Si è “impiccato” in carcere – in Austria – Rakhat Aliyev, ex genero di Nazabayev: il “Caso Shalabayeva non è chiuso”
Come diciamo da sempre, il “Caso Shalabayeva” non è chiuso! Un amico attento e intelligente ci segnala una notizia che non deve essere in alcun modo sottovalutata.In Austria, in Francia, in Italia
A poche ore da un processo dove era chiamato a presenziare nella duplice veste di parte offesa e di testimone, Rakhat Aliyev l’ex genero del Presidente del Kazaksthan Nursultan Nazarbayev, è stato trovato morto nella sua prigione di Vienna. I suoi avvocati non credono alla tesi del suicidio. Rakhat Aliev è stato scoperto all’alba di ieri, appeso ad un “punto alto” della sua cella, dove era stato incarcerato “in isolamento” a sua richiesta, dopo essere stato secondo lui ricattato da due compagni di cella. Il processo a questi due “gentiluomini” è quello a cui, proprio ieri, Aliyev avrebbe dovuto presenziare. Gli imputati erano accusati, dal personaggio kazako, di avergli chiesto soldi se non voleva essere vittima di un omicidio mascherato da suicidio nelle docce della prigione. La questione aggrovigliata che ha portato ex genero Aliyev, del Presidente, prima a fuggire all’estero e poi a consegnarsi alle autorità austriache (ritenendole evidentemente sicure e a prova di pressioni), riguarda (come nell’altro caso drammatico che in Italia conosciamo sotto il nome di “Shalabayeva/Ablyazov”) soldi, soldi e ancora soldi. Tonnellate di soldi su cui le avidità dei protagonisti, evidentemente si mescolano con divergenze di tipo politico o, più semplicemente, dinastiche. La fine oscura di Rakhat Aliyev (con la pessima figura che l’amministrazione austriaca ora farà) dovrebbe essere buona consigliera per quanto – a giorni – la magistratura francese si prepara a decidere per l’estradizione o meno di Ablyazov attualmente detenuto in Francia dopo una breve latitanza seguita alla mancata cattura in Italia, nel maggio del 2013, a Casal Palocco, da parte della Digos italiana. Con tutte le problematiche che ne seguirono.: espulsione illegale della signora Alma Shalabayeva e di sua figlia; l’allontanamento del Prefetto Procaccini quale unico responsabile delle cazzate sommatesi dal primo momento intorno a questa attività investigativa maldestra; l’intelligente e provvidenziale (oggi si vede se erano allarmismi) intervento della delegazione dei rappresentanti del M5S che – tempestivamente – si recarono ad Astana mettendo (quasi inconsapevolmente) sotto protezione la signora e sua figlia. Così facendo (il futuro lo rivelerà) aiutando, forse in modo determinante, sia pure indirettamente, Ablyazov. Che, tra pochi giorni (ci sembra il 4/5 marzo p.v.), vedrà decisa la propria sorte di prigioniero/oppositore dalle autorità giudiziarie e politiche della Repubblica Francese il cui Presidente Hollande, non va dimenticato, solo poche settimane addietro era in Kazaksthan a firmare accordi con Nazarbayev . Chi vivrà, vedrà. E, di questi tempi, la cosa non è da tutti.
Oreste Grani/Leo Rugens che, mentre scrive, sa esattamente di cosa si tratta quando si parla di Shalabayeva, Ablyazov, M5S e di Rakhat Alieyev , che si sia suicidato o meno.