Sapersi accontentare

Capisco che affrontare seriamente il caso Berlusconi-Padre Padrone di Forza Italia (organizzazione politico-affaristica che mai ha visto tenersi un congresso) sia un impegno che chi ha vinto le elezioni non ha alcuna intenzione di assumere.
Nella mia marginalità, viceversa, ribadisco che Taiani, come il mondo sa, conta poco o nulla in Forza Italia il cui azionista di maggioranza assoluta è il vecchio criminale.

La Meloni, se non fosse a sua volta un pesce strano, avrebbe preso il caimano-cornuto per le corna e, esasperando la situazione, se ne sarebbe sbarazzata. Perfino andando a nuove elezioni, che avrebbe vinto a mani bassissime. Ma anche Meloni è, dicevo, un tipo strano.
A proposito di questa stranezza, ad esempio, è opportuno ricordare che quando quel ragazzotto partenopeo di Di Maio sfidò il Quirinale, per provare a difendere la candidatura del vecchio Paolo Savona, la ragazza del Fronte della Gioventù, arrivò ad associarsi alla richiesta della messa sotto accusa del Capo dello Stato, come se attuare la Costituzione (è il Capo dello Stato che nomina i ministri su semplice proposta del premier incaricato) fosse un reato.
Si trovarono insieme pertanto Meloni e Di Maio ad attaccare Mattarella e, nel farlo, scelsero di sembrare al resto del mondo due mattarelli. Uno è finito dove è finito dopo aver dissipato “il sogno a cinque stelle” e milioni di voti; l’altra ha l’occasione di guidare l’Italia nella tempesta.
A me, terra terra, sfilandomi dalle complessità internazionali (ci penserà la guerra a mostrare o meno il valore della signora e di Adolfo Urso alla Difesa!) interessa che la premier non non non affidi l’agricoltura (vero dicastero strategico per i prossimi anni) al solito furbo leghista Centinaio.
Dicono che il ministro potrebbe essere Prandini di Confagricoltura. Almeno sarebbe competente e in rappresentanza di persone, tante, che faticano a schiena curva. In più, in Confagricoltura, ad oggi, il Prandini ci pare ben consigliato da un articolato e transdisciplinare comitato tecnico-scientifico.
Direi che se Meloni scegliesse Prandini, potrei accontentarmi. E in questi tempi tragici, accontentarsi non è condizione mentale da poco.
Oreste Grani/Leo Rugens

Senza parole (dettare la linea)
https://www.kulturaeuropa.eu/2022/10/24/destra-terminale-addio-parte-i-in-principio-era-il-nerbo/
(ed è solo la prima parte: se ne preannuncia, infatti, una seconda)
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