Sarà Kherson la prossima Guernica nucleare?

Il ministro della difesa cinese ha avvertito i sudditi dell’Imperatore di prepararsi alla guerra.

Putin, trovando il tempo di favorire Enel con un decreto speciale, sta facendo evacuare Kherson perché l’esercito ucraino è alle porte.

La polizia sveglia Giorgio Bianchi nella sua stanza di hotel a Vibo Valentia (“nessuno sapeva che fossi lì”) e gli lascia intendere che ha rotto il cazzo: finalmente.

Così, come fanno gli sciamani seri, ho deciso di fare un passaggio nel mondo delle ombre e ricorrendo a una pozione speciale, ricetta analcolica ereditata da un guaritore che viveva sulle pendici del Monte Grappa, mi sono addormentato.

Vi risparmio i passaggi e arrivo al dunque anzi all’anima della povera Darya, la figlia del filosofo abusivo Alexander Dugin (segnalo che sarà in videoconferenza a fine ottobre, evidentemente ha elaborato il lutto a tempo di record).

La ragazza, uno scricciolo da viva, mi apparve luminosa e molto triste, accompagnata da ombre di bambini e donne silenziose e attente.
“So chi sei e cosa sei venuto a chiedermi, ma lascia che prima ti racconti il dolore che provo di non potere più abbracciare i miei genitori che mi hanno destinata a morire così presto. Potessi tornare sulla terra, nella mia amata Patria, li aiuterei a riflettere sul male che hanno recato al nostro popolo” – Tacque sospirò e riprese a parlare – “Sai dire perché germani e slavi si sono alleati così strettamente, anzi, legati con quei lunghi tubi che trasportano sotto il mare i miasmi della morte di miriadi di miliardi di esseri che la Terra custodiva da milioni di anni? Cosa se non l’avità e il desiderio di rivalsa per le cocenti sconfitte subite nel Novecento? È il rancore degli schiavi che unisce russi ed europei, schiavi per loro scelta perché sconfitti da se stessi e dalla furia delle loro ideologie. Ora risponderò alla tua domanda alle tue paure: Kherson sarà ridotta in cenere radioattiva.”
Le anime che la circondavano alzarono lamenti in tutte le lingue, sentii invocare il Dio di Abramo in yiddish, ucraino, russo e un vento gelido mi respinse lasciandomi senza fiato quando finalmente fui restituito alla luce.

Veniamo infine alla cosa che ruota intorno al Francesco (Maria) Toscano, membro fondatore del Movimento Roosvelt di Gioele Magaldi poi uscitone per casini accaduti nella giunta di Vibo Valentia.

Qui mi addentro in un territorio scivoloso e a me ignoto, ma se trovo riuniti dal Toscano il trio Dugin – Fracassi – Bianchi qualche idea sono obbligato a farmela.

Del quartetto ho consciuto personalmente Franco Fracassi mentre faceva l’assistente parlamentare del Senatore del M5S Elio Lannutti; del suo lavoro mi interessa la collaborazione dal 1996 al 1997 al settimanale sudafricano “Sunday Indipendent” fondato nel 1995 a Johannesburg città in cui è vissuto ed è morto anche Gianadelio Maletti; delle sue passioni: la corsa in montagna, uno sport durissimo. Avere scritto ventinove libri e non so quanti articoli e interventi su tutto non depone a suo favore, frequentare Dugin altrettanto, perché o ne condivide la follia o sta facendo altro.

Di Bianchi quale trombetta dei russi abbiamo già detto, di Dugin cosa altro aggiungere? Fa impressione che i tre si esercitino sul caso Biot dopo avere ascoltato, codiviso o altro le parole di Mario Mori (riprese da Francesco Toscano) che, a titolo di essere stato un direttore dei servizi dice in sintesi: Biot è la punta di un iceberg ma del resto i russi hanno sempre spiato in Italia così come gli americani. Il che sembra la stessa cosa agli occhi del generale in pensione. Boh.

Ciò che mi inquieta ulteriormente è l’intreccio dei colori nero e rosso conditi dal peperoncino calabrese che contraddistingue questa compagnia di giro. Lascio al lettore considerazioni e commenti.

Alberto Massari