Chi comanda nelle banche centrali? E cioè su tutti voi


Fidarsi delle rassicurazioni di Cristine Lagarde è come chiedere all’oste, da polli ingenui, come sia il vino.
Il sistema bancario è da tempo lo specchio di una società senza capo, dove – ciclicamente – si scopre chi manovra, spesso in combutta con la criminalità organizzata, le sorti di milioni di persone oneste che, loro sì, stanno alla stanga.

La Lagarde fa e dice cose nell’interesse esclusivo dei banchieri che sono, come gli osti, di parte. In Italia alcuni banchieri sono dei semplici bancari un po’ evoluti grazie a cordate parapolitiche o protetti da padrini che determinano le nomine oltre che nelle partecipate anche nelle banche. Spesso siamo di fronte ad una vera e propria razza di avidi pulciari ben pagati ma non in grado di disegnare strategie nell’interesse della Repubblica.
Pochi centri di potere, spesso silenziosi e invisibili, garantiscono la carriera dei personaggi di maggior rilievo. 
Tra gli appartenenti a questa categoria di privilegiati a dire il vero gli Italiani non sono molto numerosi: saranno al massimo una ventina. Tutti gli altri sono delle mezze tacche che tali si dimostrano alla prima prova impegnativa. Quelli fedeli alle logge potenti (non parlo quindi di cose di casa nostra), intendendo quelle seriamente mondialiste, sono pochi ma dei veri campioni fieri di una storia da autentici traditori della Patria.

Oggi, come intuite, mi sto per fare non pochi ulteriori nemici. Non solo me ne frego (spero di non dare fastidio a nessuno appropriandomi del motto) ma, vicino come sono stato alla morte, ho voglia di fare tutto meno che non dire ciò che penso.
Come si possa infatti essere utili ai nostri compatrioti essendo organici (anche come dirigenti) a luoghi di elaborazione teorica mondialista quali il Royal Institute for International Affair  (RIIA) è un mistero su cui onesti giornalisti dovrebbero coraggiosamente provare ad indagare.
Per capire cosa sia RIIA (The Chatham House) non basta puntualmente leggere cosa scrivano o facciano sentire/vedere.

https://www-chathamhouse-org.translate.goog/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc&_x_tr_hist=true

Importante comunque seguire la Fabbrica di Idee Mondialista.
Va ricordato che la “scatola” RIIA in realtà è il luogo di regia strategica di quello che tutti (comunque molti)  conoscono come ASPEN Institute for Humanistic Studies, ritenendolo a sua volta un luogo di grande potere.

Certo che lo è ma il vero ponte di comando è in RIIA. Bisogna pertanto saper guardare chi conta in RIIA per capire come potrebbe andare il mondo. O come alcuni ambienti vorrebbero che andasse. Tra i morti Francesco Cossiga (poi presidente della Repubblica Italiana) era uno che contava in RIIA. Così come Carlo Azeglio Ciampi (poi anche lui presidente della Repubblica Italiana).
Gianni Agnelli era RIIA. Giorgio Napolitano, altro presidente della Repubblica Italiana, è RIIA. Formalmente erano solo membri ASPEN ma, come ho detto, ASPEN si ispira (meglio è diretta culturalmente) da RIIA.

Grovigli da cui non sono estranei tipi alla Enrico Letta. O Giulio Tremonti. Ai massimi livelli conta ovviamente Mario Draghi. Per anni molti di questi signori erano anche organici (così torniamo alle banche e ai valzer reputazionali e di affidabilità a cui assistete in queste ore) alla Banca dei Regolamenti Internazionali che sono sicuro in pochissimi sapete cosa sia. Se non addirittura che esista tale organismo.

Invece non solo esiste ma quello che nella mia semplicità e ininfluenza vi invito a chiedervi chi sia in realtà a comandare nel mondo. Influendo anche nelle vostre tasche.
Leggete bene cosa sia e come funzioni (compreso l’anonimato degli azionisti) la Banca dei Regolamenti Internazionali e poi vedete se vi riesce di continuare a credere all’Ostessa Cristine Lagarde.

Oreste Grani/Leo Rugens stanco di far finta di capire poco.


La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI; in ingleseBank for International SettlementsBIS) è un’organizzazione internazionale avente sede sociale a Basilea, in Svizzera. Fondata nel 1930 in attuazione del Piano Young, essa è la più antica istituzione finanziaria internazionale.

Pur essendo un’organizzazione internazionale, la BRI è strutturata come una società anonima per azioni, avente un Consiglio di amministrazione e un direttore generale; tuttavia, le sue azioni possono essere sottoscritte unicamente da banche centrali o da istituti finanziari designati. Attualmente possiedono quote azionarie, e sono pertanto rappresentate alle sedute dell’Assemblea generale, 60 banche centrali, fra cui la Banca centrale europea.

Il principale scopo dell’organizzazione è promuovere la cooperazione tra la banche centrali. Al contempo, la BRI fornisce specifici servizi finanziari in qualità di “banca delle banche centrali” (cioè funge da banca centrale per le banche centrali che, nel mondo, sono azioniste della BRI stessa) ed opera come agente o mandataria (trustee) nei pagamenti internazionali che le vengono affidati. Infine, la BRI rappresenta oggi un rinomato centro internazionale di ricerca in ambito finanziario, monetario ed economico.

Da gennaio 2022, il presidente del Consiglio di amministrazione (Board of Directors) è l’attuale governatore della Banque de FranceFrançois Villeroy de Galhau. Il suo direttore generale è, dal 1º dicembre 2017, il messicano Agustín Carstens.

Storia

La Banca dei regolamenti internazionali nasce nel 1930, in ottemperanza di uno dei punti fondamentali che costituivano il piano Young. Tale piano economico si prefiggeva infatti l’obiettivo di riconsiderare e ricalibrare l’annosa questione delle riparazioni di guerra che la Germania, uscita sconfitta dalla prima guerra mondiale, doveva ancora onorare nei confronti dei vincitori. A tal fine nel 1924 era già stato formulato il piano Dawes, il quale tuttavia non era riuscito a delineare con sufficiente chiarezza una regolamentazione stabile delle riparazioni di guerra.

Per questa ragione, il 7 giugno 1929, un comitato di esperti formato da due delegati per ciascuno dei governi di BelgioFranciaGermaniaGiapponeItaliaRegno Unito e Stati Uniti d’America, si riunì a Parigi e in tale occasione il piano venne accettato dal governo tedesco e fu data via libera alla fondazione della BRI. Lo statuto della banca fu stilato durante la Conferenza dei banchieri internazionali tenutasi a Baden Baden il successivo novembre, e fu ufficialmente adottata nel corso della II Conferenza dell’Aia, il 20 gennaio 1930.

Fra gli uomini che più di altri contribuirono alla costituzione della BRI si segnalano l’allora governatore della Banca d’InghilterraMontagu Norman, e l’allora ministro delle finanze tedesco Hjalmar Schacht. Nel periodo 193345 all’interno del CdA della BRI sedettero alcuni tra i maggiori gerarchi nazisti, come Walter Funk ed Emil Puhl – entrambi condannati durante il processo di Norimberga – così come altri personaggi vicini al regime come Herman Schmitz ed il Barone von Schroeder, proprietario della Banca J.H. Stein, dove erano custoditi i beni della Gestapo. Alla fine della guerra la BRI fu accusata di aver aiutato il governo nazista nell’opera di predazione dei beni appartenenti ai paesi occupati durante la seconda guerra mondiale.

Come risultato di queste accuse, alla conferenza di Bretton Woods del luglio 1944, la Norvegia propose la “liquidazione della Banca dei regolamenti internazionali, il più presto possibile”. Ciò provocò un acceso dibattito che sfociò in un palese disaccordo tra le delegazioni americana e britannica. La liquidazione della banca venne sostenuta da altri delegati europei, così come dagli Stati Uniti, ma trovò la ferma opposizione del capo della delegazione britannica John Keynes. Alla fine lo scioglimento della BRI venne approvato, tuttavia la liquidazione della banca non fu mai intrapresa. La delegazione britannica, infatti, non si arrese e, quando il presidente statunitense Roosevelt (favorevole alla decisione) morì nell’aprile 1945, il suo successore Harry Truman, persuaso dagli inglesi, decise di cambiare posizione e di sostenere la sospensione dello scioglimento; nel 1948 la decisione di liquidare la BRI venne poi ufficialmente rovesciata.

Rimasta in piedi, la Banca adeguò il suo statuto alla nuova situazione postbellica, in modo che tutte le banche centrali europee, comprese quelle dei paesi socialisti (con l’eccezione dell’Unione sovietica e Germania Est), decisero di aderirvi. Tra il 1962 e il 1971, l’attenzione della BRI fu posta nel coordinare le risposte alle crisi valutarie, in stretta collaborazione con il Gruppo dei dieci. Dal 1971, con la fine del sistema dei cambi fissi, focalizzò la sua missione nella vigilanza bancaria ed assicurativa.

Organizzazione

Attuali azionisti della BRI.
Basilea, sede della BRI dal 1930

Secondo lo statuto, rivisto per l’ultima volta nel novembre 2016:

  • La BRI è una società anonima per azioni con sede legale a Basilea (artt.1 e 2).
  • Dal sito istituzionale non risulta pubblico l’elenco degli azionisti. Nello statuto sono menzionati come membri le banche centrali di BelgioFranciaGermaniaGran BretagnaItalia e Stati Uniti.
  • Il capitale sociale di 3 miliardi di Diritti Speciali di Prelievo è composto da 600.000 azioni nominative alla pari senza diritto di voto, trasferibili soltanto con l’approvazione dell’istituto ai soggetti autorizzati. Le azioni non possono essere emesse sotto la pari, conferiscono una responsabilità agli azionisti pari al loro valore nominale, non hanno diritti privilegiati. Le azioni conferiscono identici diritti di partecipazione agli utili e attività della banca, ma non danno diritto di voto.
  • Possono essere azionisti della BRI le banche centrali o gli istituti finanziari designati dal Consiglio di amministrazione (art. 15).
  • Le decisioni spettano alle banche centrali, in quanto le azioni non comportano diritto di voto (artt. 14 e 15).
  • Il Consiglio di amministrazione delibera a maggioranza, non con l’unanimità dei voti. Tuttavia, non può determinare una politica monetaria mondiale, che prevalga su quelle delle nazioni partecipanti. Le operazioni “devono conformarsi alla politica monetaria delle Banche Centrali dei Paesi interessati”: le banche centrali interessate da qualunque tipo di operazione hanno diritto di veto sull’esecuzione di queste (art. 19). In questo senso, l’organizzazione è un coordinamento (paritetico) fra banche centrali.
  • La BRI non può prestare somme ai governi o detenere quote di imprese, o emettere moneta (art. 24).
  • La Banca (e i suoi dipendenti) godono dell’immunità di giurisdizione, e i beni dell’Istituto dell’immunità di esecuzione. L’immunità è estesa a tutto il campo penale, e ammette deroghe per specifiche rinunce dei diretti interessati o per “azioni civili o commerciali risultanti da transazioni bancarie o finanziarie”.

Il comitato di Basilea, che si propone di promuovere la cooperazione in ambito prudenziale e migliorare la qualità della vigilanza bancaria, ed è all’origine della normativa di Basilea 3, è parte della Banca dei regolamenti internazionali.

I tre organi decisionali più importanti sono:

  • l’Assemblea generale delle banche centrali aderenti;
  • il Consiglio di amministrazione;
  • la Direzione.

Assemblea generale

Attualmente l’Assemblea generale è composta da tutte le 60 banche centrali aderenti alla BRI. Il diritto di voto nell’Assemblea è proporzionale al numero di azioni emesse nel Paese cui la Banca centrale appartiene. Le principali decisioni di competenza di quest’organo sono la distribuzione dei dividendi e dei profitti, l’approvazione del rapporto annuale e del bilancio, la revisione delle remunerazioni dei membri del Consiglio di amministrazione e la selezione degli uditori esterni.

Generalmente, l’Assemblea si tiene una volta l’anno alla fine di giugno o all’inizio di luglio.

Consiglio di amministrazione

Il Consiglio di amministrazione della BRI è composto da un massimo di 21 membri, fra cui 6 membri di diritto (i governatori delle banche centrali di BelgioFranciaGermaniaItaliaRegno Unito e Stati Uniti), ciascuno dei quali può nominare un altro membro del consiglio della propria nazionalità. Fanno inoltre parte del Consiglio fino ad un massimo di altri nove governatori di altre banche centrali (attualmente quelli di BrasileCanadaCinaGiapponeIndiaPaesi BassiSveziaSvizzera e Banca centrale europea).

È compito del Consiglio determinare la politica generale della BRI. Deve riunirsi almeno sei volte l’anno.

Il Consiglio di amministrazione elegge al suo interno un presidente ed un vicepresidente, entrambi con un mandato di tre anni.

Quelli che seguono sono i componenti del Consiglio di amministrazione della BRI al 1º dicembre 2017:

Jens Weidmann,
Francoforte sul Meno (Presidente)Mark Carney,
LondraAndreas Dombret, Francoforte sul MenoMario Draghi, Francoforte sul MenoWilliam C. Dudley, New York
Ilan Goldfajn, BrasíliaStefan Ingves, StoccolmaThomas Jordan, ZurigoKlaas Knot, AmsterdamHaruhiko Kuroda, TokyoAnne Le Lorier, ParigiFabio Panetta, RomaUrjit R. Patel, MumbaiStephen S. Poloz,
OttawaJan Smets, Bruxelles
François Villeroy de Galhau, ParigiIgnazio Visco, RomaPierre Wunsch, BruxellesJanet L. Yellen,
Washington D.C.Zhou Xiaochuan,
Pechino

Direttore generale

Il compito del direttore generale è quello di eseguire le decisioni prese dal Consiglio di amministrazione. Fin dalla nascita della BRI, tranne due tutti i direttori generali sono stati europei, in gran parte francesi.

NomeNazionalitàPeriodo
Agustín Carstens MessicoDal 2017
Jaime Caruana Spagna2009 – 2017
Malcolm Knight Canada2003 – 2009
Andrew Crockett Regno Unito1994 – 2003
Alexandre Lamfalussy Belgio1985 – 1993
Gunther Schleiminger Germania1981 – 1985
René Larre Francia1971 – 1981
Gabriel Ferras Francia1963 – 1970
Guillaume Guindey Francia1958 – 1963
Roger Auboin Francia1938 – 1958
Pierre Quesnay Francia1930 – 1937

Critiche

Forti critiche all’istituto finanziario sono state mosse dall’economista e autore olandese Roland Bernard, il quale sostiene che attraverso la BRI sono state fatte passare, a partire dalla sua fondazione, numerose operazioni al limite dell’etica e della legalità, a cominciare dagli affari che inglesi e americani avrebbero intrattenuto con i tedeschi durante la seconda guerra mondiale, in particolare in occasione della vendita dell’oro sequestrato dai nazisti agli ebrei tedeschi: «Tutto ciò che non poteva sopportare la luce del giorno, passava attraverso di essa, con un mezzo subdolo».

https://www.bis.org/