Quando l’ENI mandava armi agli algerini

Nei giorni dell’accordo sulla fornitura di gas algerino, nella giornaliera riunione di redazione commentammo che l’Algeria deve anche all’Italia la propria indipendenza e poiché il popolo algerino non soffre di amnesie eravamo certi che avrebbe aiutato il nostro paese. Chi ci ha consegnato la chiave di lettura della vicenda fu Pompeo De Angelis che in diversi colloqui ci trasferì la sua conoscenza di Enrico Mattei.
Le fonti orali sono la bestia neri degli storici ma il pane quotidiano di chi vive sul marciapiede, guardia o ladro che sia, figuriamoci di chi fa il rivoluzionario o la spia o l’agente segreto o il De Angelis, figura difficilmente classificabile. Attenzione perché anche i banchieri basano parte del proprio agire sulle fonti orali, al contrario di quanto si sia portati a pensare.
De Angelis, oggi allo studio di OMISSIS, in una prestigiosa università straniera, non ha lasciato che una traccia scritta del suo diretto impegno sul terreno algerino e l’ha consegnata al blog che la riprodusse anni fa; nel post dedicava parole commosse a Krim Belkacem, aggiungendo oralmente che fosse suo amico e che gli avesse consigliato prudenza perché su di lui pesava la condanna a morte dei suoi connazionali. Belkacem fu uno dei massimi dirigenti del FLN e De Angelis si nascose dalle parti di Piediluco dopo che Krim fu trovato strangolato in albergo in Germania.
De Angelis avrebbe frequentato l’Algeria in quanto uomo di fiducia di Enrico Mattei, arrivando a sostenere di essere stato l’ultimo a salutarlo a Fontanarossa prima dell’incidente nel cielo in tempesta della Lombardia. Per Mattei o meglio per l’Italia, non certo per denaro, De Angelis, che era segretario di Amintore Fanfani, si occupava di sostenere economicamente e militarmente gli algerini che combattevano contro i francesi per ottenere l’indipendenza. Come sia avvenuto è un segreto che ha portato con sé nelle acque del Nera, dove sono state disperse le sue ceneri.
Oggi 25 aprile, sulle colonne de “La Verità” la nipote di Enrico, Rosangela Mattei, rafforza questo racconto e lo fa con parole nette: “in Algeria, lo so per certo, zio Enrico ha sostenuto la resistenza antifrancese economicamente e con le armi”.
“Sapere per certo” significa avere documenti oppure avere un racconto di fonte autorevole.
La signora Mattei aggiunge che gli algerini ai quali il governo italiano non rispondeva si sono rivolti a suo figlio e da lì si è arrivati all’accordo. Qui mi domando come sia possibile che il ministro dell’energia presso il cui ministero si trova un ufficio dell’ENI non si sia direttamente rivolto ad esso, ma non mi stupisco più di troppo, però penso male.
Trovo appropriato ricordare il 26 aprile un grande partigiano cattolico quale fu Enrico Mattei e raccontare una parte dell’avventurosa vita di Pompeo De Angelis che non ha mai creduto alla tesi dell’attentato.
Alberto Massari
P.S. Data la gravità delle affermazioni ivi contenute, sarebbe importante non solo stabilirne la verità bensì invitare i fratelli francesi che hanno versato sangue proprio e dei soldati algerini per l’indipendenza italiana dall’Austria a un confronto sereno e pacificante una volta per tutte.

Non a caso la bandiera algerina porta i colori dell’Italia.
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È vero quello che dici sulle fonti orali, che sono le più preziose e autentiche, soprattutto quando provengono da “personaggi biblici”, non è una battuta, chi sa capisce, intelligenti pauca.
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Gli articoli di Massari sono sempre molto interessanti e fonte d’ispirazione, complimenti.
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I rapporti Algeria Russia sono ottimi
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Caro Leo,
sono tutte in linea con l’attività sodale di Enrico Mattei come detto nell’unica mia intervista.
saluti da Alberto Grotti
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Slendido caro Massari. Andiamo avanti noi che oltre aver visto Genova,abbiamo amato ed apprezzato Pompeo De Angelis. biografia per pochi. E tu sei tra questi.
Buona giornata. Oreste.
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Errata corrige :sabotaggio non boicottaggio !
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Pur non avendo avuto modo di conoscere Pompeo De Angelis, è stata la sua Algeriade, che ho letteralmente divorato rimanendo a leggere fino alle 4 di notte, a farmi affezionare a questo blog!
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La caduta del aereo di Mattei a Bascapé é stato un tragico incidente dovuto ad una tempesta o provocato da un boicottaggio degli uomini di Di Cristina a Fiumefreddo? Questo é il dilemma!
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Caro Leo,
quando ero Vicepresidente dell’ENI ,nel 1990 , andai a Matelica per commemorare Boldrini il Vicepresidente dell’ENI di Mattei .
Assieme all Sindaco dell’epoca andammo al cimitero di Matelica per onorare il ricordo di Mattei,Boldrini e Girotti :tutti uomini di ENI sepolti in tombe tra loro vicine !
saluti da alberto
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devo ricordare che l’allora P. M. di Pavia Calia ha accertato la esistenza di tracce di esplosivo quindi stabiliamo un ,non dico due, punto fermo; i mandanti ? siamo alle solite: qualcuno dall’estero avrebbe dovuto avere l’autorizzazione dei nostrani ;questo vale per la panzana della mafia russa per capaci
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Chi è cagione del suo mal….
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È vero, le affermazioni contenute nell’articolo sono davvero gravi e a pensar male -come diceva il Gobbo – si fa peccato, ma talvolta ci si azzecca…
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Lascio qui un commento di Giannuli sulle elezioni francesi, che sostanzialmente condivido, anche se si sofferma poco sull’astensione, forse dando per scontata una tendenza in atto da diversi anni anche in Italia, che sembrava essersi invertita con la comparsa sulla scena del M5S, votati da 11 milioni, ma purtroppo poi rivelatisi una clamorosa bufala.
In ogni caso, anche da altre fonti parebbe che l’astensione abbia riguardato soprattutto il grosso degli elettori di Melenchon (che, per distribuzione geografica, sembra che abbia raccolto il voto magrebino), mentre una parte di questi avrebbe votato Macron ed un’altra, più piccola, Le Pen.
Pare anche che Melenchon, che aveva invitato i propri elettori a votare Macron, abbia adesso cambiato atteggiamento anche in vista delle elezioni legislative (in autunno e non l’anno prossimo come dice Giannuli), rivendicando, secondo quanto riferisce la stampa francese, il ruolo di Primo Ministro.
Interessante anche il primo dei commenti, di una persona che vive in Francia (sulla destra).
Macron non mi fa impazzire, anzi, non mi piace affatto e lo considero un vero puppet.
Mi domando: le cose sarebbero andate diversamente se Vlad non avesse invaso l’Ucraina? Nessuno può dirlo. Però una cosa è certa: uno degli aspetti della sua sconfitta consiste nel fatto di aver ricompattato il fronte opposto (al di là delle posizioni tedesche – quelle francesi mi sembrano più “gestuali” che altro), indebolendo le inutilmente prezzolate quinte colonne amiche.
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Giannuli? Le legislative sono a giugno non in autunno. Macron è meno pupariello di quello che si pensa, è sciuscià ma non proprio pupo di legno. Melenchon non ha invitato a votare Macron ma ha ufficialmente dichiarato due cose: al suo elettorato di non votare per la Le Pen e che lui avrebbe votato Macron. Melenchon è un marxista con base elettorale trotskista e appoggio degli immigrati, non solo maghrebini, gli imam gli hanno fatto la campagna elettorale, perché è anche un anticolonialisti. La Le Pen non c’entra niente con la Russia, sono tutte chiacchiere, ha riacquisito per la Francia quel gollismo andato perso con Sarkozy e Precresse agente di influenza della nato in Francia il primo e rappresentante del franco americanismo la seconda, che parla fluentemente russo come la Nuland. Una volta morti tutti i collaborazionisti nazisti e gli ex Oas che erano stati “recintati” da De Gaulle nel fronte nazionale, appostamente creato da lui stesso per facilitare il controllo dei servizi su questi soggetti, la Le Pen ha potuto ricostruire il partito su base golliste rendendo onore al grande amico di suo padre, De Gaulle, che agiva come finto estremista di destra sapendo a cosa serviva veramente il fn. Per questo hanno tirato fuori Zemmour gli ingegneri sociali. Quindi l’antiantlantismo della Le Pen si spiega con la storia politica francese e non con l’attualità della crisi Ucraina. Macron riserverà colpi di scena.
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Non sono riuscito ad andare oltre il settimo minuto ahahhahaha
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Definire De Gaulle “estremista di destra”, pur se “finto”, non mi sembra corretto storicamente.
Sono anni che la Le Pen prende denaro da Putin.
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Infatti non mi riferivo a lui ma a Le Pen, erano amici e il fn è stato creato su volontà di De Gaulle per recintare gli estremisti e facilitare l’attenzionamento, fn affidato a Le Pen dopo l’uccisione di un importante agente dei servizi francesi. Ma quali anni che prende soldi, sono le chiacchiere dei giornali queste, la storia politica francese è molto più intricata di quella italiana,queste sono le semplificazioni dei giornali, sono soldi prestati da banca russa ceca dopo numerosi negoziati falliti con le banche francesi prima, poi emiratine, poi iraniane e quindi russe, se i soldi le banche francesi non te li danno, che fai la campagna elettorale con i soldi del monopoli? Le relazioni e la realtà sono sempre molto più banali del jamesbondismo a tutti costi come chiave di lettura.
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Jamesbondismo?
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Il jamesbondismo è un particolare ramo della propaganda, è la parodia dell’analisi politica che trova spazio sui giornali quando straparlano di finanziamenti politici segreti o semisegreti. Se la Le Pen ha avuto cordiali rapporti con la Russia è perché è il suo antiatlantismo gollista che glielo ha permesso e non il contrario, e cioè è antitlantista perché ha avuto cordiali rapporti con la Russia o addirittura perche ha avuto super mega finanziamenti. Quando al settimo minuto, uno che ha scritto libri sull’intelligence, dice zemmour e le pen bla bla bla tra fascisti ci si intendi blabla, è chiaro che devi spegnere il video, essendo due personaggi molto piu complessi ma soprattutto con apparati dietro ancora piu complessi e soprattutto Zemmour è un elemento che gioca sulla linea del fuorigioco per partite non facilemente comprensibili.
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