C’è chi ricorda la Marcia su Roma e chi più modestamente …

Interessante quanto Antonio De Martini lascia scritto nel web a proposito di vari avvenimenti accaduti nel 1968 e negli anni a seguire. Ipotetici golpe compresi.
Di alcuni avvenimenti ho contezza certa perché, come vi ho spesso detto, “io c’ero“.
Della Battaglia di Valle Giulia (non esageriamo a chiamarla così anche perché, sia pure con 216 feriti, non ci fu alcun morto) so quasi tutto compreso che De Martini, non me ne voglia, riferisce cose raccontate da altri perché, lui, non mi risulta che ci fosse. Di me, viceversa, qualcuno addirittura dice, spero facendo ironia, che sono stato il “finanziatore” di quegli scontri perché, a mie spese, in avvicinamento alla Facoltà di Architettura, uscito dal lungo corteo, mi fermai con altri amici e compagni repubblicani-pacciardiani, in un negozio di alimentari lungo la via Flaminia, per fare incetta di tutte le uova che c’erano in vendita, armando così i giovani. Uova e non pietre o molotov.
Le molotov furono improvvisate durante i primi tafferugli utilizzando la “miscela” contenuta nel serbatoio di un motorino “Solex” che è facile individuare nelle foto di quella mattinata di “scontri”. Il Solex era di Filiberto Scarpelli (faccio il nome perché tutto avvenne a sua insaputa e comunque i reati sono ultra estinti), mio caro amico di quegli anni e che spero ancora stia bene.
I MAB di cui scrive De Martini, se il fatto avvenne, furono sottratti durante i prolungati scontri (alcune ore) a poliziotti impreparati e sconcertati dalla violenta reazione degli studenti. Le uova quindi come inizio, le cariche inadeguate di poliziotti pasoliniani appesantiti dai cappottoni, anfibi, elmetti, il primo di Marzo, con una giornata di sole pieno a completare il disagio e l’inadeguatezza.
Oggi, i ragazzi in divisa (e spesso in borghese) potrebbero essere viceversa eccessivamente reattivi (qualcuno certamente sopra le righe) per il luogo dove comunque sono chiamati ad operare. L’Università non deve vedere la presenza della polizia, anche fosse per sanare scazzottate tra giovani. Esagero? Sentite a me: è troppo pericoloso far tornare di moda l’ostilità alle forze dell’ordine. Anche perché Pasolini, nel frattempo, è stato ucciso e ancora non si è capito bene da chi.
Comunque, statevi accorti che tra i giovani è facilissimo infiltrare agitatori abili nel far degenerare le tensioni. Successe in Italia, a Parigi, in Germania.
Oreste Grani/Leo Rugens

PER ENRICO. PER ESEMPIO.
Non credo che Mattei sia stato ucciso. Se lo é stato, non é stato ucciso da stranieri, ma da italiani e se vogliamo affinare il sospetto, da democristiani.
Egli era diventato uno stato nello stato, aveva stipulato un patto col generale de Lorenzo – capo del SIFAR– che gli consentiva di utilizzare le radiotrasmittenti delle ambasciate per ottenere informazioni in tempo reale. Le informazioni dovevano avere come incipit la frase “per Enrico”.
Con un accordo con l’ambasciatore italiano a Teheran, Giardini, cercò di combinare il matrimonio dello Scià Reza Palhavi, con la principessa Maria Gabriella di Savoia. Vittorio Emanuele, il fratello, riuscì a vendere 500 elicotteri all’Iran. Ora che lo conoscete intuite che non fu farina del suo sacco.
Quando gli angloamericani decretarono il blocco del petrolio dell’Iran, fece forzare il blocco da una nave italiana (La “Mirella”) comandata da un fascista impenitente e audace.
Ottenne che il Presidente della Repubblica, Gronchi, andasse in Iran in visita ufficiale.
L’utilizzo di monarchici e fascisti per il perseguimento di finalità nazionali, la grande liquidità disponibile, la proprietà di fatto della sinistra DC fece certamente di lui un obbiettivo pagante. Un pericolo per gli equilibri delinquenzial-politici in formazione.
Poco tempo prima dell’incidente, ricordo perfettamente (all’epoca leggevo solo “ Il Messaggero”) lessi che era stata trovata una chiave inglese incollata con nastro adesivo dentro uno dei reattori del suo aereo parcheggiato in un aeroporto siciliano.
Il sospetto fu che col riscaldamento dei motori, la chiave inglese si sarebbe liberata dell’adesivo e entrando nel rotore avrebbe provocato un’avaria in volo. Pochi giorni dopo uscì una precisazione che sosteneva fosse “un’abitudine dei meccanici” mentre facevano riparazioni.
Mi son sempre chiesto cosa mai si potesse fare con una chiave inglese dentro la bocca di un reattore.
L’utilizzo combinato tra i servizi segreti eccezionalmente competenti (mio padre era il capo centro medio Oriente ed era nato e cresciuto di Damasco) e un ricchissimo ente parastatale (quindi scevro da servilismi) produsse l’effetto che tutti ammiriamo retrospettivamente.
Intollerabile, non per gli americani che rispettavano chiunque sapesse fare business e trattavano con chiunque, ma per i democristiani di Sicilia (non certo Scelba o gli Alessi gente onesta e demodé).
Siamo ancora tutti alla ricerca del giornalista del quotidiano palermitano, Tullio De Mauro, scomparso mentre indagava sulle ultime ore di Mattei in Sicilia.
Di certo, degli stranieri lo avrebbero puntato più agevolmente all’estero che non in Patria.
Quando, per un cambiamento degli equilibri che regolavano il vertice della polizia, fu montata la pagliacciata del golpe Borghese ( 1970), qualcuno se ne approfittò per dichiarare rubati dall’armeria del Viminale, quattro MAB (moschetto automatico Beretta) che invece erano stati “legittima preda” dei giovani Pacciardiani nello scontro studenti-polizia di Valle Giulia, due anni prima (1968).
Nell’inchiesta fu coinvolto anche un generale dell’aeronautica, secondo marito della vedova Mattei.
La inchiesta e perquisizione in via Lombardia fu magari ritenuta utile per dare un’ultima occhiata se fossero rimaste tracce documentali…
Un giovane pacciardiano – oggi anziano padre di famiglia- che aveva conservato a casa una pallottola della partita che chiameremo “legittima preda” come fermacarte, fu trascinato in tribunale per “detenzione di armi da guerra”.
La magistratura, non ancora inquinata e non adeguatamente informata per proteggere l’incompetente che comandava le reclute di polizia andate allo sbaraglio, lo mandò assolto con una risata. Ma gli atti dovrebbero essere ancora reperibili. O no?
Si muore generalmente perché si é soli oppure perché si toccano interessi plurimi… Enrico Mattei si era fatto molti nemici quali l’oas, le sette sorelle e ambienti politici nostrani …io sospetto che l’incidente di Bascapè sia stato causato dalla mafia siciliana su commissione di importanti comitati politico affaristici; infatti il presunto autore dell’attentato, u Zi Pé Di Cristina, la “tigre di Riesi “,verrà , dopo la morte di Enrico Mattei, assunto presso un azienda dell’Ente Minerario Siciliano; verrà successivamente ammazzato ,insieme ai suoi fratelli, di cui uno sindaco DC di Riesi, dai “corleonesi “,gli stessi che si adoperarono per far scomparire il giornalista De Mauro!Adesso una nota rosa :Per quanto riguarda la proposta di un matrimonio “combinato ” tra Reza Palhavi e la Principessa Maria Gabriella di Savoia, se fossi stato consigliere di Enrico Mattei, lo avrei fatto desistere dal vano intento mostrandogli le foto della bellissima prima moglie dello Scià di Persia, la Principessa egiziana, in verità albanese, Fatwzia ,sorella di quel re esiliato nella città eterna che voi romani chiamavate Faruccone e che in via Veneto,durante la “dolce vita “,vi insidiava le più belle e giovani donne ( pare con molto successo?o mi é stato riferito male? 😂😂)
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Ritengo che il giornalista era Mauro De Mauro, non il prof. Tullio.
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