A quando la defenestrazione?

Il drammatico fallimento dei referendum mi obbliga a tornare sul tema del rapporto fiduciario tra istituzioni e cittadini.
Gli aventi diritto, tutti, si sono chiamati fuori. Se non c’erano le amministrative, il risultato della partecipazione avrebbe teso a zero spaccato. Quelli che sono andati a votare fanno parte sostanzialmente degli addetti ai lavori in quanto magistrati (e familiari) e avvocati (e familiari). Ma lo scrivo tanto per fare battute. Magistrati (alcuni), avvocati e pochi clientes della partitocrazia.
A fronte dei numeri assoluti (meno di un quinto degli aventi diritto!!!) mi limiterò a chiedere per quale motivo – viceversa – i cittadini avrebbero dovuto partecipare ad una farsa?
Infatti, sarebbe bene ricordarlo, in questo Paese la partitocrazia – in passato – ha vanificato la volontà popolare fottendosene del risultato di alcuni referendum a cominciare da quello sul finanziamento pubblico dei partiti e finendo con quello sull’acqua, da considerare pubblica o meno. Nell’aprile del 1993, mentre si svolgeva il Circo Barnum di Tangentopoli, il referendum promosso dai Radicali e dal Comitato Segni fu onorato dal voto dei cittadini aventi diritto con un chiarissimo 90,3% a favore dell’abrogazione del finanziamento pubblico.
Gli oligarchi della democrazia decisero che i cittadini non contavano un beneamato c…o e rafforzarono i costi della politica partitica.
Il 12 e 13 giugno 2011, 26 milioni di cittadini sancirono, andando a votare, che sull’acqua non non non si sarebbe potuto più fare profitto.
Undici anni dopo le giornate di Bruno Vespa in masseria ancora vengono sponsorizzate (chissà se sto commettendo reato a scrivere quel che scrivo?) dal Gruppo multinazionale Veolia che, se non lo sapete, tratta acqua, facendo grandissimi profitti. Anche in Italia. Anche nel nostro Sud. Anche in Puglia.
Perché i cittadini dovrebbero andare a votare se qualunque cosa votino i padroni della politica istituzionale fanno ciò che hanno deciso di fare? Il metodo referendario (porre quesiti) funzionerebbe: domande facili e soprattutto rispetto dell’esito. Quesiti volutamente incomprensibili e scelte offensive dopo che i cittadini dicono la loro. Perché, lo ripeto, dovrebbero andare a votare. E tanto che non vi defenestrano fisicamente. Altro che flop!
Oreste Grani/Leo Rugens
P.S. Perché chiamate sorpresa il risultato di …Tommasi a Verona?
E’ l’unico risultato onesto in questo calderone di vanità e corruzione.