La Transizione

L’intero pianeta e tutte le società umane sono attraversate da cambiamenti epocali. Le trasformazioni della produzione, i cambiamenti dei cicli economici dovuti al digitale, i cambiamenti delle forme del lavoro, le compatibilità delle attività umane con i cicli naturali, l’intervento tecnologico sul ciclo evolutivo della vita, la trasformazione dell’intera sfera terrestre in mero ciclo produttivo – salute, cibo, materie prime, energia, cultura, ecc… – spingono alla crisi le forme delle istituzioni politiche, monetarie ed economiche. Le forme della vecchia rappresentanza politica e sociale si sgretolano e le nuove stentano ad affermarsi.

Così Sergio Bellucci, un intellettuale che di complessità se ne intende. Di complessità e di politica partitica. Per motivi che mi è particolarmente difficile spiegare di fronte a un ragionamento pacato e lungimirante come è quello che ho riportato, mi chiedo perché si possano ritenere sufficienti ad affrontare il mare burrascoso (in questo caso specifico si parla proprio del Mediterraneo) personaggi quali quelli citati nell’articolo di Formiche. Persone alcune perfino a modo ma ormai certamente inadeguate ai futuri possibili. Da troppi anni dimostrano i loro limiti. Se non ci fossero stati limiti e inadeguatezze non saremmo sulla soglia di chissà cosa. Limiti e inadeguatezze che siamo certi si riscontreranno in Ignazio La Russa, Matteo Salvini, Adolfo Urso, Valentino Valentini e cianfrusaglie similari se dovesse vincere la felice macchina da guerra guidata da Giorgia Meloni.

La verità che i Luigi Di Maio, gli Angelo Tofalo, i Vito Crimi e i loro ascoltati consulenti a cominciare da Pasquale Salzano, Ernesto Ferlenghi, Giacinto Della Cananea, Umberto Saccone, Aldo Giannuli più decine di nani e ballerine convocati inutilmente ciclicamente a Ivrea per non lasciare detto niente che avesse un senso per il Paese o per affrontare le problematiche geopolitiche che si delineavano già a quelle date.
Milioni dei contribuenti (perché i cassieri del MoVimento tosavano i parlamentari pagati dallo Stato e con quei soldi organizzavano le inutili passerelle dei “saggi” e dei farneticanti di turno) sono stati vanificati per far passare il tempo a qualche furbo. Il tempo per organizzarsi il futuro. Vanno a casa decine di parlamentari (secondo mandato) che avrebbero potuto fare tanto, ma non hanno fatto un cazzo di niente perchè non si finisse sulla soglia di chissà cosa.

Ciucci presuntuosi hanno ritenuto di avere soluzioni a questioni complesse ascoltando i consigli saggi (e ben pagati) del sociologo (sulla piazza da decine di stagioni) Domenico De Masi che ora, calmo calmo, prova a dire che lo pagavano per non fare ciò che lui suggeriva si dovesse fare. Su tutti Link Campus University e il vecchio Vincenzo Scotti, lucido quanto basta per incartare tutti, facendo comparire o scomparire tra i docenti del suo Circo Barnum di tutto e il contrario di tutto. Tenendo insieme in pista cammelli alla  Massimo D’Alema fino a Giuseppe Midsuf. Lo scomparso. Forse morto ammazzato.

Oreste Grani/Leo Rugens che un giorno troverà la forza di avviare quel necessario approfondimento su quello che chiameremo “rendicontazione”.