Verso il biennio 2024-2025

Verso il biennio 2024-25: ovvero come sviluppare e possibilmente partecipare ad ogni momento di libera discussione.

Papa Francesco si prepara al rush finale, quello suo personale (come tutti) e quello doverosamente legato alla missione per cui è stato scelto: risolvere saggiamente la dicotomia centro e periferia. Ovviamente con l’augurio che viva lucido altri venti anni.
Comunque, nomine (il capo della CEI card. Matteo Maria Zuppi e l’annuncio di nuovi cardinali provenienti dalla “periferia” del Pianeta”), i sommovimenti internazionali violenti (e non parlo certo solo della guerra in Ucraina), infastidito da figure parapolitiche (l’ex di Forza Italia, avv. Antonio Capuano) che ammiccano sui media facendo credere che Salvini (grazie al suocero coatto e canuto?) potesse contare su incarichi diplomatici al fine di far scoppiare la pace, il Papa francescano-gesuita, secondo me che notoriamente capisco poco o niente, allunga lo sguardo verso il Giubileo del 2025, in vista del quale, nella Chiesa di Roma, mi sembra si scelga di come accogliere “i pellegrini di speranza” che si ritiene, condizioni generali complessive permettendo, numerosi vengano a Roma.

Pellegrini che a quella data (mancano trenta mesi all’apertura della Porta Sacra) si presume, tra le tante pre-occupazioni che li impegneranno (quelle note ad oggi e quelle che potranno insorgere in questo lasso di tempo), vivranno in un mondo ancora più caotico e dove ci sarà il condizionamento di personalità influenti che, pur di non fare scelte eque, arriveranno a teorizzare che è la Natura ad inventare costantemente i mezzi più ingegnosi per sottrarre il cibo all’uomo. La Natura e non l’azione cosciente di uomini malvagi. 
E’ mia semplice opinione che nei prossimi trenta mesi lo scontro tra i Grandi Mascalzoni, maestri venerabili o meno, primi o secondi sorveglianti, esperti terribili o bonaccioni, assonnati o iperattivi controiniziatici, teorizzano essere arrivato il tempo dei Tiranni Illuminati (alla Putin-Kirill o i vertici del Partito Comunista Cinese, per fare esempi) capaci di imporre un’etica mondiale e chi si batterà per rianimare la scelta democratica (stanca certamente come solo i ciechi non vedrebbero, ma non deceduta) risolvendo l’anarchia che tende a strutturarsi (è un paradosso?) dove si è però ancora liberi di pensare e provare ad unire gli uomini intorno ad un progetto futuro. Che manca. Manca un progetto futuro nelle chiese e nei luoghi di pensiero “laico” (a cominciare dalle università) dove all’idea che serpeggia che siano i tiranni illuminati con il loro carisma o con la forza destinati a guidare miliardi di persone, si contrappongano figure eccezionali per doti intellettive e profonda e comprovata saggezza (introvabili?) capaci di farsi intendere con il consenso (sembra impossibile ad oggi guardandosi intorno), orientando i cambiamenti ormai innescati dalle rivoluzioni tecnologiche e dalle macchine autoapprendenti, al fine di alimentare l’embrionale abilità/volontà delle popolazioni di riflettere sulle cose.
Nei trenta mesi che ci dividono dall’appuntamento giubilare, assecondando paradossalmente lo scetticismo verso le varie forme di potere, è necessario sviluppare qualunque opportunità di riflessione e di libera discussione. Non solo nella rete dove l’inganno e la manipolazione è favorita. Libere discussioni in presenza ovunque sconfiggendo la paura generica del futuro o la ricerca permanente del capro espiatorio.

Libere discussioni ovunque sembra perfino a me che l’ho ideato come panacea di tutti i mali, un programma deboluccio-deboluccio. Eppure non mi viene in mente altro. Per quello, se avessi avuto soldi e aiuto istituzionale, nel dicembre del 2019, avrei voluto rianimare le Giornate Internazionali del Pio Manzù, in quel di Rimini. Per quello, dal lontano agosto del 2013, suggerisco di rafforzare un appuntamento come il Congresso Mondiale di Filosofia che, tenutosi a Pechino nel 2018, si svilupperà a Roma, nel 2024.
2024 che, notoriamente, viene prima del 2025. Cioè quando la Chiesa di Roma aspetta i “pellegrini speranzosi”.
Sperando (questo è il verbo) pertanto che, appuntamento qualificato dopo appuntamento qualificato, l’abilità in crescita delle popolazioni di discutere si trasformi in riflessione prima e determinazione dopo, a contrastare le tirannidi. A cominciare da quelle che i Gran Maestri, di qualunque obbedienza mondiale o casareccia siano, spacciano per “illuminate”. La tirannide è sempre una dittatura ed è sempre sanguinaria.
Comunque mettiamoci in cammino al fine di non rimanere estranei alle discussioni, strumenti indispensabili per sviluppare le riflessioni.

Oreste Grani/Leo Rugens