La verità sul Caso Orlandi: da Gennaro Egidio ad Alessandro Diddi

L’avvocato Alessandro Diddi, Promotore di quanto attiene la Giustizia nello Stato Vaticano (forse la carica è altra ma a me sembra di ricordare questa dicitura formale), professionista di assoluto valore e persona certamente di fiducia di Papa Francesco, ha comunicato che è pronto a riaprire le indagini attinenti il caso “Emanuela Orlandi“. Ipotizzo che l’avvocato abbia consigliato Bergoglio di consentire di fare questo passo formale anche per dare soddisfazione al fratello della ragazza scomparsa (il 22 giugno p.v. saranno passati solo 40 anni!!!), Pietro Orlandi che, da sempre, ritiene che ci siano state complicità in Vaticano, prima nell’attuazione dell’episodio criminale e poi nel coprirlo. Ditti dichiara che saranno nuovamente investigate tutte le piste a suo tempo individuate. Impresa ciclopica o meglio erculea. Almeno dodici infatti potrebbero essere le piste, cioè quante le mitiche fatiche di Ercole.

Dura comunque la riapertura dei fascicoli e soprattutto tenue la speranza di arrivare a capire chi e perché ha fatto sparire la giovane donna. Ma, come si dice, la speranza è l’ultima a morire. Morta Emanuela è morta e, se è morta, quasi certamente qualcuno l’ha uccisa. E l’ha uccisa in tali circostanze per cui negli anni, pur cambiando gli assetti interni alla Chiesa (da quando è morta la Orlandi si sono alternati tre papi!), nessuno è riuscito a fare chiarezza su questa vicenda certamente inquietante e per molti versi oscura. Certamente qualcosa di più si poteva fare per trovare rapitori ed eventuali assassini. Il movente di questo non aver fatto tutto quel che si poteva fare potrebbe essere il vero bandolo della matassa.

Sì, più ci penso, più ritengo che per primissimo passo cercherei i colpevoli di questo eventuale lassismo. Trovati i responsabili di questi inquinamenti, deviazioni, disinformazioni potrei scoprire di essere più vicino alla verità di quanto potessi immaginare. Sempre se, al di là dell’onestà di intenti di Alessandro Ditti, si vuole realmente scoprire chi si è voluto coprire in questi anni. Forse la Chiesa e la Città Santa hanno già troppi guai per potersi permettere un altro super casino. O forse, no. E allora Pietro Orlandi potrebbe finalmente rilassarsi.
Come avrebbe diritto.

Oreste Grani/Leo Rugens