C’è un patto Putin-Xi per la spartizione del Kazakhstan?

Il presidente kazako Kassym Tokayev ha detto chiaro e tondo a Putin che non ci pensa proprio di sostenerlo nella follia ucraina che ha intrapreso e ha scelto il Summit Economico di San Pietroburgo (città natale del dittatore) che si è tenuto in questi giorni. Putin dal canto suo considera il Kazakhstan roba sua.
Immediata la risposta minacciosa di tale Konstantin Zalutin, capo della commissione affari esteri della Duma, che ha paventato per il “paese più importante del mondo” la stessa fine dell’Ucraina.
Il punto è che il Kazakhstan con le sue risorse e soprattutto la posizione geografica interessa alla Cina tanto quanto sicché, messo a cuccia Erdogan che considera i kazaki come i turchi veri dal punto di vista del sangue, appare probabile che tra russi e cinesi si potrebbe ragionevolmente trovare un accordo per spartirsi il paese sul modello Molotov-Ribbentrop.
Oggi più che mai trova un senso pieno il perché la NATO avesse una grande attenzione per il grande e “deserto” paese grande come l’Europa ma abitato da 19 milioni di abitanti in tutto, molti di origine russa, fin dal 1993.
Mi viene da pensare che Tokayev, promotore di una vera cancel culture della memoria del padre della patria Nursultan Nazarbayev (chi l’ha visto?) se ha il coraggio di rispondere picche a Putin qualche carta da giocare ce l’abbia a meno che si voglia suicidare o essere avvelenato dagli agenti del Gru.
Stiamo a vedere. Buona lettura
Alberto Massari


“Adorna l’albero con fiori finti”,dichiarazioni di facciata di Tokayev. Il kazakhstan è di cultura e sangue nomade-orientale, non dimentichiamolo. Alla repubblica avranno mai sfogliato qualche pagina di Dede’ Korkut? Quelli sono sangue mongolo, se ne fottono dell’Ucraina, badano ai rapporti di forza locali e “leggono” le nazioni come fossero tribù. Non si fanno mai alleanze con le tribù lontane.
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Osservate i tratti di Putin, non sono il classico volto russo cento per cento. Le culture nomadi guerriere hanno datto molta importanza al riconoscimento dell’altro attwverso i suoi tratti, quello era l’unico libro che sapevano leggere, e nel loro dna è rimasta l’importanza della lettura della volto.
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Risparmiamo i soldi, cerchiamo di non comprare i giornali, cartacei o online che siano.
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Car* Poiana urbana, secondo Ablyazov, Tokayev è manovrato da Mosca al 100%, non lo escludo, tuttavia turco rimane, così come turchi sono gli uiguri. Perché dire una cosa così provocatoria? Questi giocano a scacchi mica fanno i cinesi.
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I rudimenti di kazakologia dicono che: il paese non ha mai avuto una nazione prima del crollo dell’Urss. Sono popoli storicamente nomadi. I rapporti di potere sullo stato e sulle persone sono retti da 3 clan tribù, la più forte quella di Nazarbajev che ha il potere in mano da 30 anni, la più antica che ha potere più limitato, che si trova a sud, luogo dove si ritrovano anche le 4 turuq sufi sopravvissute al sovietismo, di cui una collegata ai Naqhshibendi di cui fa parte Erdogan e anche zona dove si trova la piu alta percentuale di etnia russa e russo-germanica, e la più giovane che non partecipa quasi per nulla al potere che si trova a est. Ci sono più di 9 mila aziende a partecipazione russo-kazakhe, e operano “libere” più di 15 mila ong che in genere stilano ritratti negativi sull’immagine del paese. Pacolli, grande amico di Eltsin, ha costruito il 40 per cento degli immobili della capitale. Xi jinping ha più volte definito l’attuale presidente come un “grande amico delma Cina di vecchia data”. Nazarbajev è il presidente delle ex repubbliche che più di ogni altro si scaglio’ contro la dissoluzione dell’Urss. I russi che vivono in kazakhstan sono quasi 4 milioni su 18 una cifra molto importante e stranamente sono situati proprio nella regione sud, quella dove ci sono i sufi della mujahiddiyya unita alla naqshbandiyya, e sappiamo bene chi sono i mujahideen e inloro rapporti storici, non si trovano li per caso “truppa civili” di russi. Gli americani giocano a baseball con le mazze ma in oriente s8 gioca a scacchi, go e swan liu(backgammon) con quest’ultimo se ricordo bene raffigurato nel dipinto “I bari”. Povera Italia, in mano alla peggior classe dirigente del mondo.
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Quando molti non vedevano lo sciabolare della zain in arrivo, ritenendo che la Russia non avrebbe mai attaccato l’Ucraina, poco prima in Kazakhstan si tentava la destabilizzazione non riuscita lla fine. Perché prima Kazakhstan e poi Ucraina e non tutte due insieme che avrebbe creato maggiori problemi alla Russia? Questa forse è la vera domanda che chi sappia darne risposta sarebbe veramente un serendippo.
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I sovietici non erano mica fessi che piazzavano in ogni rwpubblica dellurss enclavi etniche disomogenee rispetto a quella dominante, vedasi anche ucraina per esempio, una pratica scacchistica quindi, che poi con la caduta ha portato a seconda dei casi vantaggi o svantaggi ma si è rivelata col tempo una tattica di alto livello.
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Possiamo stare tranquilli, in Italia nelle scuole si insegnerà il genderismo, il resilientismo, il verde transizionismo, magari bardati di museruola, mentre a oriente, proprio in queste ore,Tokayev inserirà gli scacchi nel curriculum scolastico. In Corea invece il tkd è materia universitaria. Ma in effetti, anche questo è alta classe tattica, perché se no come si spiega che in Italia la gente vota e voterà soggetti come gli attuali capi di partito, solo essendo ignoranti come capre e deboli fisicamente come bradipi. Sapranno tutto, i nostri giovani, dei vari orientamenti sessuali ma non avranno capito una minchia del mondo. Meglio di cosi per il potere…
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Dimenticavo, la destra italiana non è altro che il pd visto da destra appunto. La legge dei falsi opposti
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Il documento è del 2004?
Mi domando se ce ne siano altri successivi.
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Pacolli l’ex marito di Anna Oxa ? L’uomo d’affari elvetico cosovaro?
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Sgretolamenti centroasiatici
https://lindro.it/una-nuova-asia-centrale-il-kazakistan-prende-le-distanze-da-mosca/
(chi vivrà vedrà)
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Articolo molto interessante sulla strumentalità del “discorso tribalistico” in Kazakhstan.
https://www.eurasiareview.com/17062022-political-tribalism-in-kazakhstan-the-secret-of-polichinelle-analysis/
Oltre all’articolo, segnalo l’autore, analista esperto di Asia Centrale, che scrive su Eurasian Review, ma del quale non riesco a trovare ulteriori informazioni.
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Del vecchio Nursultan si sono perse le tracce. Dei suoi parenti no.
https://www.occrp.org/en/daily/16475-kazakhstan-investigates-another-relative-of-former-ruler-nazarbayev
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A giudicare dal sito web del principale ateneo kazako (piazzato tra i primi 200 nel ranking internazionale, dove quelli italiani si contano sulle dita di una sola mano), il Kazakhstan sembra guardare (ed investire nelle sue politiche culturali) da più parti (ma soprattutto verso la Cina), ma non verso Mosca. Di seguito le convenzioni che attualmente regolano la mobilità di docenti/studenti (cofinanziamento di borse).
https://www.kaznu.kz/en/19544/page/
Ad esempio, per accedere ai corsi di dottorato è richiesto il TOEFL, cioè la certificazione della conoscenza della lingua inglese. Ci sono corsi di lingua cinese, gestiti dall’università di Pechino, oltre ad un centro Confucio interno all’ateneo, ma non c’è nulla che riguardi la lingua e cultura russa. Molti programmi di ricerca (cofinanziati) riguardano la Via della Seta.
Inoltre, le pubblicazioni scientifiche dell’ateneo, generalmente di buon livello, sono piene di articoli, molto interessanti, che tendono a stigmatizzare il periodo sovietico e ad evidenziare la radice culturale turca.
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L’articolo che segue, basato su uno dei tanti studi finanziati da un più ampio progetto di ricerca (vedi indicazioni alla fine dell’articolo, analoghe a quelle di molti altri articoli pubblicati da varie riviste scientifiche, non solo kazake, nel 2020/21) riguardante l’identità turca non soltanto in Kazakhstan ma nell’intera Asia Centrale, costituisce un esempio dell’orientamento delle attuali politiche culturali, esplicitamente guidate dalla necessità di “riscrivere la storia” (ridefinire la propria identità nazionale) identificando specifiche metodologie, fonti ed approcci.
http://edu.e-history.kz/en/publications/view/1700
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È interessante notare che la popolazione russofona è localizzata soprattutto a sud, dove si trova l’area più estesa di coltivazione di cannabis di tutta l’Asia centrale
https://factsanddetails.com/central-asia/Kyrgyzstan/sub8_5g/entry-6840.html
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