Vediamo di non dimenticare per primi i bambini

Da oggi, se le forze mi sosterranno, proverò a ricordare che tra una Giornata della Memoria (27 gennaio) e l’altra, dell’anno successivo, ci sono 365 giorni. Direte che è ovvio. Scrivo per dire che proverò appunto, ogni giorno, a ricordare quanto è accaduto. Comincio con il ricordare il sacrificio dei bambini.
Certo che questo primo orrore si porta dietro il dramma delle madri ma per ora dedico il post ai piccoli innocentissimi. A cominciare da quelli che sono venuti al mondo nei lager in quanto in grembo alle loro madri fatte prigioniere. Sono venuti al mondo e sono stati lasciati morire (le fonti dicono tutti) nei primi giorni di vita senza assistenza e senza cibo. Le madri infatti rarissimamente avevano il latte o potevano tenere con loro le creaturelle.
Vediamo di non dimenticare i figli di queste donne ebree ma anche delle detenute politiche (tantissime), rom (tante) e anche di donne Testimoni di Geova. I nazisti e i loro alleati e complici miravano a sterminare i figli perché, crescendo, non potessero arrivare a desiderare la vendetta. Li ammazzavano prioritariamente per questo motivo e vi consiglio di non rimuovere il movente. Dal movente si capisce quasi tutto. I piccolini quindi lasciati spegnersi in pochi giorni o bruciati.
Oreste Grani/Leo Rugens