Oggi si lavicchia e si medita

Il muro di Berlino, Gorby e LV foto Anne Leibovitz

Ho l’etto l’ennesimo articolo di Fulvio Scaglione sull’Ucraina e l’iniziativa che l’Unione degli scrittori dell’Ucraina avrebbe intrapreso per far chiudere il museo dedicato a Bulgakov; dall’articolo apprendo invece che il direttore del museo a) considera l’Unione degli scritori “la mano destra del KGB”; b) è tutta una montatura, ma dal titolo sembra che gli ucraini vogliano mettere a ferro e fuoco il museo del loro autore più famoso al mondo, che avrà pure scritto in russo, altrimenti chi lo leggeva. Che noia.

Poi trovo una foto di Salvini con Dugin nel 2016 e un commento: “Le poltrone dell’intervista del 2016 sono state prodotte dalla Mascheroni di Cabiate. «Spiace vederle in un contesto così drammatico»”. Così penso che è dal Settecento che mandiamo maestranze assortite e altro ad abbellire le dimore degli zar di turno, con la parentesi sovietica, dove ci pensava la FIAT a mandare ben altro.

Prima di tornare sul “filosofo” mi concedo una prentesi gossippara sugli amori dell’uomo venuto dal Papeete.

2017, un anno dopo, in compagnia della soubrette di turno, ci vuole un certo stomaco per accompagnarsi a uno così a mio parere, Salvini festeggia mentre il mondo fa un altro passo aventi verso la guerra. Spero che chi di dovere abbia interrogato serratamente la signora.

E veniamo alla giovane vergine e martire Darya Dugina; avessi la penna di Bulgakov non starei qui a farvi perdere tempo.

È finita male per la giovane donna, cresciuta in una gabbia dalla quale non ha saputo fuggire e che l’ha condotta a una morte prematura. Chi sa se Salvini ha fatto le condoglianze alla famiglia.

Lascio alle immagini e alla vostra fantasia riempire i miei silenzi.

Da una giovane “martire” suo malgrado alla coppia del decennio forse del secolo, se, come in molti lo pensano, i libri di storia andranno riscritti per narrare la fine di una governo, quello russo, inedito nella storia del grande paese. Qualcuno scrive addirittura che si profili la fine della Russia stessa attraverso il suo smembramento.

Se Vogue decide di dedicare al presidente ucraino la copertina e affida alla grande Leibovitz il lavoro, beh significa che una tribù di Israele ha deciso che così deve essere. Vogue ha sede nella Millenium Tower, simbolo della risposta di New York al 9.11.

Foto Anne Leibovitz

L’uomo più detestato dai russi, il liquidatore dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (CCCP), spalleggiato dall’ufficiale del KGB che ha deposto un mazzo di fiori sulla bara e si è fatto da buon credente il segno della croce; trovo incredibile che uno così sia morto nel suo letto alla sua veneranda età dopo tutto quello che ha combinato.

Alberto Massari

P.S. In certi paesi, se frequenti discoteche, ti ubriachi, hai frequentazioni equivoche in altre parole ti comporti male capita che un paio di segnali stradali e un pilone di cemento fermino la tua vivace carriera politica, in altri paesi.