Il lettore CELIA mi fa notare che non ci sono rapporti tra Luciano Carta e questo Piergiorgio Bassi. Va bene

ll lettore “Cèlia” (l’accento l’ho aggiunto io) mi scrive chiedendomi gentilmente di approfondire il documento “Note Cecilia Marogna” e di prendere atto che nello stesso non si afferma mai che Luciano Carta e Piergiorgio Bassi fossero in rapporti stretti. Erano altri gli ufficiali delle nostre agenzie di intelligence che frequentavano questo personaggio. La scelta del nikname a volte cela cose di un qualche valore. Cèlia, ad esempio, a me fa l’effetto di un approccio scherzoso senza alcuna intenzione d’irridere. Quando mi si scrive con gentilezza e facendomi notare dove e quando sbaglio, sono pronto. Ho riletto l’impegnativo documento e la narrazione conferma quanto mi si segnala: Bassi e Carta non non non erano o sono sodali in niente. Bene. Anzi aggiungo, prendendolo da una fonte aperta, un cv di Luciano Carta e che ad ognuno rimanga liberamente di riflettere cosa saprà fare in Leonardo. Compresa l’attuazione della passione per l’intelligence.
Anzi vado oltre e mi auguro che sia stato trovato uno con qualche qualità utile a governare la drammatica fase di transizione che aspetta la Repubblica. Perché, spero che questo mi si passi, la transizione ad altro è cominciata e nessuno sa come andrà a finire mentre i vertici di Leonardo ex Finmeccanica sostengono, da anni, di aver guidato la galassia imprenditoriale affrontano il cambiamento e, nel farlo, costruendo il futuro. Spero anche il nostro di comuni cittadini e non solo quello delle bravissime persone che, operando per conto dell’Italia in oltre cinquanta paesi in cui il gruppo è presente, vengono macroscopicamente retribuite.
I vertici di Leonardo sostengono, parola più parola meno, che il loro modo di operare, passando per le azioni quotidiane delle decine di migliaia di dipendenti e collaboratori e nutrendosi di integrazione ed efficienza della risorsa umana stessa, ha in sostenibilità e responsabilità le sue fondamentali parole chiave e obiettivi di gruppo. Sostenibilità e responsabilità che sono affidate anche nelle mani di Luciano Carta.
Oreste Grani/Leo Rugens
Ho trovato davvero molto strano che il memoriale Marogna sia stato ignorato dalla grande stampa nazionale, nonostante i contenuti tali da far saltare sulla sedia anche un lettore poco informato. Lo ha pubblicato soltanto Il Faro di Roma, nell’ambito di una serie di articoli a difesa del cardinal Becciu firmati dal ragusano Tonino Solarino.
Molti di questi articoli vengono ripresi da questa piccola testata online:
http://www.korazym.org/korazym-org-si-presenta/
Ma ciò che è più interessante è il legame tra Solarino e la Comunità di S.Egidio, Andrea Riccardi e Mario Giro. E S.Egidio non può che portarmi ai numerosi post, presenti in questo blog, dedicati alla figura dello scomparso Margerie, firmati dalla bella Dionisia, sempre affascinante anche se non si depila.
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La testata online Korazym, il suo direttore e la redazione (molto sicula) destano un certo interesse. In particolare il direttore belga, legato ai soliti anacronistici ordini cavallereschi, che a lungo è stato assistente alla sala stampa del Pontefice (che evidentemente i nemici se li tiene vicini?), nonché coinvolto in un numero consistente di viaggi apostolici e pure segretario del (fiammingo) Comitato per l’azione nei Paesi dell’est.
http://www.korazym.org/la-redazione-2/
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Stai andando lontano opportunamente per poter interpretare il cerchio concentrico interno. O.G.
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I viaggi apostolici fanno tornare alla mente un altro viaggiatore e solerte accompagnatore di papi in giro per il mondo, cioè quel Mario Benotti che ha in comune con il belga di cui sopra il fatto di aggirarsi per le varie strutture preposte alla comunicazione del Pontefice.
Ciò che l’articolo a cui di seguito si rimanda sembra infatti raccontare è una guerra senza esclusione di colpi tra addetti stampa, ruolo particolarmente ambito, a quanto pare, probabilmente anche per via delle strategie di manipolazione e disinformazione che si possono mettere in campo da una simile postazione.
Ma non solo. Si tratta infatti anche di una guerra di “dame” (in realtà pedine), dove una non compare, mentre dell’altra, oggettivamente più sguaiata e notoriamente prodotto dei mondi tenacemente esplorati dal mitico Lettore Matteo, si evidenziano con sistematicità le tutte nefandezze.
Non è, però, la fanciulla ad essere l’oggetto dell’attacco (o meglio: lo è innmodo strumentale): la cornice vuota mostra, infatti, come ci sia un obiettivo ben preciso da colpire (ovvero: chi muove la sguaiata pedina), mentre il titolo (“gutta cavat lapidem”), ripetuto più volte nel testo, fa capire che la guerra in corso è intesa come lenta ma inesorabile.
Di fronte a un odio così profondo e determinato sorge spontaneo un desiderio di protezione nei confronti del povero gesuita francescano, circondato da mostri!
Più in generale, soffermandosi sulla tempistica della comparsa del memoriale (uscito fuori o direttamente dal Tribunale Vaticano o dai difensori delle parti), colpisce la coincidenza non soltanto con la guerra in Ucraina, ma anche con i maldestri tentativi di contatto con il Cremlino del Parcheggiatore Abusivo (la cui pr è, appunto, la sguaiata fanciulla).
Colpiscono anche i riferimenti alle testate giornalistiche e ai loro proprietari (gruppo Gedi), che rimandano all’attuale proprietario del quotidiano che ospita articoli di uno dei giornalisti legati alla sguaiata fanciulla calabrese e “profumieresca”. Proprio quello che più recentemente si è prodotto in articoli che riferiscono di cene e che sembrano una sorta di avvertimento nei confronti di tal Pasquantonio, peraltro accostato al Ministro della Difesa, e dell’immarcescibile Signor Nessuno.
A proposito dei riferimenti ai giornalisti, noto anche che viene insistentemente citata la Calabrò, certamente esperta vaticanista, ma anche intervistatrice preferita della buonanima di Kossiga, che con i francesi ha sempre avuto il dente avvelenato.
http://www.korazym.org/66382/gutta-cavat-lapidem-non-vi-sed-saepe-cadendo/
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La Calabrò che conosco era stata scelta dall’ammiraglio Martini per sapere cose non per tutti. Ma erano altri tempi tempi in cui un turco cercò di uccidere un Papa. Un turco che la Calabrò ebbe modo di intervistare in carcere. orestino
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Il Turco del quale parla spesso l’avvocato Carlo Palermo immagino….
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Lasciando perdere le piste legate al denaro dalle parti dell’ex Jugoslavia, che alla fine sembrano poco fruttuose, e rimanendo in ambito curiale, da un sito dedicato a Benedetto (con tanto di mail per contattarlo direttamente) si evince che, oltre a Parolin, il riferimento culturale del belga sostenitore di Becciu e della sua dama (che non nomina mai) sia anche il tedesco Muller, di cui il sito del belga riporta una narrazione “complottista” molto rilanciata su Twitter ed incentrata su Klaus Schwab, figura certamente di rilievo in ambito decisionale internazionale, ma che trovo infantile identificare in una sorta di Grande Vecchio, costruzione narrativa già utilizzata in passato con l’effetto di oscurare, più che di chiarire, grovigli ben più complessi, nei quali l’ideologia è strumento e non fine.
Intendiamoci: non che l’idea di un’élite “dominatrice” di masse ignoranti sia campata in aria. Tuttavia è questo trattamento semplicistico del tema a rivelarne la natura di narrazione costruita (e con finalità specifiche) proprio per quelle masse ignoranti e indubbiamente dominate.
Belga e tedesco, inoltre, sono accomunati dall’appartenenza all’ordine dei Cavalieri Costantiniani di San Giorgio, che annovera al suo interno re, regine e vecchia nobiltà. Cosa che rende abbastanza risibili le accuse alle oscure e violente élite… Viene più da pensare alla paura di perdere potere…
http://www.korazym.org/69102/il-cardinale-gerard-ludwig-muller-accusa-con-straordinarie-e-coraggiose-parole-le-elite-finanziarie-globali-di-voler-instaurare-un-controllo-totale-della-popolazione-con-le-misure-per-lemerge/
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Sul turco: a parte alcune tracce lasciate su questo blog (che dovrei ricercare) sugli intrecci massonici nei quali era avviluppato e che, in qualche modo, hanno costituito una sorta di “linguaggio” anche nel dialogo con il Papa ferito, mi torna in mente che uno dei probabili destinatari di messaggi da parte del giornalista in rapporto con la dama sguaiata (come opportunamente e tempestivamente ricordatomi da A.) abbia scelto come difensore penalista (non amministrativista, cioè quello legato ad Amara e alla Volpe di Posillipo) uno che sostiene che il suo maestro sia stato il difensore del bulgaro Serghej Antonov…
Non metto il link alla biografia del penalista in questione, onde evitare problemi dei quali non si sente il bisogno, ma metto quello ad un articolo di cronaca dell’epoca
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/07/caso-antonov-troppi-dubbi-il-giudice-prende.html
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il memoriale una volta letto aprirebbe una fase a cui non tutti sono pronti o intessati. Non noi che siamo stati sollecitati a leggerlo e a pubblicarlo. Vedremo dove andiamo. Depilata o meno (donna barbuta sempre piaciuta…) Dionisia avrà il suo da fare se vuole inoltrarsi in tali labirinti.
Oreste
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Tanto per rendere la vita difficile alla bella Dionisia: il belga di cui sopra (i cui toni in giro per il web sono talvolta più duri ed aggressivi rispetto a quelli utilizzati nella testata online di cui è direttore) vengono rilanciati dal blog di un tal Oriano Mattei, sul quale riporto per dovere di cronaca ma senza commento una conversazione riguardante banche svizzere, diamanti, Montenegro ed altro, reperita nel web (ma ce ne sono anche altre).
https://groups.google.com/g/rinaldini/c/A49PiV7f1rE
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Vedasi ultimo post sulla sua pagina Facebook
facebook.com/CarloPalermoScrittore
“IL VERBALE SCOMPARSO
ASSOLUZIONE DEL SOTTOSCRITTO (“PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”) DALL’ACCUSA DI AVERE DIFFAMATO (NEL LIBRO “LA BESTIA”) L’EX GIUDICE ISTRUTTORE DI ROMA, IL DOTT. ILARIO MARTELLA, SULLE INDAGINI RELATIVE ALL’ATTENTATO A PAPA KAROL WOJTYLA NEL 1981.
L’ex giudice istruttore di Roma dott. Ilario Martella mi ha denunciato qualche tempo fa all’autorità giudiziaria di Padova (competente per territorio in ragione della stampa del libro La Bestia in quella provincia da parte dell’Editore Sperling & Kupfer) per averlo, a suo parere, diffamato scrivendo, nel libro “La Bestia” (alla pag. 64-65), il brano seguente (i caratteri maiuscoli sono ora da me usati per indicare i punti essenziali):
“L’occulto dietro l’attentato al Papa. Nel febbraio del 1983 ho occasione di conoscere a Roma il turco Ali Agca. Tra i boss della droga e delle armi emergeva la figura di un altro capo turco, Bekir Celenk, accusato di aver commissionato ad Agca il «contratto» per assassinare il papa. Celenk, colpito da vari mandati di cattura, uno dei quali firmato da me, viene bloccato a Sofia e lì tenuto «sotto controllo» da parte delle autorità bulgare. Le ipotesi accusatorie formulate sull’attentato provengono dalla magistratura di Roma. L’inchiesta viene condotta dal giudice istruttore Ilario Martella. Questi, sulla base delle dichiarazioni di Mehmet Ali Agca, individua i mandanti in alcuni personaggi appartenenti ai servizi segreti bulgari. L’ipotesi è in linea con l’impostazione ideologica allora dominante in Occidente, in particolare negli Stati Uniti, ma anche in Italia: quella che enfatizza la pericolosità di Mosca e del comunismo per le democrazie occidentali e per la Chiesa.
Ascolto come teste Agca poco prima di recarmi a Sofia per interrogare Celenk sui traffici di droga e di armi……. (continua)
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Tra gli ospiti della testata del belga si cui sopra spunta l’agente Betulla
http://www.korazym.org/76064/voto-in-vista-e-arriva-la-polpetta-anti-salvini/
Dopotutto non sorprende, viste le amicizie della signora…
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Dove si scopre che il difensore della dama del memoriale ha anche difeso, a suo tempo, uno strano personaggio, Riccardo Sindoca, che a sua volta, in un’intervista video di Cagliari Live Magazine (nella quale lui direbbe anche cose interessanti se l’intervistatrice non lo interrompesse continuamente con stupidaggini), dove è presente anche la stessa Marogna, dichiara di essere procuratore della stessa.
https://ricerca.gelocal.it/mattinopadova/archivio/mattinopadova/2018/02/23/padova-in-procura-con-falso-tesserino-43.html
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Dello strano personaggio mi colpiscono l’affiliazione all’ennesimo ordine equestre (ma quanti cavalieri senza cavallo!!) e l’inizio delle sue attività in Belgio, cosa che me lo fa collegare al belga direttore di quotidiano online che ospita molti articoli dell’agente Betulla.
Mi colpisce anche il luogo dove il tizio è collocato, cioè Pavia. Che per chi conosce un po’ questo blog ha un certo significato.
https://lagazzettadelmezzogiorno.it/news/notizie-nascoste/35903/sindoca-il-mio-arresto-una-bufala-per-delegittimarci.html
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A leggere questa intervista si prova simpatia per la povera Marogna, che nel video con l’invadente intervistatrice sarda appare dimessa e provata, senza più casa e senza un soldo. Si ha, infatti, l’impressione che sia stata mandata allo sbaraglio dal suo ben più scafato sedicente procuratore: Abu Omar, Gelli, Pazienza… E pure Kossiga.
https://www.vice.com/it/article/mvm9gp/riccardo-sindoca-agente-segreto-massoneria-fascismo
Da un lato, mandata allo sbaraglio, front-woman per chi, forse, non poteva comparire.
Dall’altro, utilizzata per alzare un polverone finalizzato a distrarre.
Mi auguro per lei che sia a conoscenza di abbastanza segreti, tali da consentirle di non essere scaricata ed abbandonata al suo destino da chi ha ben più pelo sullo stomaco.
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Non so se anche a voi, ma a me sembra uno a cui piace spararle grosse.
https://www.lineanews.it/sindoca-parla-luomo-chiave-del-caso-safond-martini-messo-in-croce-perche-ho-denunciato-uno-scandalo-ambientale-colossale/
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Grande regalo al popolo italiano era se il duce del fascismo invece di farci i patti, che tuttora paghiamo, toglieva il Vaticano e lo trasferita in uno dei loro paradisi…. Aria buona e mare
limpido…. solo lo avesse potuto fare…
Povero Gesù cristo
…
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