Così la pensava il vecchio Nursultan Nazarbayev

Come alcuni ricorderanno, anni addietro mi sono interessato di Kazakhstan e del suo presidente dell’epoca Nursultan Nazarbayev.
Il brano che segue è tratto da un volumetto che fu editato durante quel periodo di attenzione al grande paese euroasiatico e alla vicenda Shalabayeva – Ablyazov.
Eravamo nel 2015 e sul pianeta Terra la pandemia del COVID non era ancora esplosa e il duo moscovita Putin-Kirill non aveva ancora aggredito l’Ucraina, l’UE e la NATO. Il testo e le 10 sfide di cui si parla possono sembrare “datate”. Le considero viceversa interessanti, anche perché nessuno dalle nostre parti le aveva lette con la dovuta attenzione e rispetto. Come invece diligentemente ebbe a fare il marginale e ininfluente Leo Rugens.
Oreste Grani/Leo Rugens

LE DIECI SFIDE GLOBALI DEL XXI SECOLO
Oggi l’umanità si confronta con nuove sfide globali. Per il nostro paese e per tutta la nostra regione ho evidenziato dieci sfide fondamentali. Siamo tenuti ad affrontarle tutte se vogliamo ottenere anche in futuro successi nel nostro sviluppo.
Accelerazione dei tempi storici
I tempi storici hanno subito una notevole accelerazione. il mondo si trasforma rapidamente e la velocità dei cambiamenti è decisamente impressionante.
Negli ultimi 60 anni la popolazione mondiale è triplicata ed entro il 2050 raggiungerà i 9 miliardi. Nello stesso periodo il Pil mondiale è cresciuto di 11 volte. L’accelerazione del processo storico mondiale apre infinite e sempre nuove possibilità e sono orgoglioso che siamo riusciti a sfruttarle totalmente.
In 20 e pochi più anni abbiamo realizzato la modernizzazione di tutte le sfere della vita della società a ritmi molto rapidi. Abbiamo fatto quello che ad altri paesi ha richiesto 100 e anche 150 anni.
Tuttavia abbiamo ancora alcuni gruppi sociali che non sono toccati dal processo generale di modernizzazione. Questo avviene per cause oggettive. Nella società esiste ancora un certo squilibrio che influisce sulla condizione morale e sulle attese sociali della popolazione.
Noi dobbiamo eliminare questo squilibrio e garantire a tutti gli strati sociali la possibilità di integrarsi nel processo di modernizzazione, di trovare un proprio posto nella società, sfruttando pienamente le opportunità offerte dal nuovo corso politico.Squilibrio demografico globale
Ogni giorno si fa più acuto lo squilibrio demografico globale. il trend mondiale è quello dell’invecchiamento della popolazione. Fra 40 anni il numero delle persone di oltre 60 anni supererà il numero di coloro che avranno meno di 15 anni. La bassa natalità, l’invecchiamento dell’umanità provocano inevitabilmente problemi nel mercato del lavoro di molti paesi, 19 dovuti in particolare alla carenza di manodopera.
Il crescente squilibrio demografico crea nuove ondate migratorie e aggrava la tensione sociale in tutto il mondo.
Noi, in Kazakhstan, ci scontriamo con la pressione migratoria in singole regioni del paese dove immigrati clandestini destabilizzano i locali mercati del lavoro. Dobbiamo anche sapere che è assolutamente probabile che in un futuro non tanto lontano potremo scontrarci con il processo contrario e cioè con l’emigrazione per lavoro al di fuori dei confini del nostro paese. Noi siamo una nazione giovane. L’età media nel nostro paese è di 35 anni.
Questo ci dà un’enorme possibilità di tutelare il nostro potenziale umano e di posizionarci correttamente nel mondo. E oggi abbiamo basi sicure per progredire. Nel paese il lavoro c’è e chiunque voglia lo può trovare. inoltre nel nostro paese chiunque può crearsi il proprio lavoro, costruirsi il proprio futuro.
Questo è un nostro grande successo.
Io vi conduco verso la Società della Piena Occupazione in cui i disoccupati non staranno seduti ad aspettare il sussidio, ma impareranno nuove professioni, una società in cui le persone con capacità limitate potranno svolgere un’attività creativa e le società e le aziende sapranno creare per loro dignitose condizioni di lavoro.
La nostra gioventù deve studiare, acquisire nuovi saperi e nuove conoscenze e utilizzarli in maniera competente ed efficace nella vita quotidiana. Per questo dobbiamo creare tutte le opportunità e garantire tutte le condizioni più favorevoli.
Minaccia della sicurezza alimentare globale
I ritmi accelerati della crescita della popolazione mondiale inaspriscono il problema alimentare.
Già oggi decine di milioni di persone al mondo soffrono la fame, un miliardo circa soffre di una costante carenza di cibo. Senza mutamenti rivoluzionari nella produzione di alimentari questi dati disastrosi sono destinati solo al peggioramento. Per noi dietro a questa sfida si nascondono grandi opportunità.
Stiamo entrando nel novero dei maggiori esportatori di cereali. Abbiamo vastissimi territori vergini e siamo in grado di produrre alimenti ecologicamente sani. Abbiamo le forze per realizzare un balzo qualitativo nella produzione agricola, ma per questo sarà necessario che lo stato modifichi il suo modo di pensare.
Scarsità di risorse idriche
Anche le risorse idriche mondiali subiscono una forte pressione. negli ultimi 60 anni la richiesta di acqua potabile sul pianeta è cresciuta di 8 volte. Entro la metà del secolo molti paesi saranno costretti a importare acqua. L’acqua è una risorsa estremamente limitata, la lotta per il possesso delle fonti di acqua sta già diventando un importante fattore geopolitico in quanto causa di tensioni e conflitti nel mondo.
Il problema del rifornimento idrico è fortemente sentito anche nel nostro paese. Noi non abbiamo abbastanza acqua potabile di qualità. Alcune delle nostre regioni ne hanno urgente necessità. Esiste anche un aspetto geopolitico della questione. Già oggi ci scontriamo con il serio problema dell’utilizzo delle risorse idriche dei fiumi transfrontalieri e nonostante la sua complessità dobbiamo assolutamente evitarne la politicizzazione.
Sicurezza energetica globale
Tutti i paesi avanzati incrementano i propri investimenti nelle tecnologie energetiche alternative e “verdi”. Già entro il 2050 l’utilizzo di queste tecnologie consentirà di generare fino al 50% dell’energia consumata. È evidente che si sta gradualmente esaurendo l’epoca dell’economia degli idrocarburi. Si sta approssimando una nuova era, nella quale l’attività umana non si fonderà tanto e non solo sul petrolio e sul gas quanto sulle fonti energetiche rinnovabili.
Il Kazakhstan è uno degli elementi chiave della sicurezza energetica globale.
Il nostro paese che ha grandi riserve di petrolio e gas di livello mondiale, non retrocederà neanche di un passo dalla sua politica di affidabile partenariato strategico e di collaborazione internazionale di reciproco vantaggio nel settore energetico.
Esaurimento delle risorse naturali
In condizioni di limitatezza o di esaurimento delle risorse naturali della terra, una crescita della domanda senza precedenti nella storia innescherà processi diversi sia negativi sia positivi. A questo riguardo il nostro paese ha una serie di privilegi. L’Onnipotente ci ha donato molte risorse naturali. Altri paesi e altri popoli avranno bisogno delle nostre risorse.
Per noi è di fondamentale importanza ripensare il nostro rapporto con le ricchezze naturali. Dobbiamo imparare a gestirle correttamente, accumulando nelle casse statali gli utili derivanti dalla loro vendita, ma – cosa ancora più importante – dobbiamo trasformare con efficienza le ricchezze naturali del nostro paese in una crescita economica sostenibile.
Terza rivoluzione industriale
L’umanità è alle soglie della terza rivoluzione industriale che cambia il concetto stesso di produzione. Le scoperte tecnologiche modificano radicalmente la struttura e la domanda dei mercati mondiali. Noi viviamo in una realtà tecnologica completamente diversa da quella precedente.
Le tecnologie digitali, le nanotecnologie, la robotica, la medicina rigenerativa e molti altri successi della scienza sono diventati una realtà quotidiana e hanno trasformato non solo l’ambiente ma anche l’uomo. Noi dobbiamo partecipare attivamente a questi processi.
Crescente instabilità sociale
Oggi, uno dei problemi mondiali più grandi è l’instabilità sociale in aumento. la causa principale sta nelle disuguaglianze sociali. Nel mondo circa duecento milioni di persone non riescono a trovare un lavoro. Nell’Unione europea la disoccupazione ha raggiunto addirittura i massimi livelli degli ultimi decenni e provoca numerosi disordini di massa.
In confronto, bisogna riconoscerlo, la situazione del Kazakhstan appare sufficientemente positiva. Oggi abbiamo il più basso tasso di disoccupazione di tutta la nostra storia dal giorno dell’indipendenza. Questo è senza dubbio un grande successo, nonostante ciò non possiamo permetterci di riposare sugli allori. La crisi economica globale che si sta trasformando in crisi socio-politica, eserciterà inevitabilmente la sua pressione anche sul Kazakhstan, metterà alla prova la nostra solidità. Ecco perché all’ordine del giorno abbiamo posto la questione della sicurezza e della stabilità sociali. Un nostro obiettivo importante è quello di rafforzare la stabilità sociale del nostro paese.
Crisi dei valori della nostra civiltà
Il mondo vive oggi un’acuta crisi di valori e della sua Weltanschauung. Sempre più spesso vengono diffusi proclami sulla lotta tra civiltà, la fine della storia, il fallimento del multiculturalismo. Per noi è questione di primaria importanza non farci coinvolgere da questa visione del mondo, tutelando i nostri valori consolidatisi nei secoli. Abbiamo imparato sulla nostra pelle, abbiamo trasformato in un vantaggio quello che veniva definito il nostro tallone d’achille e cioè la comunità multietnica e pluriconfessionale.
Dobbiamo imparare a vivere nella coesistenza di culture e religioni. Dobbiamo essere fedeli al dialogo tra culture e civiltà. Solo nel dialogo con altre nazioni il nostro paese può in futuro conquistare prestigio e autorevolezza. Nel XXI secolo il Kazakhstan deve rinsaldare le proprie posizioni di leader regionale e diventare un ponte di dialogo e collaborazione tra Occidente e Oriente.
Minaccia della nuova destabilizzazione mondiale
Noi tutti vediamo cosa sta avvenendo nel mondo. Non è una nuova ondata di crisi, ma la prosecuzione della crisi degli anni 2007-2009, dalla quale l’economia mondiale non è ancora uscita. Il sistema economico mondiale già nel 2013-2014 potrebbe registrare un crollo serio che provocherebbe in particolare la caduta dei prezzi mondiali delle materie prime. Per noi questo scenario sarebbe veramente negativo.
Una eventuale recessione nella UE e/o negli USA potrebbe portare a una contrazione della domanda di materie prime nei paesi sviluppati. Il default potenziale di anche uno solo degli stati dell’eurozona potrebbe provocare un “effetto domino” e quindi mettere in pericolo l’incolumità delle nostre riserve internazionali e la stabilità delle nostre esportazioni. La contrazione delle riserve valutarie rafforzerebbe la pressione dei tassi di cambio e dell’inflazione con la conseguente probabile influenza negativa sulla situazione socio-economica.
In questo quadro noi dobbiamo elaborare una politica ragionata, concordata e coordinata di tutti i rami del potere, dello stato e della società per essere pronti a reagire a qualsiasi scenario di evoluzione della situazione internazionale.
Nonostante nell’articolo ci siano solo enunciazioni di principi o previsioni molto vaghe, la precisione delle preoccupazioni che tutte la società dovrebbero porsi è mirabile.
Gli aspetti della multiculturalità e multiconfessionalità sembrano messi in discussione da parte dei recenti eventi bellici ma sono convinto che invece siamo alla base delle civili convivenze. Due altri argomenti di interesse sono l’energia e l’acqua che saranno alle basi dei prossimi movimenti migratori transcontinentali. Sulla previsione di crisi degli stati dell’Unione europea non mi esprimo perché sono tanto probabili quanto imprevedibili.
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Lei ha colto il perché della mia curiosità. Grazie dell’attenzione. O.G.
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Ho trovato questo
https://thecradle.co/Article/Columns/13087
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