarebbe risolto e il loro numero non farebbe che aumentare a causa della militarizzazione dell’Europa orientale. La stabilità interna della società russa non è garantita, considerando il danno economico delle sanzioni, il costo della guerra e gli aiuti all’Ucraina. L’inevitabile inflazione e la riduzione dei redditi già bassi alimenterebbero le proteste. Nella società russa si sono sviluppati certi standard di consumo e stili di vita. La popolazione non è pronta per diventare una Corea del Nord europea.
Scenario tre: Lasciar fare, sorridere e godersi lo spettacolo
L’Ucraina è tossica per l’Occidente. Gli aiuti su larga scala vengono rubati e le istituzioni restano corrotte. Il Paese non è un fornitore, ma un consumatore di sicurezza. La sua adesione alla NATO è controproducente per il blocco a causa di conflitti irrisolti e i suoi contributi alla sicurezza comune sono dubbi. L’Ucraina è fonte di numerosi problemi. Salvarla è fastidioso e costoso.
Se l’Occidente lo fa, l’Ucraina renderà la Nato una struttura ancora più squilibrata, in cui aumenterà il numero dei “free-rider”, ossia dei mangia pane a sbafo. Mentre rimane nella sfera occidentale, l’Ucraina è destinata ad un ulteriore degrado. Avverrebbe una “Moldovizzazione dell’Ucraina”, ovvero un deflusso di cittadini verso l’Occidente e la primitivizzazione della sua economia. L’Occidente non avrebbe motivo di sostenere a lungo l’Ucraina con i suoi aiuti. Gli aiuti diminuirebbero man mano che la posizione dell’Ucraina scivola nell’elenco delle priorità dell’Occidente. Senza alcun intervento militare, l’Ucraina si trasformerebbe in un paese periferico e una priorità di terzo ordine nell’agenda globale.
La Russia ha notevoli capacità militari per fermare qualsiasi minaccia proveniente dal territorio dell’Ucraina e dai paesi della NATO. Anche senza l’uso di armi nucleari, la Russia in un conflitto regionale può infliggere danni inaccettabili ai suoi rivali in Europa. Il controllo della Crimea assicura il dominio nel Mar Nero. Il dispiegamento di armi d’attacco o sistemi di difesa missilistica NATO sul territorio dell’Ucraina è possibile. Ma non impedirebbe alla Russia di migliorare i propri sistemi offensivi, che comunque sono in grado di infliggere danni enormi ad un potenziale avversario.
Il regime politico ucraino è instabile. Un lavoro competente e di lungo respiro consentirebbe a Mosca di trovare le leve giuste per influenzare il regime e comunicare con la società.  La Russia potrebbe offrire opportunità alla popolazione ucraina grazie al suo mercato del lavoro e al suo sistema di istruzione. Sarebbero opportunità molto più modeste rispetto a quanto offre la UE, ma ciò non nega la possibilità di un loro utilizzo. Quando si gioca sul lungo periodo potrebbero produrre buoni risultati.
Le relazioni con l’Occidente non si limitano all’Ucraina. La Russia ha molte carte da giocarsi con l’Occidente. Mettere in un angolo la questione ucraina è possibile e persino auspicabile. È probabile che la rivalità tra Stati Uniti e Cina stabilirà il ritmo per la politica globale nei prossimi decenni. Evitare la partecipazione diretta in questo scontro potrebbe lasciare spazi di manovra.

Mifsud e Timofeev