Il caimano della Moscova, agita le acque per un obiettivo segreto da non sottovalutare

Appesantire il clima, intorbidare le acque, prepararsi, alla prima occasione, a ferire a morte Giorgia Meloni, potrebbe essere il vero obiettivo del complice/socio/fratello latomistico di Vladimir Putin, lo schifoso (a me uno ricucito e imbellettato come il Berlusca fa veramente “impressione”) feroce caimano della Moscova, al secolo Silvio Berlusconi. Forse l’uomo che ha sbrindellato questo Paese (e gli avversari, in realtà complici silenti, glielo hanno fatto fare) non può (per giuramento massonico?) non tradire l’Italia e provare a metterla in ulteriore difficoltà in sede internazionale. Berlusconi e i suoi (intendo il mondo degli specialisti Fininvest-Mediaset che tanto hanno, per anni, consigliato la Russia di Putin nel settore televisivo con annessi e connessi) tifano per ripristinare il flusso di quel business che è ben conosciuto dai vari Valentino Valentini, a salire o scendere.

La Meloni, lo dico da giorni e prima del tentativo di agguato del ripugnante, deve temere i putiniani arroccati in Forza Italia e nella Lega. Quelli dei suoi, ex FdI, che erano filo Putin-Kirill ed altri pendagli similari, fautori di un’Eurasia neonazista, comunque nemici di Israele, sono infatti già venuti fuori allo scoperto al seguito di Franco Cardini e Gianni Alemanno. Allo scoperto e pieni d’odio per gli USA, responsabili ai loro occhi della caduta del fascionazismo. La Meloni si è paradossalmente liberata prima dei nemici in casa. Ora deve stare attenta perché i numeri assoluti dei parlamentari, rendono fragilissimo il Parlamento per gli organici ridotti e la necessità di far lavorare gli eletti nelle Commissioni e nel Governo stesso. Saper fare i conti “in Aula” per non far cadere in imboscate il Governo Meloni, sarà un’abilità per pochissimi specialisti.
Perché dopo ieri mi pongo questi problemi? Perché nei prossimi mesi l’Italia entrerà di fatto in guerra, se la guerra si dovesse allargare a macchia d’olio. Le quinte colonne e i sabotatori avranno il loro peso. E i servizi russi, sia pure in affanno, di queste dinamiche ritengo se ne intendano ancora. Soprattutto in un Paese, il nostro, di fatto, da anni, senza CS. Cioè sentra Contro Spionaggio. Ma forse io mi sbaglio a proposito delle nostre agenzie di Intelligence, delle reti di fedeli patrioti pronti a tutto per l’Italia e allora andrà tutto bene. E in fin dei conti qualche speranza che la Provvidenza/lo Stellone ci mettano una pezza, se si guardavano come “ballavano”, da seduto, le gambe di Berlusconi mentre si incazzava con Ignazio La Russa, ci dovrebbe essere.  Anche se si dice che chi vive di speranza, disperato muore.

Oreste Grani/Leo Rugens