La sanità e la strategia di sicurezza nazionale

Quanto è dato leggere nel post “Strane coppie – prof. Roberto Gandini (PTV) & Tullio Simoncini” potrebbe lasciare esterrefatti. Ma non noi che, dicono, sappiamo trattare le informazioni. Soprattutto se ci vengono onestamente affidate e il grado di credibilità della fonte è particolarmente alto.
Perché, sentite a me, questo è un caso in cui bisogna saper mostrare notevole capacità di elaborazione delle fonti riservate e aperte (e gli eventuali segnali di indignazione degli ambienti in cui si stanno consumando le oscenità professionali) e impegnarsi ad estrarre dalla realtà ciò che c’è (di gravissimo) ma potrebbe non rivelarsi ad una prima ricognizione.
Per questo groviglio bituminoso (così ci appare e per questo abbiamo deciso di interessarcene essendo la sanità una delle nove aree in cui abbiamo, anni addietro, sistematizzato la strategia di sicurezza nazionale) ci vuole l’uso sapiente delle migliori tecnologie investigative per arrivare a diagnosticare il tumore, se di tumore dovesse trattarsi.
Una nostra coscienziosa lettrice consiglia di leggere altro oltre a ciò che abbiamo cominciato a scrivere.
E così facciamo per arrivare a capire come sia possibile che in questa nostra Italia continuino ad accadere cose di questa gravità.
Una lettura di questi episodi (accadono in ambiente universitario) ha bisogno di preamboli e una ricognizione sull’ambiente della sanità nazionale a cominciare però da quello romano-laziale. Nessuno come Alberto Statera (il grande giornalista mancato troppo presto) sapeva accompagnarmi a capire questi grovigli e questi letamai da cui non nascevano però fiori come si ritiene partendo dalle canzonette.
Statera, molti anni addietro, lasciava scritto il testo che oggi saccheggio. E’ un omaggio all’amico e al cittadino illuminato. Oltre che al professionista della carta stampata.

Come vedete ci sono storie che sembrano datate e accenni a questioni ancora aperte relative al settore delicatissimo di chi controlla la salute pubblica e i suoi fatturati. Si trovano riferimenti persino alla famiglia Rotelli oggi evoluta in Rotelli-Ghribi, l’imprenditore di origine tunisina. O alla Campania con i suoi disastri. E la prosa di Statera era ante Covid.
Comunque abbiamo ritenuto allargare lo sguardo per evitare di perderci qualcosa.
Oreste Grani/Leo Rugens
STRANE COPPIE – PROF. ROBERTO GANDINI (PTV) & TULLIO SIMONCINI

Al presente, l’avanzamento di un tumore con moto rettilineo, uniforme ed implacabile, non è alterato minimamente dalle attuali terapie oncologiche. Pur con tutti i trucchi e le distorsioni della statistica, nei libri e trattati classici viene riportato un tasso di guarigioni dal cancro che oscilla intorno al 7%. Cioè, con le dovute correzioni, pressoché zero.
Tutto il resto è propaganda a favore dell’oncologia ortodossa.
Perché l’uso del bicarbonato di sodio
In base alle considerazioni scientifiche esposte nel libro, che giunge alla dimostrazione che il cancro è prodotto da masse fungine (di tipo Candida) l’unico rimedio utile disponibile al presente per curare il male proviene dal bicarbonato di sodio.
Contrariamente agli antifungini, il bicarbonato di sodio è dotato di un’altissima diffusibilità ed è privo di complessità strutturali facilmente codificabili dai funghi.
La sostanza mantiene a lungo le proprie capacità di penetrazione dentro le masse, anche e soprattutto per la velocità con cui le disgrega, cosa che rende loro impossibile un minimo adattamento sufficiente a difendersi.
Il concetto base del sistema di cura del dottor Simoncini è quindi la somministrazione di soluzioni con un alto contenuto di bicarbonato di sodio (5%) direttamente sulle masse neoplastiche.
L’arteriografia selettiva
La ricerca di tecniche sempre più efficaci, che permettano di arrivare il più vicino possibile all’intimità dei tessuti, ha portato il dr. Simoncini all’arteriografia selettiva (la visualizzazione tramite strumentazione di arterie specifiche) e al posizionamento di port-a-cath arteriosi (vaschette di raccordo del catetere). Queste metodologie consentono di posizionare un cateterino direttamente nell’arteria che nutre la massa neoplastica, permettendo di somministrare alte dosi di bicarbonato di sodio nei recessi più profondi dell’organismo.
Una terapia con bicarbonato va impostata subito a grosse dosi, in maniera continua, a cicli e senza pause, in un’opera di distruzione delle colonie fungine che dovrebbe procedere dall’inizio alla fine senza interruzioni almeno per 7-8 giorni per un primo ciclo, tenendo presente che una massa di 2-3-4 centimetri comincia a regredire consistentemente dal 3° al 4° giorno, e crolla dal 4° al 5° (il limite massimo della dose per seduta si aggira intorno ai 500 cc).
Uso del bicarbonato in altre terapie mediche
C’è da sottolineare che le dosi indicate, proprio perché innocue, sono le stesse utilizzate senza problemi da oltre 30 anni in numerose altre situazioni morbose quali la:
Chetoacidosi diabetica grave.
Rianimazione cardiorespiratoria.
Gravidanza.
Emodialisi.
Tossicosi farmacologica.
Epatopatia.
Interventi di chirurgia
Ciò che avete appena finito di leggere è la presentazione del volume “Il Cancro è un Fungo – La rivoluzione nella cura dei tumori” (2005) di Tullio Simoncini medico radiato dall’ordine nel 2003 e condannato per omicidio colposo e truffa nel 2006.


Il dottor Roberto Gandini, professore associato presso il Policlinico Tor Vergata, che è sede universitaria, non ha un curriculum facile da reperire.

Secondo la legge italiana e una sconosciuta signora francese Tullio Simoncini e Roberto Gandini si conoscono e operano insieme addirittura dal 2002, quando di concerto introducevano il bicarbonato di sodio nel sistema circolatorio dei pazienti come terapia anticancro.
Nel 2012 Simoncini e il prof. Roberto Gandini sono a Tirana, capitale dell’Albania, non a sorseggiare un tè o a bere un bicchiere di rakjia, bensì a guarire un giovane catanese di ventisette anni, Luca Ernesto Olivotto, affetto da un tumore al cervello, i cui disperati genitori affidano ai due, dietro compenso di ventimila euro: poco per vivere troppo per morire a poche ore dall’intervento e non per causa della malattia.
Sfuggiti alla giustizia albanese, incappano in quella italiana, che alla coppia Simoncini – prof. Roberto Gandini appioppa nel 2018 cinque anni e mezzo al primo e due anni con sospensione della pena al secondo, sentenza confermata nel 2020.
È tanto è poco, chi siamo noi per giudicare, senonché, colpo di scena, la sentanza “è stata annullata dalla Cassazione con rinvio a una diversa sezione della corte d’appello la condanna” grazie al ricorso presentato dagli avvocati Giosué Naso e Franco Carlo Coppi del foro di Roma, difensori rispettivamente del Simoncini e del prof. Roberto Gandini.
Non spetta a noi commentare le sentanze della Cassazione o del tribunale, spetta a noi, e lo rivendichiamo, una azione sussidiaria alle istituzioni nel sostenere che, se un professore universitario, oggi associato domani potenzialmente “ordinario”, si accompagna a un ciarlatano, truffatore, messo all’indice dalla comunità dei medici italiani non per bersi un bicchiere bensì per inserire dei cateteri attraverso cui somministrare bicarbonato di sodio per guarire dal cancro il paziente, ciò va a intaccare la sicurezza nazionale, quindi richiede l’intervento delle istituzioni preposte alla sua tutela.
La redazione