La lista del Corriere della Sera merita la sua sacrosanta attenzione piuttosto che battute semplicistiche

Sacharov

Da molti giorni il blog sembra trascurate la tragedia ucraina. Addirittura vi posso sembrare indifferente a come si stanno mettendo le cose ora che in troppi “in occidente” si sono progressivamente fatti convincere che costruire le condizioni per la pace consista nell’abbandonare, senza armi e munizioni, l’esercito di Kiev, condannato ad essere sconfitto dagli aggressori.
La verità è che l’Europa (chiamiamola così), gli USA/NATO stanno tradendo, nei fatti, il popolo ucraino che, viceversa, avrebbe avuto bisogno, solo e in gran quantità, di armi e munizioni.
Contro gente come Putin, Kirill, Medvedev e gli utili idioti di varia forma e colore a cominciare dal magiaro Viktor Orbàn tutti comunque, di fatto, agenti d’influenza filo russi, poteva avere effetto solo la legge delle armi e della resistenza ad oltranza. E invece il tema è sempre un altro, a conferma che la disinformazione ex sovietica non va mai a dormire.

Il problema è il COPASIR inadeguato, se non altro? Minchia che sconvolgente scoperta!!! Direi che il problema sta da altra parte. A cominciare dalle misure attive del KGB volte ad ostacolare le attività anti regime di ASKET (Andrej Sacharov) e LISA (Elena Bonner) sono decine di anni che ci sono persone che per soldi o sotto altre pressioni, si prestano ad avvelenare pozzi e sorgenti a che il falso e il vero si confondano e rimanga quasi impossibile riuscire a capire cosa sia autentico. Questo avviene in Italia e nel resto del mondo. Avviene in Italia dove spie, spioni, venduti, comprati, corrotti, pavidi, ignavi, idealisti (pochi) e collaborazionisti al soldo della Russia un tempo URSS, non sono mai mancati.
Ho citato Sacharov e sua moglie Elena Bonner così anche l’ultimo degli scemi (o dei mascalzoni) sa di cosa parlo.
E se fossi uno dei piccoli soloni che vogliono spiegare che non si fa controinformazione con quei nomi di nanerottoli comparsi sul Corriere della Sera, tenderei a ricordarmi che l’esclusiva mondiale che il KGB confezionò per provare a fottere i due dissidenti fu affidata alla testata siciliana Settegiorni (tirava poche migliaia di copie), il cui staff, secondo la residenza di Roma, includeva un confidente con il nome in codice KIRILL. Nanerottoli quindi ma a cui Mosca affida un compito strategico.

Andrej Sacharov ed Elena Bonner

Il 12 aprile del 1980 (che anno quel 1980!) Settegiorni esce con una storia sensazionale intitolata: “Chi è Elena Bonner? La moglie dell’accademico Sacharov artefice di più assassini“. E poi cazzate a raffica. Un membro della redazione siciliana, non meglio identificato, sostenne di aver incontrato un tale durante una vacanza a Parigi e di aver appreso la storia da lui. L’articolo di Settegiorni cita ad un certo punto dei passi della storia ma in realtà si trattava di cazzarate inventate di sana pianta dal Reparto A del KGB. Che non fa altro da decenni. Una delle fonti citate era ad esempio una lettera di tale Moisej Zlotnik alla Bonner nella quale le rinfacciava di averlo convinto a uccidere la moglie! Non a farle un lallone ma ad uccidere la moglie!! “Tu hai agito con precisione, a sangue freddo, razionalmente … La tua richiesta di “farla fuori” sembrava così naturale, come quando mi ricordavi di regalarti i tuoi cioccolatini preferiti per il tuo compleanno”. Come vedete quei cazzari sadici del Reparto A arrivavano ai dettagli per far credere ai creduloni che si trattava di storie vere. Così come affidarono alla nanerottola testata Settegiorni (torno a richiamare l’attenzione che la dimensione non fa la soddisfazione per il KGB e quindi …) l’informazione che esisteva addirittura un diario (ugualmente falso), attribuito a Leon Kleiman, nel quale descriveva come era stato sedotto e sottolineava l’ossessione della Bonner “a sottomettere gli altri alla sua volontà”. Un diario falso, capite bene cosa vi racconta questo nanerottolo di Leo Rugens? La CEKA il KGB, il GRU (e metamorfosi) sono una vera e propria casta chiusa, bloccata e separata dalla società civile. Sembrano immersi ma sono a se stanti. La casta dei servizi in Russia mira da sempre ad avere potere di vita e di morte sui cittadini

I sadici mostri, allevati e formati da sadici mostri, hanno per decenni condannato milioni di esseri viventi ad una fine lenta ed atroce nei campi di sterminio detti “campi di lavoro“, quando non finivi nei campi di lavoro ma eri da soggiogare provavano a demolire la tua dignità con i trattamenti psichiatrici, con la calunnia, i processi farsa, l’uso di droghe, di veleni o a volte di banali spietati assassinii. Questo era ed è il KGB o come volete chiamarlo. Poi c’è il GRU a cui è demandata, secondo l’impostazione culturale e organizzativa del maresciallo Sokovovskij (che non era proprio un Vittorio De Sica), raccolta, analisi, catalogazione e diffusione delle informazioni per tutte le forze armate, prima sovietiche, ed ora russe. Il GRU si occupa di spionaggio e di controspionaggio e di, udite udite, “operazioni speciali” (così c’è scritto nelle carte) allo scopo di consentire la realizzazione dei piani operativi delle Forze Armate. E quando si pensa a questa struttura (tenente conto che fino a quando non si è formalmente dissolta l’URSS sapere del GRU era veramente difficile e per pochissimi specialisti di livello internazionale) non bisogna pensare mai ad una duplicazione di quella del KGB e metamorfosi, bensì ad una realtà complessa strettamente connessa alla dimensione militare cioè la dimensione più importante della politica russa verso il campo nemico.

E potrei continuare fino a sfinirvi. Pensateci da soli. E per farlo provate ad interpretare, quale esempio semplice-semplice di oscena complicità con Mosca, quanto si sente testimoniare a cosa miravano personaggi quali questo Piergiorgio Bassi e alti ufficiali, dentro e fuori le nostre agenzie d’intelligence.
O leggo male io? Nelle carte pubbliche si descrive un clima torbido di relazioni, anche dentro le istituzioni repubblicane, che certamente non erano finalizzate all’interesse superiore della nostra già malandata Repubblica. I personaggi messi in luce dal Corriere della Sera sono altro ma non si deve escludere a tavolino e facendo gli indignati che non siano pedine di metodi certamente obsoleti ma che non è detto che non vengano ancora messi a punto a Mosca o a Budapest.

Oreste Grani/Leo Rugens