Donne, Vita, Libertà

I luridi preti barbuti, gli ayatollah arroccati in Iran (ma protetti e puntellati da diverse interessate complicità sparse per il mondo), anche ieri hanno ucciso, appendendo finché morte non subentri, due giovanissimi uomini colpevoli solo di voler difendere le loro donne, sorelle, figlie, madri, amiche. I giovani sono stati processati senza avvocato. Vi basta?
In Iran, ormai è certo, si muore impiccati perché le donne siano libere di vestirsi come desiderano. Ho scritto una cosa che sembra incredibile che possa essere lasciata scritta. Sembra una fake news e invece è la realtà anche se quegli schifosi blaterano di dio o cazzate similari. Ma questo sangue alle “guide spirituali” non basta tanto che rimuovono il capo della polizia perché ritenuto una colomba. Lo sostituiscono con Ahmadreza Radan che in quanto a ferocia da maggiori garanzie. E questo avviene nella nostra sostanziale indifferenza.

Donne/Uomini, Vita, Libertà. Questa miscela “respiratoria (non lo pensate?) è un bisogno elementare da soddisfare. Per tutti meno che per quegli schifosi preti? Oggi non posso non andare alla manifestazione per la Libertà in Iran, alle 14:00, a Roma, a Piazza della Repubblica, pioggia o non pioggia, vecchiaia o non vecchiaia. O non potrò più chiamarmi mazziniano.
In Iran, per riassumere senza possibilità di equivoci, gentile ministro Adolfo Urso, si muore per la libertà.
Su questa questione nodale rimaniamo in vigile attesa che lei si esprima raccontando, come si dice, per filo e per segno, cosa ci facesse con quegli schifosi assassini. La prego, sempre ovviamente cortesemente dal momento che lei è un ministro ed io non sono un cazzo, di dichiarare che, a mala pena, sa dove sia Teheran e che lei se la intendesse con i sanguinari dittatori, ammirandoli anche culturalmente, è una calunniosa leggenda metropolitana, inventata di sana pianta (anche questa è un’espressione che si usa) da suoi avversari politici o di partito. La prego lo faccia e se lo ha già fatto accetti le mie scuse sentite.
Comunque, consapevole della mia marginalità e ininfluenza, aspetto che lei prenda le distanze dai tiranni assassini anche apponendo una sua convinta firma sotto l’appello di denuncia che oggi viene consegnato alla diplomazia iraniana. Appello che come cittadino libero, Leo Rugens firma convinto.
Oreste Grani/Leo Rugens