Ossessione Grani?


Chi ritiene che, in gran segreto, io sia per farmi oggetto di tanto inutile e dispendioso accanimento giudiziario? 

Chi sono, a mia stessa insaputa, da essere considerato degno di una punizione esemplare da infliggersi nei Tribunali della Repubblica? 

Chi sono per farmi oggetto, da anni, di incaute liti con nessun altro fine se non quello di condizionare, eventualmente, il mio diritto ad un libero pensiero nei campi politici, economici, sociali in cui provo, sia pur marginale e ininfluente, a ragionare?

A che pro tanto accanimento? Chi sono io, stupito mi chiedo?
E tutto questo per, eventualmente, aver usato, in modo improprio, un termine giuridico o un epiteto che, ormai, nessuno al mondo considererebbe offensivo? Semantica, pertanto usata, in modo inopportuno (e per questo offensiva?), da parte di un vecchio signore (sto per compiere 77 anni), certamente malato (sono ormai al limite del non ritorno), da alcuni mesi nuovamente formalmente povero (lo Stato, dopo avermela sospesa, mi ha riattribuito, con 160 euro di arretrati, la Carta Acquisti n° 5338 7000 7716 5543 di cui ero, onestamente, titolare. La Carta Acquisti mi attribuisce per sostegno alimentare e in farmacia Euro 1,333, periodico, al giorno.
E al tempo, grazie al mio trasparentissimo e ultra verificato ISEE (il Governo Meloni è occhiutissimo con noi veri poveri), mi è stata confermata la Tessera Intera Rete, n° SCS1ERO4163O70, over 70, per circolare gratuitamente sui mezzi ATAC e COTRAL, in Roma, per tutto il 2024 e buona parte, se Dio vuole, del 2025. 

Per non parlare della giacenza media sul mio c/c postale IBAN IT98Q0760103200001043168739 su cui, se voleste, potreste farmi pervenire una libera contribuzione a sostegno della mia stentata esistenza. Oltre, per descrivervi il mio frugale stile di vita, il pudore non consente di andare. Aggiungo solo che gran parte degli abiti che indosso mi vengono donati (così i libri che leggo) da persone attente e filantrope. Un bene in realtà lo posseggo, ma è una vecchia C3 (sarebbe una automobile che, per circolare, paga una polizza UNIPOL più cara del suo stesso valore di mercato), vettura che, mi dicono, non possa essere sequestrata se dovessi essere condannato a risarcire i miei persecutori.


Perché tanto accanimento, quindi? Perché un tempo, con saggezza e abilità (così si dice) mi sono interessato di come fosse possibile introdurre direttamente nei processi penali dati probatori utili alla decisione del giudice? Parlo anche di intercettazioni telefoniche e ambientali quindi. Mi si considera responsabile di aver richiamato, venti anni addietro, la doverosa attenzione sui cosiddetti atti irripetibili, quali sono gli atti d’ispezione, perquisizione e, soprattutto, sulle intercettazioni di comunicazioni o conversazioni? Mi si odia per queste benemerenze da parte di persone versate a delinquere, come sentenze passate in giudicato, anche grazie a intercettazioni telefoniche, attestano? Chi mi vuole far scontare questi antichi meriti? Per non parlare della cavigliera elettronica (il BE) di cui sono stato primo estimatore in Italia e, per anni, inascoltato “divulgatore”.
Qualcuno prova a fare di me e di questo blog un caso emblematico per colpirne uno, così da educarne mille?  

Sin dalle prime righe di questo atipico memoriale (questo di fatto è il blog Leo Rugens, mi sono assunto la responsabilità affermando che: “come e perchè ho impedito ad Alberto dell’Utri, fratello gemello del più noto Marcello, di impossessarsi dell’azienda Monitoring Italia srl (già Carro srl) destinata a gestire il 45% del mercato del cosiddetto braccialetto elettronico, tecnologia da utilizzare quale pena alternativa alla detenzione.

Il resto dei detenuti aventi diritto era destinato ad essere gestito per il 10% dalla Finsiel e il residuo 45% dalla società israeliana ElmoTech.

Il pregiudicato Alberto Dell’Utri si preparava a fare questo paradossale business in concorso con tale Carmelo Sparacino (detto Manuel) ed altri quali Giovanni e Francesco Pirinoli della nota famiglia di “sbobinatori di intercettazioni”, Edmondo Monda (chi fosse e cosa facesse dirò più avanti), Mario Traverso (Addicalco srl) e Marcello Antonelli Caruti dirigente Telecom.

Storie complesse finite drammaticamente per alcuni come per il povero ingegnere Mirko Ducortil estensore, tra l’altro, dei business plan del braccialetto elettronico e del piano nazionale per le intercettazioni telefoniche, morto suicida in una pensioncina nell’interland milanese.

In quella operazione di contrasto che aveva “in palio” l’appalto del braccialetto elettronico fino al 31/12/2011 (milioni di euro) e del sistema unificato delle intercettazioni telefoniche (miliardi di euro) venne sacrificata Kami Fabbrica di Idee srl. Più avanti torneremo su questa società e ne spiegherò il sacrificio.

Questo racconto ha bisogno di continui flashback”.

Così ho scritto, mai smentito, sin dal 19 settembre 2012. Sempre in quel post continuavo a lasciare detto che …

… Il ricorso alle operazioni di intercettazione telefonica o ambientale vive un difficile equilibrio tra innovazioni tecnologiche, esigenze investigative e garanzie per i cittadini.

La legge costituzionale 23 novembre 1999 n.2 introducendo con la novità dell’articolo 111 della Costituzione il principio del contraddittorio nella formazione della prova, ha profondamente innovato il sistema del processo penale.

Si tratta di un radicale cambiamento che segna il passaggio da un sistema sostanzialmente neutro, rispetto al tema della formazione della prova, ad un nuovo modello fondato su specifici principi costitutivi.

Questa profonda modificazione dei principi che governano la formazione della prova penale non può non condizionare le possibili strategie della fase delle indagini preliminari.

Al Pubblico Ministero, in questo nuovo assetto, è consentito l’introduzione direttamente nel processo di dati probatori utili alla decisione del giudice: il riferimento è ai cosidetti atti irripetibili, quali gli atti d’ispezione, perquisizione e, soprattutto, alle intercettazioni di comunicazioni o conversazioni.

Particolarmente queste ultime possono costituire strumento in grado di dar luogo a risultati di straordinaria efficacia, specie se attivate nella contestualità dei fatti criminosi.

Attraverso le intercettazioni telefoniche o ambientali è infatti possibile “cristallizzare” contenuti dichiarativi, anche se provenienti dall’indagato, che sono direttamente utilizzabili, attraverso la perizia trascrittiva, nella fase del dibattimento.

In certi casi, se opportunamente attivate, le intercettazioni sono in grado di superare la stessa scelta dell’indagato di avvalersi, in sede di interrogatorio, del diritto al silenzio.

Ad esempio, in tema di intercettazioni ambientali, non ponendo la legge, sostanzialmente, alcuna limitazione in ordine ai luoghi in cui le stesse possano essere effettuate, nulla impedisce che l’effettuazione venga eseguita nei locali di una Procura della Repubblica, o di un carcere, allo scopo di captare il contenuto di conversazioni fra soggetti previamente sottoposti a interrogatorio nel corso del quale gli interessati si siano avvalsi del cosiddetto diritto al silenzio.

L’intercettazione telefonica, ambientale o di altro tipo consiste in un certo senso, per usare la terminologia adoperata dalla Corte di Cassazione nelle sue sentenze, nel sequestro di un bene immateriale: il contenuto di una comunicazione.

Come leggete si trattava e si tratta di materia affascinante, delicata e ancora non definita.

Comunque, una vera rivoluzione culturale.

Mi si odia per questo? 

O perché ho sempre sostenuto che il personale incaricato di lavorare a quest’area del diritto, deve essere particolarmente qualificato e, dopo essere stato reclutato, selezionato, deve essere formato culturalmente al valore di una strenua difesa dei diritti costituzionali e degli interessi della Repubblica?

Mi si odia in quanto sono stato il promotore di questo approfondito dibattito? Cosa debbo paranoicamente pensare, se non ad un movente tanto contorto?

Non posso credere che, viceversa, mi si perseguiti perché ho dato del cretino ad un avvocato e allo stesso “dell’associato a delinquere” mentre è stato condannato a tre anni per altro? 

Tenete presente che gli davo dell’associato a delinquere quando decine di fonti aperte (giornali e luoghi telematici) così già lo definivano.

Comunque pronto a difendermi ma stanco di doverlo fare. 

Oreste Grani/Leo Rugens vecchio e povero. Condannato vedremo.