Il catto-massone Giancarlo Elia Valori, scrive, sul mensile Formiche cose giuste! Ci pesa dirlo, ma ha ragione
“Ecco, io vedrei con estremo favore (la nascita di – ndr) una struttura di interscambio tra la classe politica e l’intelligence che permettesse, oggi, ai Servizi di non compiere i palesi errori che sono stati talvolta ordinati loro (vero, ma è proprio questo che, in Leo Rugens, chiamiamo “attaccare l’asino dove il padrone vuole” – ndr), e alla classe politica di imparare a pensare in termini di intelligence, anche quando manchi l’intelligenza.” Giancarlo Elia Valori.
Sacrosante parole! Questo è il pensiero di un buon patriota, direte voi.
Nel mio caso, si potrebbe non essere d’accordo con questa affermazione dopo aver dedicato tutta una vita a che si arrivasse, un giorno, a poter porre tale tematica al centro del dibattito politico? Certamente che no! Pur tuttavia, l’amore di Patria, la ragione piegata al bene della Nazione, hanno dei limiti invalicabili. Dopo aver dedicato la vita a mettere a punto la risposta/soluzione a questo tema complesso (materia che, sempre di più, in modo evidente, se non ai Cechi Sordi Muti, dalla rimozione dell’amm. Fulvio Martini, veniva avanti come il problema principe dell’Italia e della sua classe dirigente) non credo giusto, neanche per l’Italia a cui ho giurato, nel 1970, fedeltà, di dimenticare che, proprio Giancarlo Elia Valori, sia uno dei massimi responsabili della condizione in cui versano i “servizi” (anch’io, come lui, sento giusto continuare a chiamarli così e non, ipocritamente, Agenzie) da troppi anni e sicuramente dalla scomparsa del “marinaio” sopra rispettosamente citato. Nel campo in cui ci stiamo intrattenendo, come altre volte abbiamo affermato e scritto, l’attendibilità di una fonte è tutto.
Perché non sembrino, quindi, questioni personali o altro (di questi tempi un’accusa di omofobia ci si mette poco a beccarsela), ribloggo quanto la fonte (attendibile ai massimi livelli) Alberto Statera scriveva di Giancarlo Elia Valori il 10 dicembre 2013: affermazioni gravi da noi tempestivamente pubblicate. Confermiamo, inoltre, tutto il materiale (di cui ovviamente ci riassumiamo la responsabilità) che in questi anni abbiamo messo in rete, in modo specifico dedicato a Valori.
Aggiungiamo, in fine, un pensiero specifico di Marco Travaglio (simpatico o antipatico che vi sia, il giornalista, è, anche lui, una fonte, altamente attendibile) su Giancarlo Elia Valori: “È venuto il momento, cari lettori, di lasciarvi alla lettura di questo thriller-verità. Un thriller sconvolgente per vari motivi: spiega perché tanti potenti hanno paura del contenuto del cosiddetto «archivio Genchi»: che cosa aveva scoperto e stava per scoprire Luigi de Magistris, e dunque perché non doveva proseguire nelle sue indagini a Catanzaro sulla cosiddetta “Nuova P2”; perché chiunque gli abbia poi dato ragione doveva pagare, come lui, caro e salato; quali fili collegano i politici calabresi con i leader della politica nazionale e della parte più marcia della magistratura e della finanza nazionale, nonché della massoneria. E poi magistrati in contatto con boss della ‘ndrangheta, procuratori che vanno a pranzo con i loro indagati, giudici che vanno a braccetto con avvocati poco prima di scarcerare i loro assistiti, fughe di notizie pilotate per depistare e bloccare indagini o addirittura per favorire la fuga di ‘ndranghetisti stragisti. E poi collegamenti, tanti, forse troppi per non impazzire: collegamenti insospettabili e inaspettati, come quelli che portano al delitto Fortugno e alla strage di Duìsburg, ma anche all’affare Sole, al grande business miliardario delle licenze per i telefonini umts, ai crac Cirio e Parmalat, alle scalate dei furbetti e dei furboni del quartierino all’Antonveneta, alla Bnl e al Corriere della sera, allo scandalo degli spionaggi e dei dossieraggi Telecom-Sismi. Vicende nelle quali, come fantasmi eternamente danzanti, ricicciano fuori personaggi già emersi nelle indagini di Genchi sulle stragi di Capaci e via d’Amelio, cioè sulla sanguinosa nascita della seconda Repubblica.
Personalmente, oltre ai capitoli su Catanzaro e sul clan Mastella, ho trovato agghiacciante quello sull’ex iscritto alla P2 Giancarlo Elia Valori, poi espulso per indegnità (sic) da Licio Gelli, e tutt’oggi gran collezionista di cariche pubbliche e private e di amicizie a destra come a sinistra, con incredibili entrature nei vertici della politica, della magistratura, della guardia di finanza, dei carabinieri, del Viminale, del salotto buono di Mediobanca ma anche di outsider come i furbetti delle scalate. Valori era il prossimo obiettivo di de Magistris, che fu fermato appena in tempo. I frenetici contatti telefonici di Valori con il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro (sempre lui), anche sui telefoni della moglie e del figlio del magistrato, ma anche con i vari Latorre, Minniti, Cossiga, Ricucci, Geronzi, Benetton, Caltagirone, Cavio, Rovati, con i generali Cretella, Adinolfi e Jannelli delle Fiamme gialle, ma anche con i centralini del Viminale, di Bankitalia e del Vaticano nei giorni cruciali dei processi e delle indagini su umts, Parmalat, Cirio e Unipol dovrebbero imporre l’immediato intervento del Csm. li fatto che Toro, così amico di Valori, non abbia avuto il buon gusto di astenersi dalle indagini su Genchi, di cui non poteva ignorare i risultati, è davvero sconcertante; tanto più che il procuratore non solo è intimo di Valori e, secondo Genchi, ha un figlio nominato consulente del Ministero della Giustizia da Gemente Mastella; ma – sempre secondo gli incroci di Genchi – telefonava spesso al principale indagato delle inchieste di de Magistris: l’onorevole avvocato berlusconiano Giancarlo Pittelli, legale della Torno Internazionale di cui è presidente, indovinate un po’? Ma, lo stesso Giancarlo Elia Valori. Suggerisco a Montolli e a Genchi di fare omaggio de Il caso Genchi a tutti i consiglieri di Palazzo dei Marescialli. Ammesso e non concesso che le notizie riportate nel libro giungano nuove a qualcuno di loro. E che il Csm non voglia continuare a essere, all’infinito, l’acronimo di Ciechi Sordi Muti.” Questo testo è estrapolato dalla prefazione scritta da Travaglio per il libro “Il Caso Genghi”, Aliberti Editore.
In conclusione: è un vero peccato, una vera occasione mancata (?) per il Paese che questi ragionamenti vengano posti, nel momento opportuno (anzi, “è” il momento opportuno), attraverso un’ottima testata, “ragionante e intelligente”, quale è il mensile Formiche (tra i pochissimi luoghi di pensiero strategico che siano sopravvissuti in Italia), diretta dall’intelligente Paolo Messa che ho conosciuto personalmente e che solo le difficoltà in cui “qualcuno” ha voluto far precipitare “Ipazia” – mi sembra che l’amministratore della società, mentre comprava un bar, nel quartiere Prati, a Roma, per centinaia di migliaia di euro proprio facendosi socio con la persona che ci aveva introdotti a Paolo Messa e al mensile di geopolitica “Formiche”, non seppe/volle saldare delle fatture in sospeso, per poche migliaia di euro, per delle inserzioni pubblicitarie acquisite, tempo prima, sulla rivista stessa – mi hanno impedito di continuare a frequentare. Ovviamente se anche lui avesse avuto piacere a farlo. Con un danno (non solo per me) per le attività relazionali attinenti la materia che la fase delicatissima geopolitica che il Paese attraversa, richiederebbero oggi. Più facile sommare scontrini per la vendita di cornetti e cappuccini che vedere dove una relazione coltivata, con pazienza e lungimiranza (e rispetto degli accordi), avrebbe potuto portare. difficile coltivare. Meglio fare cassetto, ogni sera. Questo è il nostro Paese: un bar viene prima della ragion di Stato e, un Giancarlo Elia Valori, se non si sa bene chi sia, può sembrare un vecchio saggio, consulente di direzione, utile a Matteo Renzi e alla Repubblica. Così non è. E ancora una volta, nonostante le affermazioni condivisibili comparse nell’articolo “Ecco perché l’Italia ha bisogno di una nuova cultura dell’Intelligence” a sua firma, è opportuno estrarre dalla realtà ciò che c’è ma non si vede.
Comunque, non mi pesa dirlo, l’articolo non solo dice cose giuste e importanti per il futuro dell’Italia ma è anche scritto molto bene. Ed è questo che, in realtà, determina la mia ostilità invidiosa nei confronti del “vecchio” mascalzone catto-massone. Che fa pure rima.
Oreste Grani/Leo Rugens
Ti consiglio Oreste di leggere il Blog di un tuo Fratello di Accuse: Giacinto Butindaro.
Ritroverai un forte alleato nella lotta contro tutto e contro tutti.
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