A proposito del presidente della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati, on. F. Mollicone


Su questo parlamentare (Federico Mollicone), ritenuto tanto colto e ottimo comunicatore (per questa esperienza, ritengo, scelto dalla premier Giorgia Meloni, per svolgere una funzione strategica quale è quella di presidente della VII Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati) lascio detto poche cose e tutte “plagiate” da quanto il certamente più autorevole (certamente sul terreno della cultura e della comunicazione), Umberto Croppi scrisse di lui quando Mollicone era presidente della commissione cultura del Comune di Roma (Alemanno Sindaco): “[…] ogni tanto rilanciò l’idea di costruire l’Arco che progettò Libera per l’EUR o di ripristinare il porto di Ripetta, contestualmente all’abbattimento del Museo dell’Ara Pacis di Meier o al rilancio (una vera fissa, finita malissimo in termini di accoglienza dei romani) della tradizione del carnevale romano”.

Umberto Croppi

Se capisco bene (e per questo lo plagio) la prosa di Croppi, Federico Mollicone e Giorgia Meloni all’epoca erano fedeli “gabbiani” di Fabio Rampelli e la Meloni, in quanto femmina, “gabbianella”.
Erano ragazzi (ma non troppo) che culturalmente (e per questo ne parlo ricordandoli) facevano riferimento alla Fondazione Ce.s.a.r., Centro Studi sull’Architettura Razionalista e, sempre per rimanere in area culturale, Croppi sostiene che il modello urbanistico era (o é?) incarnato da Léon Krier.
La visione estetica del gruppo di politici in cui si è formato Mollicone (e con lui Giorgia Meloni) appartiene al quel passato e a quella tradizione.
Aggiungeva Croppi che li conosceva molto molto molto bene: ” […] non sapendo, ovviamente, poi bene in che epoca, tale visione estetica, fissare”.
Giudizio pesantissimo e non certo rassicurante espresso a suo tempo su uno che oggi presiede la VII Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati della Repubblica Italiana.
Se ben ricordo Croppi pensava pure che Mollicone avesse in mente un non credibile modello di gestione del Teatro dell’Opera di Roma e l’Auditorium.
Senza mai dimenticare che erano compagni/camerati di schieramento politico. Certo che Croppi si poteva anche sbagliare per cui Mollicone, stupendo il mondo intero, si rivelerà uno stratega ma Croppi, se ben ricordo, quando frequentava e valutava “da vicino” il Mollicone, raccoglieva viceversa la stima di un mondo della cultura trasversale e autorevole rappresentato, tanto per fare un esempio, da figure come: Gino Agnese, Silvia Fendi, Giordano Bruno Guerri, Massimiliano Tonelli, Laura Cherubini, Dacia Maraini, Alberto Bevilacqua, Carlo Infante, Bartolomeo Pietromarchi, Achille Bonito Oliva, Lorenzo Canova, Ludovico Pratesi, Maria Giovanna Maglie, Roberto Arditti, Elisabetta Zamparutti, Andrea Granelli, Giampiero Mughini, Chicco Testa, Willer Bordon, Leoluca Orlando, Gino Marotta, Marcello Baraghini, David Palterer, Tracy Roberts, Francesco Cascino, Ugo Intini, Renato Nicolini, Pietrangelo Buttafuoco, Maria Ida Gaeta, Giacomo Marramao, Attilio Scarpellini, Patrizia Zappa Mulas, Stefano Salvi, Roberto Casiraghi, Mariano Rigillo, Daniele Di Gennaro, Paolo Cesari, Arnaldo Colasanti, Sandro Chia, Gioia Costa, Anna Mattirolo, Dominique Rethans, Luciano Sovena, Stefano Panunzi, Guido Barlozzetti, Giordano Rendina, Firouz Galdo, Giusto Puri Purini, Rosario Peduto, Oscar Pizzo, Fabrizio Grifasi, Francesco Nucci, Marcello Baraghini, Nicoletta Fiorucci, Marella Caracciolo Chia, Peter Gildwell, David Zard, Silvia Pallottino, Elena Abbiatici, Daniele Lombardi, Gabriella Buontempo, Francesca Barbi Marinetti, Adriana Polveroni, Sandro Cecchi, Flavia Borghese, Mario Morcellini, Marco Guidi, Stefano Dominella, Pamela Villoresi, Filippo Lamantia, Ivan Novelli, Gianluca Marziani, Sabrina Colla, Tonino Paris.

Mollicone, quindi, se ho ben capito, è un ex ragazzo di Rampelli cresciuto in una comunità che in realtà (la svolta avviene nel 1992 quando gli italiani si accorgono che l’unico partito non mazzettaro della Prima Repubblica era il MSI) si auto sdogana con il lancio di monetine contro il ladro Craxi. I ragazzi erano tutti di fatto nel MSI, dove però, per decenni, prima c’erano stati  Almirante che faceva finta di fare l’opposizione a Michelini, Rauti che faceva finta di fare l’opposizione ad Almirante tanto che poi un giorno nel MSI non c’è stata più l’opposizione.per decenni, Almirante faceva la falsa opposizione a Michelini, Rauti per anni la falsa opposizione ad Almirante tanto che alla fine nel MSI non c’è stata più un’opposizione. Quello che è sempre rimasto è stato viceversa una specie di laboratorio/serra dove fosse possibile la coltivazione di elementi che, intolleranti alle regole democratiche, provavano prima a trovare nel MSI la risposta al loro bisogno di fascismo e poi, insoddisfatti, passavano ad altro. Dove per altro c’è stato di tutto.

Compreso “Terza Posizione” e l’ormai defunto Beppe Dimitri, che, non a caso, sposa la figlia preferita di Giano Accame, dopo che Accame, per un periodo da saper leggere, compare come il vero consulente strategico del mondo ex missino che vive la stagione di Alemanno, prima quale brillante Ministro dell’Agricoltura e poi addirittura Sindaco di Roma Capitale.

Alemanno quindi al centro di pensieri complessi che si sono articolati progressivamente tra le mire di Francesco Caltagirone (fino a quando il vero boss non lo ha liquidato), Mario Mori (quello), Giano Accame appunto. Molti dei “romani” che attualmente sono pervenuti al governo della “Nazione” vengono da quelle “redazioni ” (AREA), da quelle segreterie, da quelle violente esperienze culturali. Perché, sentite a me che notoriamente sono un ignorantone senza arte né parte, questione culturale “iè”.

Oreste Grani/Leo Rugens preoccupato per l’assordante silenzio.