L’isolamento di Nicola Gratteri prelude a qualcosa di tragico?

Speriamo proprio di no. La speranza si basa anche sul dato che molti personaggi, organici al sistema, si potrebbero sentire ormai soddisfatti di aver silenziato il magistrato calabrese. Uno come Nicola Gratteri non doveva passare e alla fine non è passato. Per qualche giorno pubblichiamo questo post posizionandolo in evidenza in home page. Altro non possiamo fare arruolandoci tra quella gente che, giustamente, come dice il magistrato, gli vuole bene.
Noi che non siamo nessuno, non solo gli vogliamo bene ma teniamo a lasciar detto che da oltre venti anni ci ispiriamo al pensiero complesso elaborato dall’antropologo Vito Teti a cui sappiamo pensa, come cittadino e magistrato, anche Gratteri. Questo dettaglio di natura culturale, come abbiamo avuto modo di scrivere più volte e in particolare nel post “LA MAFIA? NON ESISTE. TANTOMENO LA ‘NDRANGHETA. SOPRATTUTTO NEL NORD ITALIA. MA ORA PARLA NICOLINO GRANDE ARACRI” che oggi ripostiamo a seguire, speriamo sia il collante per un futuro possibile di azione civile, lui personaggio della sua caratura e noi marginali e ininfluenti come amiamo definirci.
Caro Gratteri, vecchi e stanchi come siamo, possiamo fare poco per sostenerla in questa fase difficile della vita professionale e umana. Poco ma non nulla e questo nulla, ne sia certo, sarà fatto.
A cominciare dal vigilare che, a saperlo fare, non è mai cosa minore.
Oreste Grani/Leo Rugens



LA MAFIA? NON ESISTE. TANTOMENO LA ‘NDRANGHETA. SOPRATTUTTO NEL NORD ITALIA. MA ORA PARLA NICOLINO GRANDE ARACRI

…e forse si scopre che la mafia (soprattutto la ‘ndrangheta) non solo esiste ma è una sola cosa con tanta finanza, troppi imprenditori disonesti, tanta politica, tanta burocrazia statale, un pizzico di forze dell’ordine, con un ciuffo di magistratura. Tenetevi forte perché si parte sull’ottovolante e ce ne sarà per tutti. Ritengo che sia cominciato (almeno così sogno) il grande svuotamento, da dentro, auspicato dall’antropologo culturale Vito Teti, grande intellettuale di cui vi parlo da tempo non sospetto. 

Speriamo quindi che chi interroga (Nicola Gratteri) e chi risponde (intendo il vecchio mafioso) aiuti a comprendere cosa si intenda quando si dice svuotare dall’interno:

Svuotare la ‘ndrangheta dall’interno significa fare capire che il crimine crea ricchezza per pochi e lascia nella miseria; getta nel dolore e nel lutto quanti da essa si fanno attrarre. Svuotare la ‘ndrangheta significa svuotarne i falsi valori, prosciugare il brodo di coltura, bonificare il contesto in cui si afferma. Svuotare, dribblare, rendere inutile e insensata la ‘ndrangheta comporta una grande capacità di conoscere, comprendere, interpretare, indagare il fenomeno, nei suoi molteplici aspetti. Conoscere e rispondere. Interpretare e agire. L’azione, quando viene portata avanti con convinzione e credibilità, genera meccanismi virtuosi, contagia, fa riflettere. Quando si afferma la necessità che la ‘ndrangheta vada studiata nelle scuole o sia oggetto di materie di insegnamento, non si pensa certo a generici spazi universitari: il progetto è più ambizioso e chiama in causa anche il ruolo delle Università, della scuola, della politica, della società, dei partiti, della Chiesa.

Bisogna dare la caccia alle teste pensanti, oltre che ai manovali della criminalità organizzata. Bisogna scardinare quel grumo di potere occulto che garantisce da sempre la sopravvivenza delle mafie. I centri di potere politico ed economico sono la ragione del successo dei boss e dei loro gregari. Quelle «menti raffinate» di cui parlava Giovanni Falcone sono simili alle «teste pensanti» su cui finalmente si comincia a indagare anche in Calabria e nel resto del Paese. La zona grigia è come l’acqua e l’aria, indispensabili alla vita e alla sopravvivenza degli ‘ndranghetisti.”

Oreste Grani/Leo Rugens