Se Barbacetto non si sbaglia – signora mia – mi starei attenta


Alla fine (oltre 300 giorni!!!!) quel gran cazzaro sanguinario di Putin (Orsini dove sei?) arriva a chiamare “guerra” l’operazione speciale di polizia.
Basterebbe questo e il ricordo dei centomila russi mandati al massacro (non parlo dell’orrore innescato in Ucraina che non sarà mai dimenticato) in questa farneticazione imperial-pseudo-religiosa ortodossa (dove cazzo è quell’altro mascalzone barbuto di Kirill?) posta artificiosamente alla base dell’attacco, per calare Putin e i suoi complici in un pozzo senz’acqua, luce, cibo, buiolo per pisciare-defecare, fin che morte non sopraggiunga.

A inciviltà (guardate come ha ridotto le città e i villaggi in Ucraina!), non si può non rispondere con estrema severità di giudizio e di punizione. Gianni Barbacetto (da decenni raramente si sbaglia) dice che l’ENI traffica con Putin. Vediamo, gentile signora Meloni, di fare chiarezza subito.

Cortesemente, anche in questo caso, giuri con il sangue (è la garanzia che offre) che Barbacetto si sbaglia, o lei, senta me che ho molti anni più di lei, il panettone del 2023 non non non lo mangia. Altro che regalarlo ai suoi parlamentari.

Chi sotto qualunque forma continua a far finta che non siamo in guerra e avvalla di fatto doppiogiochismo italico, senta a me, rischia. Perché, poteri forti o non poteri forti, sovranisti o cazzari organizzati, massonerie transnazionali o meno, in guerra (e siamo in guerra) c’è chi ci pensa a quelli che parlano con lingua biforcuta e tradiscono i patti d’alleanza. 

Oreste Grani/Leo Rugens

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