Balcani? Se non esistessero non bisognerebbe certo perdere tempo ad inventarli
Il 1° agosto 2022 lasciavo detto ciò che ora potete leggere alla vigilia temo di altri guai. Io mi arrangio con i ceci ma se voi avete altro per la testa provvedete perché la situazione potrebbe precipitare con Putin printo ad aprire un secondo fronte. Oreste Grani

La politica estera è tutto, come noi di Leo Rugens non solo sappiamo ma lo ripetiamo da quanto siamo comparsi, dieci anni addietro, nel vasto oceano del web. E se la politica estera è tutto (e si è visto con l’attacco di Putin all’Ucraina quanto di quegli atti scellerati si riverbera sull’economia europea) tenete conto che una guerra guerreggiata a poche centinaia di chilometri dalle nostre case (la distanza in linea d’aria tra Pristina e Roma è di 719 chilometri, distanza che scende a soli 292 tra Brindisi e Prizren, tenendo conto che quella cittadina kosovara si ritiene sia un centro logistico per il “traffico delle armi” in pace figurarsi in guerra) e con la NATO impegnata potrebbe riguardare le nostre eventuali fragilità ancor più da vicino. Prima della fase due (iniziata il 24 gennaio 2022) della guerra russo-ucraina le preoccupazioni geopolitiche in Europa si concentravano nei Balcani
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