Bibi, pensaci bene prima di toccare la sicurezza di Israele

“Netanyahu’s partners have driven a hard bargain in negotiations, securing far-reaching policy and appointment concessions that will drive judicial reform, may change security service command structures, retroactively legalize and expand settlements, introduce far-right influence in secular education, and expand religious influence over state and social institutions.”
Fonte The Times of Israel 22.12.22

Il potere logora chi non ce l’ha, devono avere pensato Bibi e i suoi quando hanno deciso di allearsi con i religiosi estremisti dando vita al governo “più duro” dei 37 che hanno visto la luce in Israele.

Cosa significhi cambiare le strutture di comando dei servizi di sicurezza può significare una cosa sola ossia decidere le nomine dei vertici.

Negli anni mi hanno insegnato che se c’è qualcosa che va contro gli elementari principi di sicurezza di qualsiasi struttura è di sacrificare il merito a vantaggio della raccomandazione, sicché lasciare al politico la scelta del vertice è davvero pericoloso.

Poiché la sopravvivenza, non dico la sicurezza, di Israele dipende in tutto e per tutto dalla forza della sua intelligence si capisce subito come può andare a finire se il vertice decidesse di attaccare l’asino dove vuole il padrone. Da grandi conoscitori del caso italiano, gli amici israeliani siano molto accorti.

Se poi sia giunto il momento di cambiare qualcosa nell’assetto dei servizi israeliani a fronte di qualche grosso guaio che non so onostamente indicare, sarà il tempo a dire se le scelte fatte saranno state opportune.

Rinnovando la mia stima e affetto per il popolo di Israele colgo l’accasione per porgere i miei auguri di Buon Natale a tutti i lettori di Leo Rugens.

Alberto Massari