Continuando a ricordare Bebo Moroni

Migliaia di accessi al post dedicato a Bebo Moroni mi obbligano ad andare oltre quello che di lui ho sentito doveroso scrivere.
Moroni, come in molti sapete, era un grande conoscitore dell’universo attinente le onde radio, onde certamente legate al passato ma luogo mentale fortissimo ancora nel presente e di grande tendenza per il futuro.
La radio, quando penso a come ero arrivato a parlarne con Bebo, è un mezzo di comunicazione di massa che, non temo smentite, va considerato il più diffuso del mondo.
Tenete conto, per essere terra-terra, che è presente in maniera straordinaria (un ricevitore ogni cinque abitanti) anche nelle zone più povere dell’Africa dove tuttora, spero di non sbagliare clamorosamente i dati, tarda la penetrazione della televisione. Sempre la radio è saldamente radicata nelle abitudini dei paesi più sviluppati, a cominciare dagli USA dove ci sono censiti due apparecchi per ogni abitante.
Ho conosciuto Moroni solo qualche anno addietro grazie alla richiesta di Mario Michele Giarrusso (grazie veramente Mario per il prezioso gesto), a sua volta grande appassionato di tecnologie utili ad ascolti per uditi raffinati e melomani, di guardare con attenzione il curriculum di Bebo che già a quella data si trovava in gravi condizioni di salute e in difficoltà professionali.
Conoscevo solo sulla carta Moroni (anche per il suo impegno culturale, civile, politico) e pensai subito che sarebbe stato utile (meglio sarebbe dire, “indispensabile”) alla realizzazione di un mio vecchio sogno: dare vita ad una radio “transdisciplinare”.
Ne cominciammo a parlare e mi accorsi subito di che razza di fuori classe fosse (lo voglio lasciare detto). E non solo in materia. Ragionando con lui e con l’amico Massari nacque l’idea (subito realizzata grazie alla sensibilità di suo figlio Jacopo e alla proprietà di Radio Rock) di trasmissioni brevi di cui questo blog ha lasciato traccia all’epoca e che oggi rinverdisco, ripubblicandoli.
Questo gesto è l’inizio di un percorso che avverse condizioni (non avevo i soldi!) mi hanno impedito di realizzare con Bebo vivo. Solo a scrivere del vero motivo (mancanza di denaro) per cui non sono riuscito a farcela, mi vergogno, non tanto per noi amici che ci provammo ma per questa società di pulciari (questo è l’Italietta) che trovano soldi per tutto tranne che per le cose serie.
Un saluto alle migliaia di persone che sono entrate nel blog evidentemente con la finalità affettuosa verso Bebo Moroni di saperne di più. Sappiate adesso che tenterò in tutti i modi di realizzare quello che tempo addietro non riuscimmo a fare. E questo sforzo lo farò dedicandolo a Bebo e alla sua straordinaria umanità e competenza.
Oreste Grani/Leo Rugens

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