Il Caso Ablyazov/Shalabayeva: forse è ora di parlare, per quelli che continuano a fare danno all’Italia, di “spionaggio” e di “alto tradimento”

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Ora che “i riflettori NON si sono spenti” sulla vicenda Shalabayeva/Ablyazov (come in molti, invece, speravano e profetizzavano), ricostruire il quadro generale e l’origine della vicenda, inseribile in ciò che viene definito il “Nuovo Grande Gioco” – ovvero il controllo delle risorse di idrocarburi e degli oleodotti nell’Asia Centrale – consentirà di evidenziare, tra le altre pecche, l’inadeguatezza degli apparati di sicurezza del Paese, impreparati e incapaci di comunicare con il livello politico ma anche di capire chi continua a considerare “cosa propria” la ricchezza  del Paese. E, con fermezza, prevista dalla legge, intervenire. È ora di cessare la folle politica che ha creato l’assoluta subalternità dei Servizi” al potere del “capetto del governicchio” di turno.  Il petrolio, il gas o qualunque altra forma di energia, vitali per le oneste attività degli Italiani, non dovranno più essere appannaggio indiscusso e “segreto” di una “casta” di mezzani, protetta proprio da quelle strutture che dovrebbero vigilare, esclusivamente, sugli interessi del loro vero “datore di lavoro” e referente che è il “popolo italiano”.

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Ad esempio, l’espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, e della figlia Alua ha generato un conflitto grave tra potere politico e apparati di sicurezza, accusati di avere agito in modo autonomo se non subordinato alle volontà dell’ambasciatore kazako in Italia. È andata proprio così? E se è così, come è possibile che sia accaduto? A che prezzo? Chi e come è riuscito ad operare a discapito della sovranità italiana e perché ci è riuscito’ E’ lo stesso tipo di domanda a cui, a cose avvenute, dopo ogni, chiamiamolo “scandalo”, nessuno da una risposta netta: i Lavitola, i Mokbel avevano, ad esempio, il cosiddetto NOS di sicurezza, necessario per operare a contatto con strutture e interessi legati alla Sicurezza Nazionale? Vi rispondo io, certo di quello che dico:no! E allora, “chi” e “cosa” consentiva che questi figuri mestassero liberamente trattando materia “classificata”? Perchè non si vuole far uscire i nomi che hanno favorito  queste “violate consegne”? Certamente perché, questo tipo di silenzi e distrazioni, negli anni, hanno avuto un prezzo, soprattutto favorendo carriere e non meriti professionali, che qualcuno ha pagato e qualcuno ha incassato. Disvelare queste relazioni illecite, consentirebbe (lo dico da anni) di delineare il vero reato sottinteso a tutte queste vicende : l’alto tradimento alla Repubblica! Per intendersi: agire, come agiscono i Lavitola, i Mokbel e i loro referenti politici, nel mercato afferente al “Grande Gioco”, è tradire l’Italia e, di fatto, favorire, con azioni illecite (oltretutto sempre monitorate da servizi segreti stranieri, loro sì efficienti e buoni conoscitori delle debolezze dei nostri politici), interessi di altri paesi, nostri diretti concorrenti, come la Francia, la Spagna o l’Inghilterra. Questa è l’aggravante che sarebbe opportuno contestare ai saccheggiatori delle casse dello Stato: spionaggio e alto tradimento.

Leo Rugens