Caro Marco Mancini, se non ora quando?

Girano voci, compaiono articoli pieni di insinuazioni, si agita il solito sottobosco dei servizi. Quanto si sia stanchi (tra poco gireremo la boa dei tre quarti di secolo!!!) di dover assistere, da decenni, a questa rappresentazione sguaiata, è difficile arrivare a capirlo.
La complessità degli avvenimenti internazionali non consente ulteriori baruffe nell’ambiente. Se i servizi fossero sotto il controllo del Quirinale, come da oltre dieci anni suggeriamo, questo carnevale, sentite a me, non si potrebbe sistematicamente “celebrare”.
Invece questa storia di Palazzo Chigi che dispone crea ciclicamente le condizioni di una “contabilità” (è fatta di soldi e di ambizioni personali) al disotto di ogni “tracciabilità“. Il Paese a causa di questi periodici scontri di galli cedroni, è condannato ad uno stato di insicurezza permanente e a sprechi senza fondo.

Il modo di intendere la sicurezza della Repubblica necessita di essere modificato (ci vuole un cambio paradigmatico che chiamerò “rivoluzionario”) con la massima tempestività per adeguarsi alle nuove condizioni di esistenza, nazionale e internazionale (avete idea di cosa si prepara intorno a noi con la guerra in corso?) che stanno insorgendo.
Signor Presidente della Repubblica, le entità statali finalizzate alla sicurezza devono essere richiamate da Lei, con assoluta fermezza, ai loro compiti istituzionali e devono cessare, seduta stante, ogni attività finalizzata esclusivamente all’autoconservazione.
Ne abbiamo le tasche piene di queste guerre per bande e di queste cordate di incapaci. I protagonisti dell’ennesima zuffa (una raffica di nomi), se questi sono i risultati, comunque sono stati capaci solo di dissipare tonnellate di denaro pubblico. 
Gli italiani a cui tra poche ore forse arriveranno duecento euro per affrontare i danni dei grovigli bituminosi che anche i servizi non hanno saputo prevedere e prevenire (o pensate che i patti con i russi intorno all’energia siano stati messi a punto all’insaputa dei vertici delle Agenzie?) hanno diritto di vederLa intervenire a difesa degli interessi della collettività che le è stata, da pochi mesi nuovamente affidata. Non basta il COPASIR (anzi), non basta Palazzo Chigi (anzi), non bastano certo gli attuali vertici delle agenzie (anzi). 

Sparigli Presidente, o sarà chiaro fino all’ultimo degli elettori che i nostri servizi (temo con nomi e cognomi) sono, da anni, lacerati da interessi ideati e gestiti nelle centrali “estere”. A Mosca in particolare. Mentre le nostre agenzie avrebbero dovuto essere al servizio degli interessi nazionali, in realtà si sono messe a “servizio” di trame, complotti (grandi e piccoli), di frustranti indagini su stragi, lotta armata, criminalità organizzata.
Ora è scoppiata la guerra in Ucraina e mi sembra complessità sufficiente per mettere mano al grande cambiamento.
E il grande cambiamento va attuato prima che tutti gli italiani aventi diritto al voto scoprano che i servizi non sono deviati ma semplicemente lo specchio fedele di una classe politica che invece di dirigere ha pensato solo a creare complicità con degli uomini e donne avidi e smodatamente ambiziosi, scelti spesso tra i peggiori per essere piazzati negli staff dirigenziali delle Agenzie in modo da avvantaggiarsi personalmente di informazioni riservate o addirittura arrivare a sfruttare la “necessaria segretezza dei conti segreti” per finalità di arricchimento personale.

Io non so se Marco Mancini stava per rivelare la rete di connivenze di una parte cospicua della classe dirigente italiana da decenni al servizio del Cremlino e se per questo è stato bruciato.
La rete dei venduti al duo Putin-Berlusconi è sotto gli occhi di tutti e per conoscerne i rizomi non bisognava certo investire milioni di euro per anni.
Con i soldi dei contribuenti, gentile Mancini, c’era ben altro da fare. Comunque, se proprio ritiene di dover raccontare chi ha scientemente tradito il Paese, ci sono molti e seri modi.
Ne scelga uno e ricordandosi di essere stato carabiniere consegni alla Giustizia i doppiogiochisti e i nomi degli agenti di influenza, provocatori, penetratori, in sonno che, negli anni in cui è stato strapagato al CS, ha individuato.
Passerà qualche guaio ma – alla fine – per tornare a servire lo Stato, vedrà che ne sarà valsa la pena.
Forza e coraggio Mancini, se non ora quando? O taccia per sempre.

Oreste Grani/Leo Rugens