Alessandra Ermellino lascia nel momento in cui le forme della vecchia rappresentanza politica si sgretolano


Preferisco di no! è – sostanzialmente – l’incipit di una dichiarazione che l’On. Alessandra Ermellino, qualche ora addietro, ha lasciato in rete e che trovate a seguire. Sono pensieri che ho il piacere di riproporre per come fanno onore alla parlamentare tarantina, che stimo e apprezzo anche in questa saggia e trasparente decisione.
Quella del ritirarsi è un’aristocratica arte che non tutti possono esercitare.
Nell’ora in cui in troppi si affollano, pronti a quasi tutto pur di candidarsi alla Grande Riffa, la decisione di Alessandra Ermellino mi appare, chiamandosi fuori, paradossalmente, un contributo maggiore, civile e consapevole, alla soluzione di problemi inerenti la sicurezza della Patria e sulla risposta alla domanda sempre più diffusa e urgente di legalità, di stabilità sociale e politica, di tutela delle nostre istituzioni dalle minacce esterne e interne.
Nelle parole scelte c’è l’esempio (così a me suonano) di un’istanza di rinnovamento culturale e morale (che evidentemente non ha trovato risposte nell’esperienza parlamentare) della classe dirigente del Paese, capace di coniugare negli uomini etica e responsabilità, il cui connubio, fondato sulla formazione permanente e la conoscenza appare come l’argine più efficace, a fronteggiare i problemi del mondo contemporaneo e di tutte le società umane attraversate drammaticamente da cambiamenti epocali.

Ermellino, saggiamente, lascia nel momento in cui le forme della vecchia rappresentanza politica si sgretolano e le nuove stentano ad affermarsi. E nel lasciare i luoghi del processo caotico, con coraggio e lungimiranza, evidentemente si prefigge di contribuire, da libera cittadina, a contrastare il declino dell’Italia avviata a divenire una realtà storica-culturale-giuridica senz’anima, senza sovranità, incapace di riconoscersi. Mai dimenticando, aggiungiamo noi, che quando un individuo sviene o, addirittura, muore si dice che “perde conoscenza“.  Così è ridotta oggi l’Italia e fa bene Ermellino ad agire come ha deciso di agire.
Oreste Grani/Leo Rugens