Sir Roger Scruton, il filosofo che venne dal freddo

Sir Roger Scruton ha più volte ricordato l’influenza che ha esercitato suo padre John, detto “Jack”, nel suo amore per la propria terra: “L’habeas corpus era scritto nel suo cuore. Coltivava un profondo amore per la libertà inglese: credeva che essere liberi di dire ciò che si pensa e di vivere come si vuole è una cosa che gli inglesi hanno sempre difeso nel corso dei secoli e una cosa che li unirebbe sempre contro i tiranni”.
Francesco De Leo “Il Foglio” ottobre 2017
“ll punto di vista di Scruton ci potrà apparire un po’ snob (come quello di Russell, del resto, ma mentre questi era un Lord, egli è invece di origini assai umili): per esempio quando si lancia in un’appassionata, anacronistica difesa della caccia alla volpe come «rito di passaggio», o quando attacca il modernismo in architellura. O quando si presenta non solo come filosofo, ma anche come scrittore, musicista, esperto di lslam, giurista, attivista politico, imprenditore agricolo, ostentando una poliedricità che comunque rispecchia una reale varietà di esperienze di vita (cresciuto povero, nel risentimento di classe, con un padre socialista, poi convertito al pensiero conservatore dopo anni passati in Libano e nella Cecoslovacchia del socialismo reale) e che si riverbera in libri come La filosofia moderna (Nuova Italia 1998), il suo saggio su Spinoza (Sansoni, 1998), o L’Occidente e gli altri. La globalizzazione e la minaccia terroristica, un’acuta analisi dei nostri rapporti con l’Islam (Vita e Pensiero, 2004).”
Armando Massarenti, Introduzione a Guida filosofica per tipi intelligenti 2007 edit. Il Sole 24 Ore.
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Devo iniziare da Armando Massarenti per ringraziarlo della perla che ha inserito nella sua introduzione e della quale non trovo riscontro nella rete; il riferimento non è alle umili origini di Roger quanto all’esperienza cecoslovacca e libanese del padre socialista, John (Jake) Scruton. Mi chiedo perché Armando dimentichi l’onoreficienza ricevuta da Havel, la Medaglia al Merito di Prima Classe, mica cioccolata.
Me la immagino la discussione sulla proposta di reclutamento del futuro Sir Roger; chi fosse il padre, la madre, sorelle e fratelli, il rancore di classe, il socialismo, la religione, cosa ci faceva in un paese socialista come la Cecoslovacchia o in quel crocevia strepitoso del Libano. Brillante, bello, colto, intelligente, una spia perfetta, troppo perfetta.
Che un padre si converta lo comprendo che il figlio ne segua le orme un po’ meno, ma sarò io ad avere qualche problema con Edipo; di sicuro le onoreficienze e l’attività di influenza di Scruton non si discutono, segno che il suo controllore non si era sbagliato, forse.
Che un morto di fame diventi strenuo difensore di un mondo che l’ha fatto nascere morto di fame mi da da pensare sulle motivazioni che gli hanno fatto rischiare la pelle; anch’io ho i miei limiti.
Ciò che non mi convince di Roger filosofo, tuttavia, a fronte degli eccellenti editori dei suoi saggi su Spinoza e la Filosofia moderna (Sansoni e La nuova Italia) è il giudizio dato di Foucault: “un impostore”. È pur vero che Le parole e le cose fu definito da Paolo Rossi un “tritacarne filosofico” pieno di imprecisioni ed errori, altrettanto è vero che un allievo di Rossi, Davide Bigalli, sosteneva che Rossi non avesse capito niente del francese.
Bisticci tra accademici, sebbene Scruton, nel prendere di mira Foucault, dal punto di vista dei conservatori, avesse tutte le ragioni per farlo data l’enorme influenza che il francese continua ad avere nelle accademie americane, Harvard su tutte. E il pensiero di Foucault, frequentatore di ragazzi magrebini e di dark room (si dice), con il mondo conservatore proprio non ci azzecca, per quel suo gusto di portare alla luce i meccanismi del potere e del controllo (prigione, manicomio, sessualità ecc ecc) che tanta sofferenza hanno prodotto in Occidente. Giusta o sbagliata che sia l’analisi, la sofferenza rimane.
Scruton, insomma, è un prodotto esemplare dell’intelligence britannica, affine a Maugham o Cornwell così come, restando nel mondo anglosassone, a Kissinger, Ledeen, Luttwak e Fukuyama (sette anni ad insegnare in Ucraina fino al febbraio 2022 vorrà dire qualcosa) tutti studiosi di storia e professori universitari, chi più chi meno un fuoriclasse. Ci metterei anche Forsyth ma lui viene dall’aviazione.
La differenza è che Scruton fosse un filosofo, peccato non averlo tra noi a Roma ad agosto dell’anno prossimo.
Alberto Massari
N.B. Cechi, ungheresi e polacchi hanno insignito Roger di onoreficienze per il suo lavoro di agente britannico impegnato contro il comunismo, non per le sue opere filosofiche.
