Oggi prefiguriamo il possibile tenendo conto di alcune questioni geopolitiche

Buongiorno amici lettori. Oggi prefiguriamo il possibile tenendo conto di alcune questioni geopolitiche, a mio giudizio, male affrontate. Certamente non risolte.
Quelle che seguono sono affermazioni relative a problematiche che negli ultimi due anni di pandemia in qualche modo mi sono arrivate all’orecchio o mi sono venute in mente.
L’elenco, come a volte tendo a fare, è anche frutto di saccheggi.
A fin di bene. Intendo che non è tutta farina del mio sacco. Anche perché, avviso ai naviganti, il mio “Sacco” si interessa di farina, ma esclusivamente di “riso”.
Ecco 89 questioni e spunti di riflessione. 89 e non 90 che, secondo la “Smorfia napoletana“, è la Paura. Forse è meglio, in presenza di tanti guai e problematiche irrisolte, lasciare perdere il 90.

- Oltre alla pandemia dei coronavirus (variamente declinati e in metamorfosi permanente) ci attendono fenomeni diffusi di disoccupazione e povertà estrema.
- Il mondo, tra sanità, guerre e clima ostile, ha di fronte la più seria crisi umanitaria dalla Seconda Guerra Mondiale.
- I Paesi denominati per semplicità in via di sviluppo vengono descritti con enormi vulnerabilità.Le città hanno quartieri sovraffollati e sistemi sanitari nei quali i medici sono rari e i ventilatori quasi inesistenti. Almeno dieci Paesi in Africa sono in queste condizioni primordiali.
- Mentre gli abitanti del pianeta in questi anni di Coronavirus si sono sentiti invitare a proteggersi anche lavandosi le mani con acqua e sapone quasi 4 su 10 individui (circa tre miliardi!), secondo le stime delle Nazioni Unite, non hanno la possibilità di lavarsi le mani in casa perché – banalmente – non c’è l’acqua in casa.
- Tanto è vero che, sempre secondo i rapporti delle Nazioni Unite, nei paesi poveri non mancano solo e non tanto le mascherine ma perfino negli ospedali non sempre c’è la possibilità di lavarsi le mani. Almeno quanto sarebbe necessario.
- Leggo che mentre si è scatenata la pandemia, le campagne per la lotta alla poliomielite sono state soppresse.
Negli stessi paesi spesso è sospesa la distribuzione di vitamina A, che serve per salvare la vita dei bambini ed impedire la cecità. - Molte scuole durante la fase acuta (quella che tale veniva ritenuta) hanno sospeso le lezioni.
Parecchi studenti (in particolare femmine) pare non abbiano ripreso gli studi, date le nuove ristrettezze economiche in cui versano le famiglie. - La vita di molti paesi poveri meta di turismo è attualmente sconvolta per il collasso del comparto.
- Molti paesi poveri risentono della diminuzione delle rimesse in denaro degli emigranti lavoratori in paesi a loro volta in difficoltà.
- Il coronavirus (con le sue metamorfosi) è potenzialmente catastrofico per milioni di persone perché la pandemia ha raddoppiato il numero di individui che già soffrivano la fame. Si sa per certo che quando i bambini e i giovani sono malnutriti, il loro cervello non si sviluppa “normalmente” e possono soffrire deficit cognitivi. Per decenni pertanto, loro e i loro Paesi, rimarranno indietro, se non saremo in grado di far fronte alla crisi alimentare innescatasi nel 2020 e che è in crescita esponenziale dopo la guerra di aggressione all’Ucraina.
- Questo intervento a sostegno al debito e di assistenza diretta in un momento in cui nuovi e gravi problemi economici si stanno evidenziando anche nei Paesi ricchi sarà difficile. Molto difficile.
- Il World Food Program ritiene che la pandemia, ancora tragicamente in corso, potrebbe quasi raddoppiare il numero di individui che già soffrono di fame.
- La pandemia è come una martellata per milioni di cittadini che potranno vivere soltanto se riceveranno un salario.
- “Le risorse alimentari sono già scarse” ha dichiarato Kennedy Odede, Presidente di “Shofco”, un gruppo keniano di aiuto contro la povertà. “Molti hanno perduto il lavoro e le nostre comunità fanno fatica a sopravvivere. Ieri, un mio amico d’infanzia mi ha detto: “Preferirei morire di coronavirus, piuttosto che di fame”.
- Le conseguenze negative della pandemia di coronavirus non toccheranno soltanto i Paesi più deboli e quelli in via di sviluppo. Si avranno gravi conseguenze anche nei Paesi sviluppati.
- Il reddito nazionale dei principali Paesi dell’Europa Occidentale, del Nord America, del Giappone e della Cina, ad esempio, dovrebbe ridursi nel biennio 2020-2022 di circa il 10-15 per cento “reale”.
- Dovrebbero scendere notevolmente anche gli indici della produzione industriale, dei servizi, delle esportazioni, del commercio interno ed esterno, del tenore di vita.
- “Il coronavirus ha trasformato il mondo. Siamo al centro della più profonda recessione in periodo di pace degli scorsi 150 anni”, ha dichiarato il Presidente della Federal Reserve americana. Il Governatore della Banca d’Italia è più pessimista. Ha affermato che “nel biennio 2020-2022 si registrerà, a livello globale, la più diffusa diminuzione del reddito pro capite dal 1870”.
- I più ottimisti prevedevano una ripresa significativa nel 2023, che avrebbe dovuto compensare, almeno in parte, la recessione del 2020-2022 ma Putin ha aggredito l’Ucraina e sul terreno si prevede rimarranno dozzine di industrie, centinaia di negozi, ristoranti, alberghi, cinema, teatri. Certamente in un’Europa travolta da un atipico effetto domino. L’occupazione ne risentirà e, quindi, il reddito individuale ed il risparmio.
- È da sperare che, a questi gravissimi problemi, non si aggiunga una crisi delle istituzioni e della stessa democrazia rappresentativa in molti paesi.
- Il Center for Infections Disease Research and Policy del l’Università del Minnesota ha dichiarato che “la pandemia di coronavirus durerà fino a quando il 60-70 per cento della popolazione mondiale non avrà contratto la malattia.
- Che effetto avrà sulla democrazia/libertà questo lunghissimo distanziamento sociale, che è destinato a diventare sistemico?
- Se lo è chiesto Joshua Mitchell, docente alla Georgetown University, fra i massimi studiosi di Tocqueville, autore di “The fragility of freedom”.
- Accanto all’emergenza coronavirus continuano ad esistere altre insicurezze, prima di tutto in campo militare nucleare. Dei grandi Trattati conclusi tra Washington e Mosca per tagliare o limitare i rispettivi arsenali atomici, capaci di distruggere più volte il mondo, oggi ne rimane in vigore uno solo: il “New Start”, firmato nel 2010 da Obama e Medvedev, che obbliga le parti a schierare non più di 1.550 testate atomiche e a ridurre il numero delle bombe d’aereo e dei missili nucleari sottomarini. Un livello spaventoso, ma che è il più basso mai raggiunto e comporta una serie di verifiche reciproche.
- Questo Accordo è scaduto nel Febbraio 2021 (spero di non sbagliarmi), ma lo scoppio della guerra contro Kiev ha reso impossibili i sopralluoghi sul territorio della controparte e cancellando tutti i limiti. Se ho capito bene siamo di fronte ad un vero casino.
- C’era stato l’annuncio di una ripresa dei negoziati strategici tra USA e Russia. Ma le illusioni non sono durate a lungo. Trump prima di perdere le elezioni sembrava disposto a tornare al tavolo con Mosca, ma a condizione che anche la Cina fosse coinvolta. Ciò poteva avere un senso per i missili a breve e medio raggio, ma ne ha molto meno per quelli a lungo raggio fino alla portata intercontinentale.
- Delle 300 testate atomiche cinesi sono poche, infatti, quelle portate da missili ICBM, e, davanti all’enormità degli arsenali americano e russo, si può capire che Pechino rifiuti, come ha già fatto, di esporsi a tagli o limitazioni.
- Il rischio è che il “New Start” decada e che questo braccio di ferro USA-Cina sui missili si aggiunga agli altri e che l’umanità ne esca molto più insicura.
- Gli Stati Uniti, se ho capito bene, hanno deciso inoltre di ritirarsi dal Trattato cosiddetto “Cieli Aperti”, l’accordo che consente, ad alcune condizioni, il sorvolo del territorio americano e russo.
- Gli Stati Uniti, la Russia e la Cina – i tre Stati militarmente e globalmente nucleari, dai quali dipende la pace mondiale – hanno affrontato la pandemia in modo sostanzialmente differente.

Continua.
E grazie sempre per l’attenzione.
Oreste Grani/Leo Rugens
Che si alzino x lo zio Sam le acque…. e si richiudano. Guerrafondai di… M…. l’unico augurio x loro, buon bagno a tutti
"Mi piace""Mi piace"
È un disagio crescente in modo esponenziale quello che mi assale nei miei giri sui social di fronte alla coazione a rispondere in modo sgarbato e talvolta (spesso) insultando “a prescindere” forse per mascherare l’assenza di pensiero.
Ad esempio: ma perché mai uno come Putin dovrebbe essere addirittura l’alfiere di una inesistente (se non nelle “bolle” social dove va in scena il mainsream che pensa di essere anti-mainstream) rivolta contro il neo-liberismo globalista quando è lui stesso parte di quello stesso sistema?
Nelle “bolle” sono tutti arrabbiati ed aggressivi (e non senza motivo), ma sembra che si ricerchi disperatamente il conforto della conferma. Ma la condivisione della rabbia (e pure della paura che fa 90 di un futuro che appare incerto e non decifrabile) diviene mero sfogo che fa sentire meglio. Come il metadone. Coazione, dipendenza, assenza di pensiero.
Rimbalzano notizie di tumulti interpretati come micce di esplosioni che tutto travolgeranno e poi si scopre che si tratta di proteste di poche centinaia di persone, qua e là, nonostante le indubbie sofferenze. Di alcune non si trova traccia anche esplorando il web a fondo.
In realtà le pizzerie sono strapiene e anche al Tuscolano sintetica parcheggio (segno che la gente è partita per le vacanze). Ma di quale rivolta imminente stiamo parlando?
C’è pure chi (e sono molti) che interpreta gli scontri per il controllo delle risorse libiche da parte di mercenari come il segno di un imminente crollo.
Dopo la Rivoluzione è arrivato Napoleone: la fase è questa. Un’occasione c’è stata, ma è stata sprecata. Si tratta, ora, di rimettere insieme i cocci e di riattivare il cervello. Non si può lasciare che sia GEV a ragionare della incredibile transizione verso un futuro che, da quel che si intravede, definirei “fantascientifico” e che ha a che fare con risorse che diventano sempre più scarse, predoni mafiosi che progettano di accaparrarsele e la necessità di definire, pensando, un destino comune accettabile.
La narrazione del SIM è un film già visto e non ha funzionato, anzi (ma proveniva, in ogni caso, da un processo di costruzione culturale di cui adesso non c’è traccia alcuna). Ciò che vedo è miseria intellettuale, grettezza, incapacità di visione.
Il “crollo” atteso avverrà (forse) attraverso un lungo processo di delegittimazione, già iniziato da qualche tempo con l’astensione dal diritto di voto. Astensione praticamente obbligata, visto che sinceramente non vedo all’orizzonte nessuno che mi rappresenti (anzi, di cui non mi vergogni).
Rappresentanti e rappresentati sono identici (la residua quota di votanti, del resto, cos’altro è se non la pletora di clientes che spera in un qualche beneficio?).
A fronte di questa ecatombe c’è un tale che è stato chiamato per rimediare all’inadeguatezza generale rispetto alla dimensione delle sfide, oltretutto aggravate da un despota mafioso.
Quest’uomo, generalmente definito “vile affarista”, certamente rappresenta un’élite, ma questo è quel che passa il convento. Dal momento che va in giro per il mondo (oggi in Turchia) a prendere decisioni che avranno conseguenze anche sulla mia vita e su quella delle persone a cui voglio bene, mi è venuta la curiosità di sentire direttamente cosa dice, dalla sua voce, ritenendo di essere in grado di valutare autonomamente, senza la mediazione di una delle tante (e legittime) interpretazioni.
Mi sembra che emergano alcuni elementi (tra cui una possibile e rinnovata centralità mediterranea ed una qualche idea di condivisione) da seguire e verificare con attenzione nel loro (ancora eventuale) auspicabile sviluppo. Mi sembra anche che sia più lucido del suo collega statunitense, in evidente difficoltà anche interna, al quale mi auguro possa fornire adeguati consigli. Altri protagonisti di questa fase difficile non ne vedo. Anzi no: un altro c’è, ma non è detto che sia affidabile (anche se oggi è apparso molto affabile).
Condivido quindi con gli intelligenti lettori del blog la conferenza stampa di Drago l’Africano al G7 allargato (prima di tornare, poveretto, a sorbirsi gli inutili capricci di chi l’occasione non l’ha saputa cogliere e non vuole prenderne atto).
"Mi piace""Mi piace"
Chiedo di ascoltare senza pregiudizi, per eventualmente scambiare opinioni nel merito.
"Mi piace""Mi piace"
Buondì Cuculo,
a proposito di quelle che definisci “bolle” sul web, se torna utile, segnalo questo agile libretto che perfeziona il concetto proprio nella direzione da te indicata nel post.
L’autore è un filosofo coreano: Byung-chul Han
“Nello sciame. Visioni del digitale”, Nottetempo, Roma 2015
Qui il concetto di “sciame”
https://it.wikipedia.org/wiki/Nello_sciame
Buona giornata.
🙂
"Mi piace""Mi piace"
Grazie. Felice di conoscerti ☺️
"Mi piace""Mi piace"
Caro Leo stai seguendo il caso olandese con migliaia e migliaia di trattori e assalti intenzionalmente non rilevati e sminuiti dai giornalacci di flusso principale, quelli che si rivolgono, tanto per inenderci, a quel target di lettori che li sfogliano con le manine gentili e smaltate da intellettualoidi accademici che vivono nelle bolle degli stipendi statali? Gli smorfiosi elitari dovranno avere a che fare anche con il 91 non solo il 90.
"Mi piace""Mi piace"
L’Olanda caro Leo è un paese chiave, non solo per il porto di Rotterdam, e non a caso l’inverno scorso li si sono verificate le più violente proteste contro gli arresti domiciliari di massa, qualcuno li chiama lockdowns in onore di terminologia tanto cara a quel Cheney pazzariello, e unica protesta d’europa in cui i ferri(pistole) della polizia hanno cantato, non succedeva da tempo immemore. Fu una protesta diversa per le motivazioni ma la cenere che da allora cova è tanta. Diciamo che l’Olanda è il Canada d’Europa, o forse ce lo siamo già dimenticato il canada con quel trudeau che se n’è scappato come un sorcio, cosa che non mi sovviene sia mai avvenuta in un paese del “civilissimo” commonwealth, ovvero che un capo di stato se ne dovesse scappare come una zoccola, cosi le chiamano a Napoli terra della smorfia, non pensate a male. Quel Canada dove ha un importante ruolo istituzionale un politico donna direttamente discendente, il nonno se non ricordo male, dei nazisti banderisti.
"Mi piace""Mi piace"
Lo sai caro Leo che il Canada ha la comunità di ucraini emigrati più popolosa del mondo? Erano tutti banderisti scappati dal comunismo, e ne hanno. fatta tanta di carriera in Canada, soprattutto nelle forze armate. Al punto 23 leggo della Georgetown university che, ironia della sorte, è proprio 23esima università nel ranking americano. Un interessante paper della Georgetown ha studiato e acceso i riflettori su un gruppo accademico di formazione militare, denominato Centuria, che avrebbe il suo quartier generale proprio in Ucraina, e la cui funzione sarebbe quella di disseminare l’ideologia nazifascista banderista all’interno delle forze armate, non solo ucraine, ma anche occidentali. Sue infiltrazioni sarebbero già a buon punto nelle forze armate di Usa, Canada, uk, Germania, Olanda, polonia, francia, paesi scandinavi. Il cerchio più interno di questa formazione, opererebbe con suggestivi rituali che ricordano che le adunate tetre e teatrali del nazismo hitleriano. Ideologo di riferimento Dimitry Donstov. L’Italia non sarebbe citata come infiltrata, ma basta farsi un giro sui social per vedere come esponenti politici italiani di primo piano esaltino l’eroismo dei nazisti azov. Brutta piega questa.
"Mi piace""Mi piace"
Aggiungo, caro Leo, a proposito delle infiltrazioni, banderiste in questo caso che spesso e maldestramente si tenta di ridimensionare, come anche ben descritto nel libro di Luttwak e come solo i verginelli delle analisi non riescono a capire, che esse non necessitano mai di grandi numeri in termini di uomini, ma pochi e nelle fessure di infiltrazione giuste. Innanzitutto perche “tanto” significa troppo visibile e poi perché il buon vecchio q.b(quanto basta) è l’anima dell’intelligence oltre che della cucina,un sottile confine, quello tra le due arti, che molto spesso qualcuno non si è accorto esistere. Un buon cuoco per esempio potrebbe fare bene l’analista perché ha una mente ordinata e organizzata, conosce la durezza del lavoro manuale e soprattutto ha l’umiltà di imparare dal trattamento delle materie prime, invece gli analisti, per diletto o professione, spesso e volentieri, non sanno neanche fare un uovo al tegamino.
"Mi piace""Mi piace"
Non che la protesta non ci sia, ma le dimensioni sono contenute. Ciò non toglie che ci sia una minoranza violenta
https://www.ilsole24ore.com/art/proteste-agricoltori-olandesi-contro-tagli-zootecnia-inquinante-5-arresti-AEU3w9iB
"Mi piace""Mi piace"
Un po’ di numeri per definire tale un tentativo insurrezionale (il caso italiano)
https://it.wikipedia.org/wiki/Cronologia_delle_persone_uccise_durante_gli_anni_di_piombo
"Mi piace""Mi piace"
A volte mi sembra di sentire una sorta di sinistra eco….
“Vorrei solo ricordare la crescente importanza dei mezzi audiovisivi, e la tecnica indiretta di propaganda usata soprattutto in Europa (e in Italia): la riunione «culturale» invece del comizio politico, il giornale « indipendente» in luogo del foglio di partito, la notizia « obiettiva» presentata in un certo modo invece che la frase propagandistica scoperta.
Altro concetto cui va accennato è questo: la propaganda non va più lasciata all’improvvisazione, ma affidata a tecniche scientificamente sperimentate. I comunisti hanno soprattutto studiato le tecniche dei riflessi condizionati di Pavlov, basate sulla ripetizione costante di un certo stimolo, fino ad ottenere nel soggetto recettore la reazione voluta, che a lungo andare diviene abituale e « spontanea », quasi una seconda natura.
Ancora, il concetto dell’irrazionalità. La propaganda, cioè non deve basarsi sul ragionamento, ma colpire attraverso elementi irrazionali, inconsci. Da qui la necessità di preferire al ragionamento, lo slogan, il simbolo, qualcosa che evochi concetti ed esigenze elementari strettamente connesse alla natura dell’uomo o del gruppo interessato”.
"Mi piace""Mi piace"