Berlusconi dall’URSS alla Russia per tacere del Costanzo

Mosca, maggio 1988: manifesto celebrativo del contratto fra la tv sovietica e la società berlusconiana “Publitalia ’80”

BERLUSCONI SBARCA IN URSS GESTIRA’ LA PUBBLICITA’ EUROPEA – la Repubblica.it

di GIORGIO LONARDI

29.4.1988

MILANO Silvio Berlusconi sta per sbarcare in Unione Sovietica. E’ infatti alla stretta finale un maxi accordo fra Pubblitalia e il governo dell’Urss che attribuisce alla società del gruppo Fininvest l’esclusiva come concessionaria per la pubblicità delle aziende europee in Russia. Con questa intesa la perestrojka di Gorbaciov liquida un altro tabu della società sovietica, quello dell’advertising che si affaccia quindi prepotentemente alla ribalta economica travolgendo resistenze ideologiche e politiche. Quanto alla Fininvest non conferma nè smentisce la trattativa. Un riserbo doveroso quando si negozia con uno stato straniero. In realtà Marcello Dell’Utri, amministratore delegato di Pubblitalia, doveva volare a Mosca già ieri pomeriggio subito dopo la conclusione di una conferenza stampa che si è svolta a Milano nella sede del Comune a Palazzo Marino. Una serie di piccoli contrattempi avrebbe rimandato l’incontro di qualche giorno. Tuttavia le difficoltà che ancora si frappongono alla firma sarebbero ormai del tutto marginali. Tanto è vero che una serie di telefonate svoltesi in serata fra lo stesso Dell’Utri e l’avvocato Vittorio Dotti, il negoziatore di Fininvest che si trova nella capitale sovietica da alcuni giorni avrebbero rasserenato gli animi. Il colpo messo a segno da Berlusconi appare di grande portata. Non tanto per gli immediati vantaggi economici quanto per le prospettive che schiude. A cominciare dall’apertura di un mercato composto da 250 milioni di persone, virtualmente dei non consumatori che il regime vuole incoraggiare agli acquisti. Non solo. Pubblitalia si presenta in Unione Sovietica a poco più di due mesi dal varo di una legge che di fatto introduce la pubblicità in Urss. Anche se i particolari dell’ intesa non sono ancora stati resi noti almeno tre appaiono gli atout in mano a Pubblitalia. I) Negli ultimi 12 mesi si sono moltiplicate le joint-venture fra imprese sovietiche e società europee. In molti casi si tratta di accordi che riguardano beni di consumo, soprattutto nel settore del tessile abbigliamento. Parte di questi prodotti sarà esportata ma una fetta, probabilmente maggiore, verrà commercializzata in Urss. S’impone quindi un ruolo trainante della pubblicità proprio allo scopo di vendere ai sovietici scarpe, pullover, abiti da uomo e da donna, calze, magari anche le pellicce. 2) Nel prossimo futuro è anche ipotizzabile un graduale incremento dell’esportazione in Urss di prodotti europei di largo consumo. E anche se difficilmente il business risulterà subito di dimensioni rilevanti è destinato a crescere. La posizione di Pubblitalia come unico concessionario è quindi decisamente strategica. 3) Fra gli scopi della perestrojka c’è anche quello di migliorare la qualità dei prodotti offerti al pubblico. E finora i consumatori sovietici sono stati mortificati non solo dalla carenza delle merci ma anche dalla tristezza delle confezioni (il packaging in gergo pubblicitario) dai nomi privi di fantasia oltre che dallo scarso pregio di buona parte dei generi di largo consumo. Ebbene, uno degli obiettivi che la pubblicità dovrà raggiungere in Unione Sovietica è proprio quello di favorire la conoscenza (e l’acquisto) del buon prodotto fra il pubblico sovietico. Ad aprire le porte dell’Urss a Berlusconi è stata la nuova legge approvata in febbraio. Un provvedimento rivoluzionario – spiega Fulvio Zendrini, international executive dell’Armando Testa, la maggiore agenzia pubblicitaria a proprietà italiana – perchè grazie ad esso la pubblicità non è più monopolizzata dal governo. Al contrario le grandi aziende sovietiche possono prendere contatto diretto con le società occidentali del settore aprendosi alle nuove tecniche pubblicitarie. Non è un caso che la perestrojka nella pubblicità sia stata annunciata sempre in febbraio a Mosca da un convegno intitolato Reklama’ 88. Un appuntamento al quale si erano presentati da parte italiana Pubblitalia, Armando Testa e Fap, una società operante nel settore delle affissioni. In quell’occasione Berlusconi e Dell’Utri hanno potuto esaminare alcune novità molto interessanti e ricche di prospettive per il futuro. Eccole. A parte la Pravda e le Izvestia tutti i grandi giornali sovietici cominceranno ad aprire piccoli spazi per le inserzioni pubblicitarie. Contemporaneamente anche la Tv ha rotto gli indugi. Oggi in Urss si trasmettono un paio di spot al giorno in orari dalla audience molto bassa. Si tratta di uno spiraglio che Sua Emittenza poterebbe sfruttare nel modo migliore. Non per nulla Pubblitalia ricava la maggior parte dei suoi mille 200 miliardi di fatturato dalla concessione di pubblicità per Canale 5, Italia 1, Rete 4 e più recentemente TeleCapodistria, Italia 7 e Junior Tv. Senza contare l’esperimento tedesco di Publitel, la concessionaria posseduta al 50 per cento che gestisce Telefunf, la rete televisiva recentemente acquistata in Germania. La presenza italiana nell’est è inoltre testimoniata dalla partecipazione di Marco Testa, amministratore delegato della Armando Testa al festival internazionale della pubblicità televisiva di Brno in Cecoslavacchia. Testa, infatti, è stato nominato membro della giuria internazionale che giudicherà i migliori spot del Comecon. Ed è la prima volta che un pubblicitario di un paese occidentale ricopre un ruolo di questo tipo.

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Il nome di Berlusconi Silvio compare spesso negli appunti di Mino Pecorelli dal gennaio 1977 e “due giorni prima di essere ucciso [1979 ndr], il 18 marzo, il direttore di «Op» aveva annotato, tra gli altri, i nomi di Berlusconi e Caltagirone”, il 12 marzo “Pecorelli aveva scritto ancora il nome di Confalonieri, appaiato a quello di Rolando Picchioni (deputato DC affiliato alla P2, originario di Como [fino al 2015 onnipotente presidente padrone del Salone internazionale del libro di Torino ndr])”. Michele De Lucia inizia così il suo “Il baratto” (Kaos Edizioni 2008), saggio dedicato ai rapporti tra Berluconi e il P.C.I. per tacere di Valter Veltroni.

De Lucia nota come una rivista di area migliorista “Il Moderno” di Gianni Cervetti e il “Re” Giorgio Napolitano, sostiene Mediaset nella tempesta che si scatena al tempo della conquista dell’etere, alla fine degli anni Ottanta, incassando soldi a palate per le pubblicità ospitate nella testata.

Un pettirosso, un po’ schifato, mi ha riferito che Armando Cossutta e Napolitano, via Cervetti, furono le guide indiane che portarono Berlusconi al Cremlino e che per questo furono ricompensati: il primo con l’appalto per la “pulizia dei cessi” di Mediaset, il secondo con la pubblicità di cui sopra.

Per non farci mancare nulla, vi riporto una impresa del “fratello” Maurizio Costanzo del quale reco indelebile il ricordo del pianto televisivo in cui si scusava per non avere capito che cosa fosse la P2.

Alberto Massari

P.S. Perché Giovanni Falcone si facesse ospitare nella trasmissione del piduista “pentito” a casa Berlusconi è una domanda che mi pongo da qualche tempo; voglia di osservare i criminali dritto negli occhi?

ricerca.repubblica.it

A MOSCA CON COSTANZO – la Repubblica.it

24.4.1987

Come ricordo del viaggio nello spazio, l’astronauta sovietico Gyorgy Gretchko conserva la riscoperta della “voglia delle cose semplici della vita. Quando la nave aggancio mi chiese cosa volevo che mi portassero da terra ho chiesto pane e cipolla. Chissà perchè. E alle pareti, anche se avevo dei quadri, ho preferito appendere una foglia di pioppo e il disegno di un fiocco di neve”. Gretchko è uno degli ospiti del Maurizio Costanzo Show (22,30, Canale 5), stasera nella specialissima edizione registrata a Mosca negli studi del Teatro Ostankino il 19 aprile scorso. La tramissione sarà diffusa nel corso del mese di maggio sulle 116 reti che coprono tutto il territorio sovietico, per un ascolto medio di 140 milioni di telespettatori. La disponibilità con cui la troupe italiana è stata accolta, sia dai tecnici televisivi che dalle autorità dell’ Urss, hanno piacevolmente sorpreso lo stesso Costanzo, che non ha avuto difficoltà a coinvolgere nel suo gioco di chiacchiere, memorie, provocazioni, scherzi, tipici del suo talk-show, perfino Vladimir Zagladin, primo viceresponsabile del dipartimento internazionale del partito e Vladimir Popof, viceministro della televisione, personalità ufficiali che con la loro presenza allo show hanno sancito l’interesse dell’Urss per una collaborazione tra le televisioni dei due paesi. Un’altra ospite che Costanzo ha intrattenuto nel suo “salotto” è stata Maya Plissetskaya, che, tra l’altro, ha confessato di amare molto il calciatore Paolo Rossi. A rappresentare la tv sovietica, ci sono un conduttore di programmi, Aleksander Massiliakov e una presentatrice, Tatiana Romashina. Per la prima volta intervistato da una rete italiana c’è Giuliano Gramsci, unico figlio vivente di Antonio Gramsci, che Maurizio Costanzo ha incontrato al Gorki Park. Nato e vissuto sempre a Mosca, Giuliano Gramsci insegna clarinetto e flauto dolce. A raccontare la normalità quotidiana di una coppia moscovita, ci sono due giovani, Natalia e Piotr Spiridonof. Anche da parte italiana, gli ospiti sono di vario genere. C’è Gianni Cervetti, capogruppo dei deputati della sinistra al Parlamento europeo, e c’è il prefetto Elveno Pastorelli, capo di gabinetto della protezione civile che ha suscitato un momento di commozione ricordando la vicenda e le polemiche intorno al caso della morte di Alfredino Rampi. Per lo spettacolo, Barbara De Rossi e Riccardo Fogli. La popolarità della De Rossi in Urss è dovuta alla “Piovra uno”, di recente trasmessa. Al Maurizio Costanzo Show sono intervenuti tutti i corrispondenti dei principali quotidiani italiani a Mosca, invitati a raccontare la loro esperienza e le loro impressioni sulla città.