Halloween mi fa tornare alla memoria un attentato

Difficile decidere di cosa scrivere oggi, 30 0tt0bre 2022, domenica, giorno collocato, secondo il calendario (uno dei tanti possibili che gli abitanti del pianeta utilizzano) a poche ore dalle celebrazioni di tutti i Santi (quelli da martirio rosso e quelli bianchi cioè, se ricordo bene, quelli che si chiamano asceti) e dei Morti. Le feste sono posizionate l’1 e il 2 novembre p.v.
Sarebbe giusto dedicare qualche riga alla strage di 500 (153 morti + 350 dispersi) persone (non erano solo coreani) che, per “festeggiare” il mondo dei morti e ricordare che non è tanto distante da quello dei vivi, si sono suicidate, accalcandosi. Mai dimenticando che era la prima festa pubblica concessa dopo il COVID.
Halloween ha fatto strage quindi? Non ho voglia di scrivere ciò che ho già lasciato scritto altre volte in questo luogo telematico e cioè che la “festa di Halloween” è un’idiozia consumistica e che nulla ha a che vedere con i deliziosi dolcetti siciliani di mandorle a forma di ossa che si consumavano un tempo in queste ore del calendario.
Certamente farò riferimento, visto i giorni e le ricorrenze, ad un nostro post (che oggi riproponiamo) dedicato, nel novembre del 2015, a cosa si arriva a combinare nei giorni di Halloween. Lo facciamo perché si rifletta su come le cose vanno.
In terra (ma quanto resistono/avanzano questi ubriaconi, drogati, pederasti di ucraini?) in mare (altre quattro navi colpite), in cielo (i droni iraniani cominciano a “non passare” come prima).
Forse, per chi ha scatenato l’ultima fase della sanguinaria guerra di invasione in Ucraina (quella che doveva durare una settimana, massimo due) è ora di ritirarsi, prima di doversi arrendere senza condizioni.
Orsini, Orsini, Orsini dove sei, mi manchi tanto!
Oreste Grani/Leo Rugens
I CAVALIERI NERI DELL’ISIS SCELGONO HALLOWEEN PER FARE UNA STRAGE SIMBOLICA ED INDIMENTICABILE
Il 1° novembre è (così almeno era) lo spartiacque fra un anno agricolo e l’altro. Finita la stagione dei frutti la terra, che ha accolto i semi del frumento destinati a rinascere in primavera, entra nel periodo del letargo: almeno era così da secoli e dalle nostre parti. Per i cristiani si celebrano in questi giorni due feste importanti, Ognissanti e la Commemorazione dei defunti. Ma un tempo, nelle terre abitate dai Celti, che si estendevano dall’Irlanda alla Spagna, dalla Francia all’Italia settentrionale, dalla Pannonia all’Asia Minore,questo periodo di passaggio era considerato un Capodanno: lo si chiamava in Irlanda Samain (Samonos in antico gallico) ed era preceduto dalla notte conosciuta ancora oggi in Scozia come Nos Galan-gaeaf, notte delle candele d’inverno, durante la quale i morti entravano in comunicazione con i vivi in un generale rimescolamento cosmico. Dell’antico Capodanno celtico sono sopravvissuti fino ad oggi alcune usanze: fra queste la più celebre nei paesi inglesi e irlandesi è la cosiddetta notte di Halloween, tra il 31 ottobre e il 1° novembre, durante la quale i ragazzi si mascherano da scheletri e fantasmi, mimando il ritorno dei morti sulla terra e girando di casa in casa chiedendo piccoli tributi e minacciando, se non li ottengono, di giocare qualche scherzo. Purtroppo quest’anno lo scherzetto al mondo che troppo facilmente percepisce usi e costumi con superficialità e consumismo, glielo hanno fatto quei cattivoni dell’ISIS colpevoli almeno fino a quando non si dovesse scoprire un doppio livello anche in questa brutta storia del Califfato in piena espansione e capacità dimostrata di reagire colpo su colpo: tu mi bombardi dall’alto dei cieli, e io ti faccio vedere cosa succede ai tuoi proprio in cielo.
Quest’anno lo scherzetto/dolcetto (in chiave ultra macabra) ve lo hanno fatto i cavalieri mascherati dell’ISIS. Ma sono stati veramente loro dal momento che portavano la maschera come si conviene a chi, ad Halloween, si diverte?
Con l’attentato di Halloween (come d’ora in avanti lo chiameremo) all’A321 russo, nella guerra planetaria che si combatte tra la gente si apre il vero dopo 11 settembre 2001. Non a caso si contano ben 224 vittime che, tutte insieme, non erano mai state fatte, con un solo attacco, da quella data spartiacque. Si riapre inoltre quella che chiameremo guerra dei cieli avendo – evidentemente – il personale dell’ISIS o chi per esso, trovato un modo per colpire e mettere nuovamente sotto minaccia le rotte aeree. Chi ha il ricordo di cosa avvenne nelle fasi successive (intendendo anni) all’attacco delle Torri Gemelle capirà la gravità di quanto accaduto. La dinamica, attacco – parata – attacco, si è rimessa in moto e difficilmente ci sarà qualcuno in questo preciso momento in grado di cogliere in un mondo frattalico cosa voglia dire aver dovuto, dopo pochi giorni dall’evento, dichiarare che non si è più sicuri di poter partire/arrivare in una località e soprattutto che, alla luce di quanto accaduto, si preferisce “cambiare rotta”. In tutti i sensi? La decisione prudente nell’immediato si può capire perché se ci fosse stato (potrebbe comunque ancora esserci e non certamente in Egitto) un uno-due, il mondo degli anti ISIS (ma esiste questo mondo a cui mi trovo obbligato a fare riferimento?) sarebbe andato al tappeto. Solo così si giustifica la decisione, quasi si fosse nel panico, di non volare o, meglio, non sorvolare alcuni vasti territori. Mi appare una scelta che amplifica l’effetto cercato dagli attaccanti e la “parata” non annuncia niente di buono. Il colpo quindi è arrivato e dimostra, ancora una volta, la pericolosità della situazione in cui ci si è, passo dopo passo, andati a cacciare. Questa ormai è una guerra senza quartiere che si doveva prevedere ci avrebbe portato sull’orlo del baratro. Non considerando questo il peggio avendovi noi, mesi addietro, pregato di porre attenzione su cosa sia terrorismo, insorgenza e rivoluzione, fase del conflitto che gli attaccanti perseguono di raggiungere.
Oltre tutto dimostrando di essere i degni eredi di chi mezzo mondo, nei secoli, ha già dimostrato di saperlo conquistare e poi governare con abilità. Per fini che non ci stanchiamo di indicare essere solo i vantaggi per alcuni produttori di armi e di quant’altro si venda quando le guerre comandano, alcuni hanno fatto credere ai governati/sudditi che l’eliminazione di Saddam Hussein avrebbe aperto la prospettiva di un “Medio Oriente” (scusate la semplificazione) meno pericoloso e instabile di come si è dimostrato nella realtà post attacco all’Iraq o la caccia all’uomo in Afghanistan/Pakistan. Entrambi i nemici (Osama e Saddam) sono stati uccisi eppure non una delle cose promesse e per cui è stato versato tanto sangue è stato fatto. Pensate che fine avrebbe fatto un “titolo” a Wall Street che avesse dato così scarsi risultati? Invece, tranne il pentitello Blair, tutti tacciono sulle loro cazzatone e voi tra gli altri umani ne pagate le conseguenze. Migliaia di morti e di mutilati. Altri milioni di vite devastate e costrette alla fuga, deciso è lo ha fatto senza la capacità di dare risposte al dopo rais irakeno e al dopo Osama Bin Laden. Così è ovunque: sembrano i potenti della Terra ma in realtà, senza viagra rappresentato dall’adrenalina dei massacri e del pericolo che loro stessi corrono, non gli si drizza e di questa situazione frustrante continuano ad incolpare ora questo, ora quello. Comunque chiudere scali, cambiare rotte mentre si continuano a fabbricare armi e a venderle (o regalarle?) a quegli stessi che massacrano innocenti e azzerano con gli esplosivi le bellezze di Palmira non servirà a nulla se non a far mangiare la coda al gatto. Abitudine che tranne pochi felini picchiatelli non mi sembra abbia riscontro nella realtà.
Oreste Grani che ad ogni Halloween futuro penserà a quelle 224 persone innocentemente sacrificate sull’altare della guerra tra la gente.

Il volo Metrojet 9268 era un collegamento charter operato dalla compagnia aerea russa Metrojet fra l’Aeroporto Internazionale di Sharm el-Sheikh, in Egitto, e l’Aeroporto di San Pietroburgo-Pulkovo, in Russia. Il 31 ottobre 2015 l’Airbus A321 con marche EI-ETJ che operava il volo è stato vittima di un attentato terroristico a seguito del quale è precipitato sulla Penisola del Sinai, causando la morte dei 217 passeggeri e dei 7 membri dell’equipaggio.
Le ultime informazioni registrate dalle scatole nere indicavano che il velivolo stava volando alla quota di 9 400 m (30 888 ft) e alla velocità di 520 km/h (281 kn).
L’apparecchio coinvolto nell’incidente era un Airbus A321-200 prodotto nel 1997 e spinto da due motori IAE-V2500. Al momento dell’incidente aveva accumulato circa 56 000 ore di volo in 21 000 cicli. Consegnato dalla Airbus con numero di matricola 663 alla Middle East Airlines il 27 maggio 1997 con marche F-OHMP, aveva successivamente fatto parte delle flotte della Onur Air, della Saudi Arabian Airlines, della Cham Wings Airlines e nuovamente della Onur Air con marche TC-OAE per poi essere acquisito dalla Kolavia, successivamente diventata Metrojet, con marche EI-ETJ e quindi trasferito alla Metrojet con medesime marche dal 1º maggio 2012.
Dopo l’incidente, il Governo egiziano inviava sul luogo dello schianto personale di soccorso e una squadra di investigatori seguiti dal Primo Ministro egiziano che ispezionava la scena del disastro, sorvegliata dalle Forze Armate. Le scatole nere venivano recuperate il giorno stesso e i corpi delle vittime trasferiti presso gli ospedali del Cairo.
L’Autorità dell’Aviazione civile egiziana formava immediatamente un comitato investigativo composto di 47 specialisti a cui si aggiungevano rappresentanti russi, irlandesi, francesi e tedeschi e dell’azienda produttrice dei motori del velivolo.
La squadra investigativa riportava che i rottami del velivolo erano sparsi su un’area lunga 13 chilometri, indizio che faceva pensare a un’esplosione in volo dell’aereo di natura non ancora accertabile. Da una prima analisi del contenuto delle scatole nere, si osservava che il decollo era avvenuto alle 3:50 locali e che la registrazione si interrompeva 23 minuti dopo, alle 4:13. L’ultima altitudine registrata era di 9 400 m (30 888 ft) mentre l’aereo era ancora in fase di salita. L’ultima velocità rilevata era di 520 km/h (281 kt) con il pilota automatico inserito. Alla fine della registrazione era udibile un suono che sarebbe stato analizzato con speciali spettrografi per individuarne la natura.
Il 17 novembre 2015 l’agenzia di stampa russa Tass riferiva una dichiarazione del capo dei servizi segreti russi FSB, Aleksandr Bortnikov, che sosteneva che esistessero prove certe che il velivolo della compagnia russa fosse caduto a causa di una esplosione di matrice terroristica avvenuta a bordo e causata da un ordigno rudimentale della potenza equivalente di un chilogrammo di tritolo. Nello specifico il funzionario russo dichiarava che «nelle valutazioni dei nostri specialisti un ordigno autocostruito, della potenza di un chilogrammo di TNT, è esploso a bordo del velivolo e il velivolo stesso si è conseguentemente spezzato in aria. Questa ipotesi spiega lo spargimento dei rottami dell’aereo su un’ampia area di terreno».
Dopo alcuni video di rivendicazioni non ufficiali, il 18 novembre 2015 lo Stato Islamico (ISIS) rivendicava l’abbattimento dell’aereo russo sulla rivista ufficiale del califfato Dābiq, che mostrava l’ordigno che sarebbe stato imbarcato sull’aereo piazzato all’interno di una lattina deposta sotto il sedile di uno dei passeggeri.
Scherzetto in Medio Oriente?
Mentre i sondaggi certificano non solo una non augurabile rimonta di Netanyahu e l’ancora meno auspicabile affermazione della destra più destra che si può (con la quale Bibi, ribattezzato Bibi-sitter, ha già detto di volersi alleare) e l’inaspettato afflusso alle urne di midterm fa tremare Biden, il povero Libano, che da pochi giorni ha coraggiosamente firmato l’accordo con Israele sui giacimenti marittimi di oil & gas (in realtà Nasrallah ha colto l’occasione per sperare di uscire dalla crisi economica in una fase di difficoltà iraniana), vive l’ennesimo vuoto di potere
https://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/stati/libano/2022/10/31/libano-finito-mandato-aoun-ora-duplice-vuoto-istituzionale_4a1d52f3-3ed5-4c26-a0b6-fdb101f5e0ec.html
Fortunatamente il paventato blocco delle navi di grano è stato sventato e Lula ha vinto, anche se per un pelo.
Nel frattempo Melona butta fumo negli occhi sbattendo fuori l’ennesimo impresentabile di Forza Italia, ma intanto piazza Valentino Valentini al Mise.
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Cara Cuculo, ti informo che la Meloni legge gli articoli di Leo rugens insieme ai miei commenti;infatti ho scoperto che la Premier ha adottato il criterio del “Omen Nomen ” !adesso ne ho la prova certa : poteva mai far entrare nel governo uno che si chiama Mangialavori e che proviene dalla “Magna Graecia”?😉😂😂Valentino Valentini invece suona bene!; fa pensare sia a Cesare Borgia “IL Valentino ” Principe tanto apprezzato dal Machiavelli oppure allo stilista di moda famoso (voi donne ne sapete una più del diavolo !),Infatti chi puó avere una.. “mise” tanto elegante,impeccabile e presentabile quanto Valentino?😂😂😂
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Leggo solo ora 😳
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