Come ci siamo cacciati nel vicolo cieco dell’accordo capestro con la Russia di Putin?

Prima del lontanissimo biennio 2025–2026 l’Italia, anche se volesse (ma vuole?), sentite a me, non si libererà degli accordi con la Russia di Putin.
Il Congo e soluzioni similari sono fumo negli occhi. Se non il solito altro.
Che Putin fosse un despota sanguinario lo si sapeva da lustri.
Cosa è successo in Italia dal 1999, quando Putin è salito al potere in Russia? Vogliamo fare un po’ di nomi di chi ha tessuto il business tra Mosca e Roma?
Chi ha firmato i contratti?
Mi volete querelare anche se chiedo di fare i nomi di chi ha sottoscritto atti pubblici?
Fatti i nomi sarà almeno possibile insinuare una qualche connivenza, qualche ladrocinio, qualche danno erariale. Diffamando dei galantuomini, come Leo Rugens è solito fare.
Vogliamo indicare senza ambiguità chi ha tratto vantaggio da questi accordi? E quando dico “vantaggio” intendo dire soldi e potere. Possibile che sia un’indagine tanto difficile? Possibile che non si possa descrivere in un quadro sinottico di facile lettura, legami certi e date certissime?
Se mi rimane tempo e lucidità prometto che mi ci metto.
Nel frattempo rimango in attesa dei 200 euro (il 1° luglio 2022 con la pensione?) per lenire le difficoltà degli aumenti dei costi energetici.
Oreste Grani/Leo Rugens