Tanti auguri a chi?

Falcone era un grande magistrato e un uomo con un forte senso delle istituzioni. Non ebbe mai la tentazione di distinguere le due identità perché aveva ben chiaro che la funzione del magistrato rappresenta una delle maggiori espressioni della nostra democrazia e, in qualunque ruolo, ha sempre inteso contribuire, con competenza e serietà, all’affermazione dello Stato di diritto.
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
23.5.2022
Chi sono io per guidicare o capire o interpretare i rapporti tra P.C.I. e Mosca?
E quale competenza avrei nel maneggiare fonti aperte prodotte da un Valerio Riva che ebbe rapporti strettissimi con Giangiacomo Feltrinelli ed “editoriali” con Federico Umberto d’Amato?
Autore del monumentale “Oro da Mosca”, pietra miliare della Mondadori di Silvio Berlusconi (lo trovate a pag. 592 immacolato come un giglio), accosta nelle pagine che vanno dalla 312 alla 317: Enrico Berlinguer, Armando Cossutta, Franco Ionta, Nitto Palma, Luigi de Ficchy e Giovanni Falcone, per citare alcuni.
I vivi e i morti, santi martiri e santi politici, magistrati Amareggiati: chi sono io per giudicare.
Il riassunto dei fatti; siamo nel 1992 e a Mosca è in corso un epocale regolamento di conti negli apparati ex sovietici, volano gli stracci e i dossier. Salta fuori una carta del 5 maggio 1974 nella quale si descrive una “assistenza speciale” (“speciale” piace tanto a Mosca) che il P.C.U.S. avrebbe fornito al P.C.I., per opera del K.G.B., addestrando diciannove membri di sua fiducia alle arti dello spionaggio a spese del popolo sovietico e in terra sovietica.
Oggi, 25 maggio, ricorre il centenario della nascita dell’allora segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, che a detta del documento non poteva che essere informato in tutto e per tutto dell’assistenza speciale, passaporti falsi inclusi.
Negli stessi giorni del 1992 in cui usciva il dossier, a Mosca si trovavano in missione Franco Ionta, Nitto Palma e Luigi de Ficchy – è sempre Riva che scrive; i tre avevano avuto un colloquio con Giovanni Falcone che era in rapporti con Valentin Stepankov cui lascio la parola: “Nel gennaio 1992, durante la mia prima visita a Roma, ebbi un incontro con il giudice Falcone. Era presente il procuratore capo di Roma, Ugo Giudiceandrea. Da quanto capii, il dottor Falcone aveva avuto mandato dal Presidente della Repubblica Cossiga di svolgere un’inchiesta giudiziaria anche per quanto riguardava le attività finanziarie del Partito comunista italiano. Si trattava di chiarire se il denaro del PCUS ricevuto dai comunisti italiani non fosse stato usato successivamente per dei fini terroristici a sfondo politico o per contatti mafiosi. Da parte mia riferii al dottor Falcone circa i documenti a nostra disposizione. Documenti sui legami dei comunisti italiani con l’Unione Sovietica e sul tipo di rapporti che avevano avuto. Precisai che questi contatti e rapporti si svolgevano tramite il KGB. Il dottor Falcone di mostrò un grande interesse per la faccenda. Rimanemmo d’accordo che a una certa fase del nostro lavoro, noi gli avremmo scritto e lo avremmo invi tato a Mosca per consegnargli la documentazione e, se la cosa interessava, per farlo parlare con le persone che in qualche modo avevano avuto a che fare con il trasferimento del denaro. Ai primi di maggio inviai a Roma una lettera in cui invitavo Falcone e Giudiceandrea a venire a Mosca. Mentre aspettavamo la risposta, un sabato sera seppi dal telegiornale che Falcone e sua moglie erano morti a Palermo per un attentato dinamitardo. La notizia mi colpì terribilmente…”.
Diamo la parola a Riva: “L’attentato di Capaci impedì dunque a Falcone di recarsi a Mosca, come aveva previsto. Come sarebbe andata avanti l’inchiesta se l’avesse condotta lui, ormai non possiamo più saperlo.
Certo è che dopo la morte di Falcone, il procuratore Giudiceandrea dovette cambiare i suoi piani. L’inchiesta era iniziata nell’ottobre dell’anno prima, 1991, dopo le prime rivelazioni uscite dagli archivi moscoviti sui finanziamenti occulti del PCUS al PCI. Dopo la strage di Capaci fu divisa in due tronconi. Il primo, affidato ai sostituti Ionta e Palma, si proponeva di indagare se e in che modo l’oro di Mosca avesse contravvenuto alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti. Il secondo troncone aveva invece per oggetto le possibili implicazioni eversive di quei finanziamenti: se cioè l’oro di Mosca potesse anche esser servito ad alimentare una struttura clandestina armata del PCI. O addirittura a finanziare organizzazioni terroristiche come le Brigate rosse e simili.
Questo secondo troncone dell’inchiesta era stato affidato al sostituto procuratore Luigi de Ficchy. Non a caso, perché De Ficchy già da tempo stava conducen do una sua indagine sull’esistenza di un presunto «braccio armato» del PCI dal dopoguerra a oggi”.
È tutto noto ma tutto ancora senza una tonda verità e la giustizia che renda unica e condivisa la memoria e onore ai caduti.
Il problema è rappresentato da quegli uomini delle istituzioni che non hanno contribuito all’affermazione dello Stato di diritto.
Alberto Massari
Quindi il mandante dell’attentato sarebbe il kgb che avrebbe commissionato l’operazione a cosanostra?
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Sembra che l’autore del libro cada nel post hoc ergo propter hoc.Storicamente cosanostra è legata al potere politico e militare americano e non russo.
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Oltre al bianco e al nero esiste (è sempre esistito) il grigio… Anche se il colore dei piccioli è verde (in realtà no, rossicci, bluastro ecc… Ma si dice così)
😊
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Sulle scacchiere esiste solo il bianco e nero. Il gioco dell’oca è invece piu colorato. Ma esistono campi o bianco o nero, sono le regole. La dama ha pezzi tutti uguali, semplici, che differiscono solo per colore o altezza, con la promozione in senso verticale , po gli scacchi diventano piu complessi, i pezzi sono differenziati si muovono in maniera diversa, la promozione limitata a un solo tipo di pezzo ma che ti trasforma in un’altro,molte regole, molte strategie. Poi con il go ritorna la semplicità dei pezzi della dama, aumenta la complessità e il numero delle combinazioni rispetto agli scacchi, niente promozioni, niente eliminazioni di pezzi, ma vince chi accerchia. Come vedi il bianco e nero possono avere più sfumature di tutti i colori messi insieme, non è il numero degli elementi che determina la complessità, ma la loro sequenza.
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Come ben saprai e puoi verificare tu stessa, possiamo esprimere qualsiasi numero del sistema decimale, che usa 10 cifre-colori, in cifre binarie, usando solo due elementi, l’1 e lo 0, il bianco e il nero. Bianco e nero, anche quando usati in versione manichea possono esprimolere la stessa complessità del pavone degli yezidi.
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Cara Poiana, ma quanto ti piace giocare coi numeri?? Da uno a dieci?? 😊
Ma temo che i tuoi giochi siano troppo raffinati per il livello medio dei giocatori passati ed attuali.
Se ascolti qualche intervista (sempre pesantemente allusiva) di uno come Gelli non potrai non notarne la rozzezza e un certo non so che di viscido.
E poi: non penserai che uno così abbia agito per anticomunismo. Io credo che, come si dice a Roma, dell’anticomunismo “non gliene potesse fregare di meno”, se non per il fatto che costituiva un ottimo “ombrello” per fare affari senza essere disturbato.
Che cosa ha a che vedere un soggetto del genere con l’eleganza del bianco e del nero? Soltanto il grigio è il colore che gli si addice. E anche un altro che non dico perché sono pur sempre una signora 😊
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Non sono molto convinto sulla rozzezza dell’elemento, anche cilicio e flagelli sembrano mezzi rozzi ma nascondono pratiche raffinate di gestione delle risorse umane. Una intervista è poco per profilare un individuo. Medusa a un orecchiante dell’argot risuona made in usa.
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A proposito di giochi con i numeri, un tempo vendevano a mille lire “Introduzione alla filosofia matematica” di Russell(con due elle, mi raccomando), dovrebbe essere un libro di testo obbligatorio a scuola. Mille in cambio di 18 capitoli, mi sembra un buon affare.
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POIANA POIANA MIA, MASSARI NON DICE Q
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UESTO. Dice altro. Anzi dice tanto altro. Ma questo è un altro discorso. Grani.
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Ok
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ancora con questa storiella di mosca per la strage di capaci? per caso totò e soci a chi hanno chiesta l’autorizzazione per la strage a mosca oppure a roma?purtroppo falcone ha giocherellato con giulione errore gravissimo!!!!!!!!!!!!!!!!! lo verso in sede di corte di assise di palermo ha dichiarato: SONO STATO L’AUTISTA DI PROVENZANO CHE IN RISPOSTA ALL’APPELLO DELLA SIG.RA SCHIFANI HA DICHIARATO DI AVER COMPIUTO LA STRAGE PER UN FAVORE AD ANDREOTTI CHE AVEVA PROTETTO LA LATITANZA DI RIINA;
CHE COSA HA SCRITTO IL GENERALE SERRAVALLE NEL CONSIGLIO DELLE OMBRE EDITO DA PIRONTI? GIULIONE HA DISPOSTO TRAMITE L’ANELLO LA STRAGE;
CHE COSA HA DICHIARATO ALLO SCRIVENTE UN EX COLLABORATORE DI PECORELLI IN OTTIMI RAPPORTI CON IL ROS? FALCONE AVEVA AVVIATO UNA TRATTATIVA SEGRETA CON RIINA ED IL RISCHIO CHE IL SUPER SUPER PENTITO AVREBBE DETERMINATO IL CROLLO NON SOLO DI GIULIONE E SOCI ( PCI E CRAXI ) MA ANCHE DEL COROLLARIO AFFARISTICO;
ANCORA CON MOSCA E BASTA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Ciao Pietro! Allora il “Grande Vecchio ” di cui parlava Domenico Sica era Giulione? Io sospettavo fossi tu! 🤣🤣🤣
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tanto micidiale quanto simpatico
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