Bibi, pensaci bene prima di toccare la sicurezza di Israele

“Netanyahu’s partners have driven a hard bargain in negotiations, securing far-reaching policy and appointment concessions that will drive judicial reform, may change security service command structures, retroactively legalize and expand settlements, introduce far-right influence in secular education, and expand religious influence over state and social institutions.”
Fonte The Times of Israel 22.12.22
Il potere logora chi non ce l’ha, devono avere pensato Bibi e i suoi quando hanno deciso di allearsi con i religiosi estremisti dando vita al governo “più duro” dei 37 che hanno visto la luce in Israele.
Cosa significhi cambiare le strutture di comando dei servizi di sicurezza può significare una cosa sola ossia decidere le nomine dei vertici.
Negli anni mi hanno insegnato che se c’è qualcosa che va contro gli elementari principi di sicurezza di qualsiasi struttura è di sacrificare il merito a vantaggio della raccomandazione, sicché lasciare al politico la scelta del vertice è davvero pericoloso.
Poiché la sopravvivenza, non dico la sicurezza, di Israele dipende in tutto e per tutto dalla forza della sua intelligence si capisce subito come può andare a finire se il vertice decidesse di attaccare l’asino dove vuole il padrone. Da grandi conoscitori del caso italiano, gli amici israeliani siano molto accorti.
Se poi sia giunto il momento di cambiare qualcosa nell’assetto dei servizi israeliani a fronte di qualche grosso guaio che non so onostamente indicare, sarà il tempo a dire se le scelte fatte saranno state opportune.
Rinnovando la mia stima e affetto per il popolo di Israele colgo l’accasione per porgere i miei auguri di Buon Natale a tutti i lettori di Leo Rugens.
Alberto Massari
La forza di uno Stato democratico dipende fortemente da alcuni fattori non economici, fattori intangibili che attengono al capitolo delle RISORSE UMANE. Istruzione, università e reclutamento upgrading della classe dirigente: i servizi segreti così come i vertici militari non sfuggono a queste semplici regole che valgono ovviamente per tutti i settori cardine dello Stato (salute, giustizia, economia e finanza, ecc).
Laddove lo Stato si infiacchisce e permette di essere infiltrato dalle MELE MARCE di qualsiasi natura esse siano, lo Stato è destinato al fallimeno e la Nazione alla tragedia.
Ovviamente molto è la corruzione determinata dalla politica, ma non è solo questa: sbaglia chi crede che la politica sia il primo attore, perchè a mio giudizio essa è solo un fantoccetto e pure di basso livello (chi comanda veramente è altrove e si comanda solo e soltanto con il denaro e con le armi).
Il degrado dello Stato a mio personale giudizio nasce proprio dal cortocircuito determinato in genere dalla fiacchezza della morale pubblica intesa in senso lato. Laddove, si chiude un occhio ed a chiudere un occhio sono in tantissimi, lo Stato è condannato. Se manca il senso dello Stato, non ci sta Legge che tenga, non ci sta Trojan che tenga. Non basta intercettare chi già sappiamo da anni che delinque per metterci una toppa.
La questione è prevalentemente CULTURALE prima ancora che sanzionatoria e repressiva. A meno che non si voglia trasformare i nostri agri e le nostre campagne in sterminate caserme e carceri.
Ci vuole capacità di innovazione e di creatività nuova in politica per superare lo stallo che si è creato negli ultimi 30 anni ad opera dei soldi illeciti prevalentemente.
Faccio solo un esempio. A Roma – città piena di spifferi – si vociferava da secoli di accordi di avvocati e giudici, di luoghi sportivi e cene eleganti periodiche e ricorrenti a numero chiuso dove forse si concretizzavano. In molti sapevano forse. Non dico altro.
Dobbiamo con forza rivendicare lo spirito e l’ orgoglio di essere Stato.
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