Mnemosine una dea ingombrante

Il giorno dopo le celebrazioni della Giornata della Memoria, provo a rendere quotidiano lo sforzo che va fatto per non dimenticare. Non solo l’Olocausto, il negazionismo, l’antisemitismo che continua a fare proseliti. Anche cose apparentemente minori.

Ricordare non è cosa facile. Anzi, ci vuole addestramento e una certa predisposizione al futuro e a ciò che spesso ci si accompagna che è il progetto. Senza progetto futuro, si fa fatica a ricordare. Anzi, e qui Leo si scatena entrando nel merito: non vi sforzate a ricordare se non avete un progetto. Non a caso, ciclicamente, nella Storia (ecco come operano i vari negazionisti), qualcuno si applica ad alterare la memoria soprattutto quando l’informazione da trasmettere risulta troppo scomoda e ingombrante. Allora si arriva a manipolare, a censurare un’idea, dei libri, documenti inconfutabili. Perfino personaggi e avvenimenti vengono rimossi dalla storia con un rogo o un semplice colpo di forbici o con un atto pseudolegale.

L’oblio è quindi il nemico strategico che prova a mimetizzarsi in un territorio dai confini imprecisati (come vedrai è su questo che vengo a prenderti e a chiederti conto) in cui convivono la dimenticanza, la sbadataggine, la sventatezza ma anche la mala fede di chi non vuole ricordare per non rispondere delle proprie scellerate azioni.
Zeus affida a Mnemosine, la dea della Memoria, il compito di celebrare le imprese degli dei perché l’oblio, per gli immortali, è quello che la morte è per gli uomini.
Se non si ha dimestichezza con queste dinamiche millenarie e complesse, è meglio astenersi che pretenziosamente scegliere Mnemosine, il suo nome, il suo esempio virtuoso per un vile agire quotidiano.

Si può scherzare con i fanti (e le fantesse) ma è preferibile lasciare i santi, se si è avuta, immeritatamente, la sorte di incontrarne.
Per chi non lo sapesse, lo ripeto con il piacere di farlo: sono un professionista della memoria e per anni, prima di incontrarti, piccola ladra, mi sono dedicato a ricordare e a tramandare. Fino a questioni di Stato.

Perchè non arrivi quindi a ricordare e tramandare tutto quello che, con dolo, hai fatto, devi avere la buona sorte che io muoia. E rapidamente. Viceversa, da oggi, sono cazzi tuoi e dei medici che, eventualmente, ti hanno preso in cura a che facessi ciò che improvvidamente hai fatto.
Il blog che appare come un luogo di memoria artificiale, nel mio caso, è ben altro: serve a ricordare, come sperimenterai sulla tua pelle.

Metafora, metafora ovviamente, mia piccola ladra stupida.

Oreste Grani/Leo Rugens